Tacito, Dialogus de oratoribus: 01-10, pag 3

Tacito, Dialogus de oratoribus: 01-10

Latino: dall'autore Tacito, opera Dialogus de oratoribus parte 01-10
ut si in Graecia natus esses, ubi ludicras quoque artis exercere honestum est, ac tibi Nicostrati robur ac vires di dedissent, non paterer inmanis illos et ad pugnam natos lacertos levitate iaculi aut iactu disci vanescere, sic nunc te ab auditoriis et theatris in forum et ad causas et ad vera proelia voco, cum praesertim ne ad illud quidem confugere possis, quod plerisque patrocinatur, tamquam minus obnoxium sit offendere poetarum quam oratorum studium

Effervescit enim vis pulcherrimae naturae tuae, nec pro amico aliquo, sed, quod periculosius est, pro Catone offendis

Nec excusatur offensa necessitudine officii aut fide advocationis aut fortuitae et subitae dictionis impetu: meditatus videris [aut] elegisse personam notabilem et cum auctoritate dicturam
Allo stesso modo, se tu fossi nato in Grecia, dove è rispettabile praticare anche arti destinate al divertimento, e se gli dèi ti avessero dato la grande forza fisica di Nicostrato, non consentirei che quegli enormi muscoli, nati per la lotta, si sprecassero nel volo leggero del giavellotto o nel lancio del disco; così, ora, ti richiamo dalle sale di recitazione e dai teatri al foro e ai processi e alle vere battaglie, tanto più che non puoi ricorrere a una scusa generalmente invocata, cioè che la pratica della poesia rispetto a quella dell'oratoria rischia di arrecare meno male agli altri

Infatti, la forza della tua natura nobilissima prorompe e, se non colpisci in difesa di un amico, colpisci - il che è più pericoloso - in difesa di Catone

E il tuo attacco non trova giustificazione nell'obbligo di svolgere un compito o nella dedizione al tuo ruolo di avvocato o nella foga di una parola casuale e improvvisa: no, sembra che tu abbia scelto consapevolmente una personalità ben nota, le cui parole non possono non avere molto peso
Sentio quid responderi possit: hinc ingentis [ex his] adsensus, haec in ipsis auditoriis praecipue laudari et mox omnium sermonibus ferri

Tolle igitur quietis et securitatis excusationem, cum tibi sumas adversarium superiorem

Nobis satis sit privatas et nostri saeculi controversias tueri, in quibus [expressis] si quando necesse sit pro periclitante amico potentiorum aures offendere, et probata sit fides et libertas excusata

Mi immagino la possibile risposta: è questo che produce gli applausi interminabili, sono queste le parole che nelle sale di recitazione suscitano particolari consensi e poi diventano il tema di tutte le conversazioni

Ma, allora, lascia cadere la scusa della tranquillità e della sicurezza, visto che vai a cercarti un avversario che sta al di sopra di te

A noi può bastare vedercela con controversie private e attuali, in cui se capita di dovere per forza offendere le orecchie dei potenti in difesa di un amico in difficoltà, se non altro viene lodata la fedeltà al cliente e la libertà di parola trova giustificazione

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