Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 17-18 Parte 02, pag 2

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 17-18 Parte 02

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 17-18 Parte 02
Ita dico, paria sunt; nam etiam quod effugit aliquispati potuit

Aequum autem ius est non quo omnes usi sunt sed quod omnibuslatum est

Imperetur aequitas animo et sine querella mortalitatis tributapendamus

Hiems frigora adducit: algendum est

Aestas calores refert:aestuandum est

Intemperies caeli valetudinem temptat: aegrotandum est

Et fera nobis aliquo loco occurret et homo perniciosior feris omnibus

Aliud aqua, aliud ignis eripiet

Hanc rerum condicionem mutare non possumus:illud possumus, magnum sumere animum et viro bono dignum, quo fortiterfortuita patiamur et naturae consentiamus

Natura autem hoc quod videsregnum mutationibus temperat: nubilo serena succedunt; turbantur mariacum quieverunt; flant in vicem venti; noctem dies sequitur; pars caeliconsurgit, pars mergitur: contrariis rerum aeternitas constat
Lo ripeto, uguali per tutti; anche se uno sfugge a quei colpi, avrebbe potuto subirli

Una legge è equa non perché serve a tutti, ma perché è promulgata per tutti

Imponiamoci pacatezza e paghiamo senza lamentarci il tributo della nostra mortalità

L'inverno porta il freddo: avremo freddo

L'estate porta il caldo: avremo caldo

Il tempo variabile attenta alla nostra salute: rassegniamoci a star male

In qualche posto ci imbatteremo in una belva oppure in un uomo più pericoloso di tutte le belve

Qualcosa ce la toglierà l'acqua, qualcosa il fuoco

Questa situazione non la possiamo cambiare: possiamo, però formarci un animo grande e degno di un uomo virtuoso, per sopportare da forti gli imprevisti ed essere in armonia con la natura

8 La natura governa coi cambiamenti il regno che tu vedi: alle nuvole succede il sereno; il mare è calmo e poi si agita; i venti soffiano ora in una direzione, ora nell'altra; il giorno segue la notte; una parte del cielo si leva, un'altra sprofonda: è la legge degli opposti a perpetuare l'universo
Ad hanclegem animus noster aptandus est; hanc sequatur, huic pareat; et quaecumquefiunt debuisse fieri putet nec velit obiurgare naturam

Optimum est patiquod emendare non possis, et deum quo auctore cuncta proveniunt sine murmurationecomitari: malus miles est qui imperatorem gemens sequitur

Quare inpigriatque alacres excipiamus imperia nec deseramus hunc operis pulcherrimicursum, cui quidquid patiemur intextum est; et sic adloquamur Iovem, cuiusgubernaculo moles ista derigitur, quemadmodum Cleanthes noster versibusdisertissimis adloquitur, quos mihi in nostrum sermonem mutare permittiturCiceronis, disertissimi viri, exemplo

Si placuerint, boni consules; sidisplicuerint, scies me in hoc secutum Ciceronis exemplum

Duc, o parens celsique dominator poli,quocumque placuit: nulla parendi mora est;adsum inpiger
A essa noi dobbiamo uniformare il nostro spirito; seguiamola, obbediamole; e ogni avvenimento stimiamolo necessario: non rimproveriamo la natura

L'atteggiamento migliore è sopportare quello che non si può correggere e seguire la volontà di dio senza lagnarsi: tutto proviene da lui; non è un buon soldato chi segue il comandante e si lamenta

Accogliamo perciò gli ordini senza pigrizia, prontamente, e non abbandoniamo il corso di questa meravigliosa opera, intessuta anche di ogni nostra sofferenza; e a Giove, che governa e dirige l'universo, rivolgiamoci con quegli eloquentissimi versi con cui gli si è rivolto il nostro Cleante e che io, sull'esempio di Cicerone, uomo di grande eloquenza, mi permetto di tradurre nella nostra lingua

Se ti piacciono prendili per buoni; in caso contrario sai che ho seguìto in questo l'esempio di Cicerone

Conducimi dove vuoi, Padre e Signore dell'alto cielo: non esiterò a ubbidirti; sono pronto
Fac nolle, comitabor gemensmalusque patiar facere quod licuit bono

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt

Sic vivamus, sic loquamur; paratos nos inveniat atque inpigros fatum

Hic est magnus animus qui se ei tradidit: at contra ille pusillus et degenerqui obluctatur et de ordine mundi male existimat et emendare mavult deosquam se

Vale

Id de quo quaeris ex iis est quae scire tantum eo, ut scias, pertinet

Sed nihilominus, quia pertinet, properas nec vis expectare libros quoscum maxime ordino continentis totam moralem philosophiae partem

Statimexpediam; illud tamen prius scribam, quemadmodum tibi ista cupiditas discendi,qua flagrare te video, digerenda sit, ne ipsa se inpediat

Nec passimcarpenda sunt nec avide invadenda universa: per partes pervenietur ad totum
Se non volessi, dovrei seguirti piangendo e dovrei subire di malanimo ciò che potevo fare volentieri

Il fato guida chi è consenziente, trascina chi si oppone

Sia questa la nostra vita, siano queste le nostre parole; il destino ci trovi pronti e attivi

grande l'anima che si abbandona al destino: ma è meschina e vile se lotta contro di esso e disprezza l'ordine dell'universo e preferisce correggere gli dèi piuttosto che se stessa

Stammi bene

L'argomento su cui mi interroghi è uno di quelli che importa sapere solo per il gusto di sapere

Ma poiché importa saperlo, hai fretta e non vuoi aspettare i libri che proprio ora sto preparando e che riguardano tutta quanta l'etica

Ti accontenterò sùbito; prima, però, voglio scriverti come va regolata, perché non sia di impedimento a se stessa, questa avidità di sapere, di cui, lo vedo, tu bruci

Non bisogna attingere qua e là, e nemmeno gettarsi con avidità su tutto il sapere: attraverso le singole parti arriverai alla conoscenza del tutto

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Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 05-06 Parte 03

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 05-06 Parte 03

Aptari onus viribus debet nec plus occupari quam cui sufficere possimus

Non quantum vis sed quantum capis hauriendum est

Bonum tantum habe animum:capies quantum voles

Quo plus recipit animus, hoc se magis laxat

Haec nobis praecipere Attalum memini, cum scholam eius obsideremuset primi veniremus et novissimi exiremus, ambulantem quoque illum ad aliquasdisputationes evocaremus, non tantum paratum discentibus sed obvium

'Idem'inquit 'et docenti et discenti debet esse propositum, ut ille prodessevelit, hic proficere

' Qui ad philosophum venit cotidie aliquid secumboni ferat: aut sanior domum redeat aut sanabilior

Redibit autem: ea philosophiaevis est ut non studentis sed etiam conversantis iuvet
Bisogna adattare il peso alle forze: non dobbiamo accollarcene uno superiore alle nostre capacità

Attingi non quanto vuoi, ma quanto puoi contenere

Solo, mantieni l'animo onesto: capacità e volere si equivarranno

L'animo più riceve, più si dilata

Attalo, ricordo, mi insegnava questo, quando frequentavo la sua scuola ed ero il primo a entrare e l'ultimo a uscire, e lo invitavo a qualchediscussione anche mentre passeggiava; egli non era solo disponibile, ma veniva anche incontro ai suoi discepoli

Maestro e allievo devono averelo stesso proposito, diceva, l'uno far progredire, l'altro voler progredire

Chi frequenta un filosofo, ne tragga ogni giorno un qualche profitto: ritorni a casa o più sano o più sanabile

E ritornerà così: l'efficacia della filosofia è tale da giovare non solo a chi vi si applica con fervore, ma anche a chi si limita a un semplice contatto
Qui in solem venit,licet non in hoc venerit, colorabitur; qui in unguentaria taberna resederuntet paullo diutius commorati sunt odorem secum loci ferunt; et qui ad philosophumfuerunt traxerint aliquid necesse est quod prodesset etiam neglegentibus

Attende quid dicam: neglegentibus, non repugnantibus

'Quid ergo

non novimus quosdam qui multis apud philosophum annispersederint et ne colorem quidem duxerint

' Quidni noverim

pertinacissimosquidem et adsiduos, quos ego non discipulos philosophorum sed inquilinosvoco

Quidam veniunt ut audiant, non ut discant, sicut in theatrumvoluptatis causa ad delectandas aures oratione vel voce vel fabulis ducimur

Magnam hanc auditorum partem videbis cui philosophi schola deversoriumotii sit

Non id agunt ut aliqua illo vitia deponant, ut aliquam legemvitae accipiant qua mores suos exigant, sed ut oblectamento aurium perfruantur
Se uno sta al sole, si abbronza anche se non era questo il suo scopo; se uno si èfermato in una profumeria e vi si è trattenuto per un po', gli rimane addosso l'odore; anche chi frequenta un filosofo, sia pure distrattamente,ne trae per forza un qualche vantaggio

Attento, però alle mie parole: distrattamente, non opponendo resistenza

E come

Non conosciamo certe persone che hanno frequentato per anni un filosofo senza riportarne nemmeno un'infarinatura

E come non conoscerli

Tenacissimi e assidui, per me sono inquilini, non allievi dei filosofi

Certi vengono per ascoltare, non per imparare, come si va a teatro per il piacere di farsi accarezzare le orecchie da un bel discorso o una bella voce o un bel lavoro

Per gran parte dei frequentatori, lo vedrai, la scuola di un filosofo è un luogo dove passare il tempo libero

Non cercano di liberarsi di qualche vizio, di apprendere una legge di vita per regolare il proprio comportamento, ma di godere dei piaceri dell'udito

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Aliqui tamen et cum pugillaribus veniunt, non ut res excipiant, sed utverba, quae tam sine profectu alieno dicant quam sine suo audiunt

Quidam ad magnificas voces excitantur et transeunt in adfectum dicentiumalacres vultu et animo, nec aliter concitantur quam solent Phrygii tibicinissono semiviri et ex imperio furentes

Rapit illos instigatque rerum pulchritudo,non verborum inanium sonitus

Si quid acriter contra mortem dictum est,si quid contra fortunam contumaciter, iuvat protinus quae audias facere

Adficiuntur illis et sunt quales iubentur, si illa animo forma permaneat,si non impetum insignem protinus populus, honesti dissuasor, excipiat:pauci illam quam conceperant mentem domum perferre potuerunt

Facileest auditorem concitare ad cupidinem recti; omnibus enim natura fundamentadedit semenque virtutum
Certi portano anche un taccuino per segnarvi non concetti, ma parole che ripeteranno senza profitto per gli altri come le ascoltano senza profitto per sé

Alcuni poi si infiammano nell'udire splendidi discorsi e con volto e animo commosso si immedesimano in chi parla e si eccitano come fanno gli eunuchi al suono del flauto frigio invasati da quel segnale

Li trascina e li stimola la bellezza dei concetti, non il vano suono delle parole

Se qualcuno parla con coraggio contro la morte, o con sprezzo contro la fortuna, vogliono sùbito mettere in pratica le parole ascoltate

Rimangono impressionati da quei discorsi e si comportano come è stato lorocomandato, se rimangono nella medesima disposizione di spirito, se la folla che scoraggia sempre i sentimenti onesti, non infrange sùbito illoro nobile slancio: pochi riescono a ritornare a casa con i primitivi propositi

facile spingere chi ascolta a desiderare il bene: in ogni uomo la natura ha gettato le fondamenta e il seme delle virtù
Omnes ad omnia ista nati sumus: cum inritatoraccessit, tunc illa animi bona veluti sopita excitantur

Non vides quemadmodumtheatra consonent quotiens aliqua dicta sunt quae publice adgnoscimus etconsensu vera esse testamur

Desunt inopiae multa, avaritiae omnia

In nullum avarus bonus est, in se pessimus

Ad hos versus ille sordidissimus plaudit et vitiis suis fieri conviciumgaudet: quanto magis hoc iudicas evenire cum a philosopho ista dicuntur,cum salutaribus praeceptis versus inseruntur, efficacius eadem illa demissuriin animum inperitorum

Nam ut dicebat Cleanthes, 'quemadmodum spiritusnoster clariorem sonum reddit cum illum tuba per longi canalis angustiastractum patentiore novissime exitu effudit, sic sensus nostros clariorescarminis arta necessitas efficit
Siamo nati tutti per compiere il bene: se c'è uno che ci stimola, quei nobili istinti come sopiti, si risvegliano

Non senti in teatro l'eco degli applausi quando risuonano quelle frasi che tutti riconosciamo, che all'unanimità proclamiamo vere

Alla povertà manca molto, all'avarizia tutto

L'avaro non è buono verso nessuno, pessimo con se stesso

Anche l'avaraccio applaude questi versi e gode che i suoi vizi siano scherniti: secondo te questo non accade ancor più quando è un filosofo a parlare, quando ai precetti salutari si inframmezzano versi, che li faranno penetrare con più efficacia nell'animo degli ignoranti

10 Diceva Cleante: Il nostro fiato produce un suono più squillante quando passa attraverso lo stretto e lungo canale di una tromba e ne fuoriesce alla fine da un'apertura più grande, così i ristretti vincoli della poesia rendono più vivi i nostri pensieri

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' Eadem neglegentius audiuntur minusquepercutiunt quamdiu soluta oratione dicuntur: ubi accessere numeri et egregiumsensum adstrinxere certi pedes, eadem illa sententia velut lacerto excussioretorquetur

De contemptu pecuniae multa dicuntur et longissimis orationibushoc praecipitur, ut homines in animo, non in patrimonio putent esse divitias,eum esse locupletem qui paupertati suae aptatus est et parvo se divitemfecit; magis tamen feriuntur animi cum carmina eiusmodi dicta sunt: Is minimo eget mortalis qui minimum cupit

Quod vult habet qui velle quod satis est potest

Cum haec atque eiusmodi audimus, ad confessionem veritatis adducimur;illi enim quibus nihil satis est admirantur, adclamant, odium pecuniaeindicunt
Gli stessi concetti si ascoltano più distrattamente e colpiscono meno se detti in prosa: quando si aggiunge il ritmo e versi ben determinati esprimono in forma concisa un pensiero significativo, quella stessa massima è come scagliata da un braccio più vigoroso

Si parla molto del disprezzo del denaro e con lunghissimi discorsi si insegna agli uomini che la ricchezza sta nell'anima, non nei beni materiali, che è veramente ricco chi si adatta alla sua povertà e si fa ricco con poco; gli animi, però sono più colpiti da versi di questo tipo: Ha pochissime necessità l'uomo che ha pochissimi desideri

Se uno vuole quanto basta, ha ciò che vuole

Quando ascoltiamo queste e altre massime del genere, siamo indotti a riconoscerne la veridicità; anche coloro che non sono mai sazi mostrano ammirazione, acclamano, dichiarano odio per il denaro
Hunc illorum adfectum cum videris, urge, hoc preme, hoc onera,relictis ambiguitatibus et syllogismis et cavillationibus et ceteris acuminisinriti ludicris

Dic in avaritiam, dic in luxuriam; cum profecisse te videriset animos audientium adfeceris, insta vehementius: veri simile non estquantum proficiat talis oratio remedio intenta et tota in bonum audientiumversa

Facillime enim tenera conciliantur ingenia ad honesti rectique amorem,et adhuc docilibus leviterque corruptis inicit manum veritas si advocatumidoneum nacta est

Ego certe cum Attalum audirem in vitia, in errores,in mala vitae perorantem, saepe miseritus sum generis humani et illum sublimemaltioremque humano fastigio credidi

Ipse regem se esse dicebat, sed plusquam regnare mihi videbatur cui liceret censuram agere regnantium
Quando vedrai questo loro stato d'animo, incalza, premi, coprili di esortazioni, lasciando da parte le ambiguità, i sillogismi, i cavilli e gli altri giochi di sottigliezze inutili

Parla contro l'avarizia, parla contro la dissolutezza; quando ti renderai conto di aver guadagnato terreno e di aver colpito l'animo degli ascoltatori, incalza con più energia: è straordinaria l'efficacia di questo tipo di eloquenza tesa a risanare e interamente volta al bene di chi ascolta

facilissimo indirizzare all'amore dell'onestà e della virtù l'animo dei giovani: sono ancora plasmabili e incorrotti, e la verità, se trova un buon avvocato, se ne impadronisce facilmente

Io, almeno, quando ascoltavo Attalo fustigare i vizi, le aberrazioni, i mali della vita, ho spesso provato compassione dell'umanità e l'ho giudicato un'anima nobile e superiore a ogni grandezza terrena

Diceva di essere un re, ma a me sembrava superiore, poiché i re li poteva censurare

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Cum vero commendare paupertatem coeperat et ostendere quam quidquid usumexcederet pondus esset supervacuum et grave ferenti, saepe exire e scholapauperi libuit

Cum coeperat voluptates nostras traducere, laudare castumcorpus, sobriam mensam, puram mentem non tantum ab inlicitis voluptatibussed etiam supervacuis, libebat circumscribere gulam ac ventrem

Indemihi quaedam permansere, Lucili; magno enim in omnia impetu veneram, deindead civitatis vitam reductus ex bene coeptis pauca servavi

Inde ostreisboletisque in omnem vitam renuntiatum est; nec enim cibi sed oblectamentasunt ad edendum saturos cogentia quod gratissimum est edacibus et se ultraquam capiunt farcientibus, facile descensura, facile reditura

Indein omnem vitam unguento abstinemus, quoniam optimus odor in corpore estnullus

Inde vino carens stomachus
Quando poi cominciava a lodare la povertà e a dimostrare come tutto ciò che eccede il bisogno è un peso superfluo e pesante a reggersi, tante volte avrei voluto uscire povero dalla scuola

Quando cominciava a schernire i piaceri, a lodare la castità, la frugalità, la purezza di un'anima aliena non solo dai piaceri illeciti, maanche da quelli superflui, avrei voluto limitare la mia gola e il mio ventre

Di questi insegnamenti qualcosa mi è rimasto, Lucilio mio; avevo cominciato tutto con grande slancio; poi, ritornato alla vita della città, ho mantenuto pochi dei miei buoni propositi

Da allora ho rinunciato per tutta la vita alle ostriche e ai funghi: non sono cibi, ma leccornie che fanno mangiare anche quando si è sazi cosa graditissima agli ingordi e a chi si rimpinza oltre misura, vanno giù con facilità, con facilità si vomitano

16 Da allora per tutta la vita non ho usato profumi, perché il miglior odore sul corpo è non averne nessuno

da allora non ho più bevuto vino

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