Cicerone, In Verrem: 02; 02-36-40, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 02-36-40

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-36-40

Tum iste iis aperte ostendit et confirmavit eos in Sthenium quidquid vellent, simul atque ad se detulissent, probaturos Verre fece loro capire apertamente, dando le più ampie assicurazioni, che appena gli avessero presentato contro Stenio unaccusa qualunque, da loro scelta, egli lavrebbe considerata belle provata
Itaque illi non procrastinant, Sthenium statim educunt, aiunt ab eo litteras publicas esse corruptas Quelli di conseguenza non perdono tempo e lo citano in giudizio e lo accusano di aver falsificato atti pubblici
Sthenius postulat ut, cum secum sui cives agant de litteris publicis corruptis, eiusque rei legibus Thermitanorum actio sit, senatusque et populus Romanus Thermitanis, quod semper in amicitia fideque mansissent, urbem agros legesque suas reddidisset Publiusque Rupilius postea leges ita Siculis ex senatus consulto de x legatorum sententia dedisset ut cives inter sese legibus suis agerent, idemque hoc haberet Verres ipse in edicto: ut de his omnibus causis se ad leges reiceret Stenio allora, premesso che si trattava di un processo per falso in atto pubblico intentatogli dai suoi concittadini, che un tale processo doveva celebrarsi conformemente alle leggi di Terme, che il senato e il popolo romano, in considerazione della loro costante amicizia e fedeltà, avevano restituito ai Termitani la città, le terre e le loro leggi, che successivamente P Rupilio , in base a un decreto del senato, aveva, conformemente al parere della commissione dei dieci, dato ai Siciliani una legislazione in base alla quale, nelle controversie tra Siciliani, il processo doveva essere celebrato secondo le leggi del loro paese, e che perfino Verre aveva accolto questa disposizione nel suo editto: premesse tutte queste ragioni, fa istanza di essere deferito a una corte che giudichi secondo le leggi della sua città

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Cicerone, In Verrem: 02; 03-96-98
Cicerone, In Verrem: 02; 03-96-98

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-96-98

[91] Iste homo omnium aequissimus atque a cupiditate remotissimus se cogniturum esse confirmat; paratum ad causam dicendam venire hora nona iubet [91]Questo uomo (Verre)giustissimo e lontanissima da ogni desiderio, dichiara che della causa si occuperà lui personalmente e gli intima di presentarsi alle ore quindici già belle pronto a difendersi
Non erat obscurum quid homo improbus ac nefarius cogitaret; neque enim ipse satis occultarat, nec mulier tacere potuetat I disegni di questuomo malvagio e scellerato non erano certo oscuri; ché egli non li aveva ben nascosti e la sua amante non ce laveva fatta a stare zitta

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Cicerone, In Verrem: 01; 01-05
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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05

Intellectum est id istum agere ut, cum Sthenium sine ullo argumento ac sine teste damnasset, tum homo nefarius de homine nobili atque id aetatis suoque hospite virgis supplicium crudelissime sumeret Si capì quindi che la sua intenzione era di condannare limputato senza prove e senza testimoni di sorta, e poi di sottoporre, nella sua scelleratezza, un uomo di nobile condizione, di età avanzata e che era stato suo ospite, al crudelissimo supplizio delle verghe
Quod cum esset perspicuum, de amicorum hospitumque suorum sententia Thermis Sthenius Romam profugit: hiemi fluctibusque sese committere maluit quam non istam communem Siculorum tempestatem calamitatemque vitaret Uno scopo ben evidente, dunque; sicché Stenio, consigliato dai suoi amici e dai suoi ospiti, lasciò Terme e si rifugiò a Roma: preferì cioè affidarsi allinclemenza dellinverno e del mare piuttosto che affrontare senza alcuna possibilità di scampo Verre, la tempesta devastatrice di tutta quanta la Sicilia

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 26-30

[XXXVIII, 92] Iste homo certus et diligens ad horam nonam praesto est, Sthenium citari iubet [XXXVIII, 92] Da uomo preciso e scrupoloso, per le quindici Verre è al suo posto in tribunale e fa chiamare Stenio
Quem posteaquam videt non adesse, dolore ardere atque iracundia furere coepit, Venerios domum Stheni mittere, equis circum agros eius villasque dimittere Constatatane lassenza, pieno di esasperazione si fa prendere da una collera furiosa, manda degli schiavi del tempio di Venere prima a casa di Stenio, poi li spedisce a cavallo tuttin giro per i suoi poderi e le sue fattorie

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Itaque dum exspectat quidnam sibi certi adferatur, ante horam tertiam noctis de foro non discedit E così in attesa di notizie certe non si allontana dal tribunale prima delle venti

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