Non è dato sapere altro su quella donna straniera amata dal pittore, non è certa la data del parto e neppure il motivo per cui la bambina sia stata affidata al padre. Particolarmente dotata nel ritratto, si dice ne realizzi diversi di gentiluomini e dame veneziane, che è anche solita intrattenere con musica e canti. La fama della talentuosa è bella figlia di Jacopo corre rapida di bocca in bocca, fino a suscitare interesse di altissimo livello. Viene richiesta dall'imperatore Massimiliano II e dal re di Spagna Filippo II, il quale probabilmente desideroso di colmare il vuoto lasciato a Corte dalla partenza di Sofonisba Anguissola.
Qualcosa si sa invece sul destino della giovane artista. Il padre decide di maritarla con Marco Augusta, un gioielliere tedesco come la madre della sposa, e la coppia vivrà in una casa nella contrada di San Stin. Da quell'unione nascerà almeno una figlia, battezzata nel 1580 Orsola Benvenuta, come riporta un documento rinvenuto. Quella è l'unica minuscola luce nelle tenebre che avvolge la vita e la carriera di Marietta dopo il matrimonio. Una vita per altro destinata a spezzarsi a poco più di trent'anni, secondo il Ridolfi nel 1590, gettando nello sconforto il padre, il quale la seguirà dopo quattro anni circa.
Da uno spesso fondale di un nero quasi assoluto emerge come un'apparizione la soave figura di una giovane bianco vestita. Un contrasto nettissimo e potente, mediato dai toni intermedi dello strumento musicale su cui poggia sicuro il braccio della donna: una spinetta, o più probabilmente un clavicembalo. Il busto è ruotato di tre quarti e gli occhi puntati verso l'osservatore, o per meglio dire verso lo specchio, dato che a quanto tramandato si tratterebbe di un autoritratto.
Storicamente attribuito alla mano di Marietta fin dal XVIII secolo, il cosiddetto autoritratto con madrigale resta tutt'oggi il dipinto più accreditato nel catalogo inesistente di una pittrice senza opere. La giovane che ci guarda da quella tela piuttosto rovinata dal tempo, sarebbe dunque proprio la fantomatica figlia di Tintoretto.
In lei tutto è chiaro e luminoso: l'abito vaporoso riprodotto in ogni singola piega, la carnagione parimenti candida, il biondo dei capelli, rivelatore delle sue origini germaniche, il girocollo di perle. L'abito, per quanto scollato, echeggia la castigata rigidità della moda spagnola con i suoi corpetti simili a corazze che, lungi dall'esaltare le forme, tendono piuttosto a mortificarle.
Tutto pare voler emergere a simbolo di purezza, di candore e vinale, come se la protagonista fosse una figura quasi Angelica, asessuata. Il viso però, con il suo naso un po' aguzzo, la fossetta sul mento e il rossore sulle gote, non ha nulla di idealizzato e lo sguardo, tutt'altro che angelico, appare piuttosto smaliziato, al pari del sorriso, quasi immaginato nella lieve curvatura delle labbra.
Un contrasto reso ancora più intrigante dal fatto che la donna regge nella mano sinistra la parte del campus di un madrigale d'amore al tempo molto celebre. Si tratta di Madonna per voi ardo di Filippo Verdelot. Il focoso canto di un innamorato a una donna bellissima e crudele, che ben poco sicura di lui.