Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 17-18 Parte 02

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 17-18 Parte 02

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 17-18 Parte 02
Quae observanda tibi sint ut tutior vivas dicam

Tu tamen sic audiascenseo ista praecepta quomodo si tibi praeciperem qua ratione bonam valetudinemin Ardeatino tuereris

Considera quae sint quae hominem in perniciem hominisinstigent: invenies spem, invidiam, odium, metum, contemptum

Ex omnibusistis adeo levissimum est contemptus ut multi in illo remedii causa delituerint

Quem quis contemnit, calcat sine dubio sed transit; nemo homini contemptopertinaciter, nemo diligenter nocet; etiam in acie iacens praeteritur,cum stante pugnatur

Spem inproborum vitabis si nihil habueris quod cupiditatem alienamet inprobam inritet, si nihil insigne possederis; concupiscuntur enim etiam+pars innotarum sunt sic raro

Invidiam effugies si te non ingesserisoculis, si bona tua non iactaveris, si scieris in sinu gaudere
Ecco che regole devi osservare per vivere più tranquillo

Ritengo opportuno, però che tu ascolti questi insegnamenti come se io ti consigliassi la maniera di salvaguardare la tua salute nella zona di Ardea

Considera i motivi che spingono un uomo a fare del male a un altro uomo; troverai la speranza, l'invidia, l'antipatia, la paura, il disprezzo

Di tutti questi il disprezzo è il meno grave, tanto che molti vi si rifugiano per mettersi al riparo

Se uno disprezza, calpesta, è vero, ma poi passa oltre; nessuno fa del male con tenacia, con accanimento a una persona che disprezza; anche in battaglia non si bada al caduto, si combatte contro chi sta in piedi

La speranza dei malvagi potrai evitarla se non possiedi niente che susciti la maligna cupidigia degli altri, niente che si distingua; si desiderano, infatti, anche beni da poco, se sono insoliti o rari

All'invidia sfuggirai evitando di metterti in mostra, di ostentare i tuoi beni, e se saprai godere interiormente
Odium autest ex offensa hoc vitabis neminem lacessendo aut gratuitum, a quo tesensus communis tuebitur

Fuit hoc multis periculosum: quidam odium habueruntnec inimicum

Illud, ne timearis, praestabit tibi et fortunae mediocritaset ingeni lenitas: eum esse te homines sciant quem offendere sine periculopossint; reconciliatio tua et facilis sit et certa

Timeri autem tam domimolestum est quam foris, tam a servis quam a liberis: nulli non ad nocendumsatis virium est

Adice nunc quod qui timetur timet: nemo potuit terribilisesse secure

Contemptus superest, cuius modum in sua potestate habetqui illum sibi adiunxit, qui contemnitur quia voluit, non quia debuit

Huius incommodum et artes bonae discutiunt et amicitiae eorum qui apudaliquem potentem potentes sunt, quibus adplicari expediet, non inplicari,ne pluris remedium quam periculum constet
L'odio, o nasce da un'offesa, e lo eviterai non provocando nessuno; o è gratuito, e allora te ne difenderà il buon senso

Molti, però hanno corso questo pericolo: sono stati odiati senza avere un nemico

4 Perché la gente non debba aver paura di te, saranno sufficienti sia una modesta fortuna, sia un'indole mite: si sappia che ti si può offendere senza rischio di ritorsioni; sii pronto e risoluto nel riconciliarti

Essere temuti è dannoso sia in casa che fuori, sia dagli schiavi che dagli uomini liberi: tutti sono sufficientemente forti per fare del male

Inoltre, chi è temuto, teme: e se uno terrorizza gli altri, non può vivere tranquillo

Rimane il disprezzo: se uno se lo impone da sé, se viene disprezzato per volontà sua e non perché sia giusto così, può regolarne la misura

Dal fastidio che ci provoca ci liberano e i sani princìp e l'amicizia delle persone influenti presso un potente; con costoro sarà utile essere in relazione, ma non troppo stretta, perché il rimedio non sia peggiore del pericolo
Nihil tamen aeque proderit quam quiescere et minimum cum aliisloqui, plurimum secum

Est quaedam dulcedo sermonis quae inrepit et eblandituret non aliter quam ebrietas aut amor secreta producit

Nemo quod audierittacebit, nemo quantum audierit loquetur; qui rem non tacuerit non tacebitauctorem

Habet unusquisque aliquem cui tantum credat quantum ipsi creditumest; ut garrulitatem suam custodiat et contentus sit unius auribus, populumfaciet; sic quod modo secretum erat rumor est

Securitatis magna portio est nihil inique facere: confusam vitamet perturbatam inpotentes agunt; tantum metuunt quantum nocent, nec ullotempore vacant

Trepidant enim cum fecerunt, haerent; conscientia aliudagere non patitur ac subinde respondere ad se cogit
Non c'è niente, però che giovi quanto starsene tranquilli e parlare pochissimo con gli altri e il più possibile con se stessi

Le parole hanno una dolcezza che si insinua carezzevole e, come fanno l'ubriachezza o l'amore, tira fuori i segreti

Nessuno manterrà il silenzio su quello che ha udito, nessuno dirà solo quanto ha udito; chi riferisce un fatto, ne riferirà anche l'autore

Ognuno ha un amico cui confidare quanto è statoconfidato a lui stesso; per quanto tenga a freno la sua loquacità e si contenti di raccontare la cosa a uno solo, a poco a poco il numero delle persone che sanno si ingigantirà; e così il segreto diventa di dominio pubblico

Quanto alla sicurezza, gran parte di essa consiste nel comportarsi bene con tutti: i prepotenti vivono una vita turbata e inquieta, le loro paure sono proporzionali al male che fanno, e non stanno mai tranquilli

Le cattive azioni compiute li rendono trepidanti e incerti; la loro coscienza non li lascia occuparsi d'altro e li costringe a comparire davanti al suo tribunale

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Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 01
Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libro 01

Dat poenas quisquisexpectat; quisquis autem meruit expectat

Tutum aliqua res in malaconscientia praestat, nulla securum; putat enim se, etiam si non deprenditur,posse deprendi, et inter somnos movetur et, quotiens alicuius scelus loquitur,de suo cogitat; non satis illi oblitteratum videtur, non satis tectum

Nocens habuit aliquando latendi fortunam, numquam fiduciam

Vale

Tardius rescribo ad epistulas tuas, non quia districtus occupationibussum

Hanc excusationem cave audias: vaco, et omnes vacant qui volunt

Neminemres sequuntur: ipsi illas amplexantur et argumentum esse felicitatis occupationemputant

Quid ergo fuit quare non protinus rescriberem

id de quo quaerebasveniebat in contextum operis mei

scis enim me moralem philosophiamvelle conplecti et omnes ad eam pertinentis quaestiones explicare
L'attesa del castigo è già una pena; e chi sa di meritarlo, lo attende

8 Se uno ha sulla coscienza un delitto, può a volte rimanere impunito, ma non sarà mai sereno; anche se non viene scoperto, pensa di poterlo essere; fa sonni agitati e ogni volta che si parla del delitto di un altro, pensa al suo; non gli sembra sufficientemente dimenticato, sufficientemente coperto

Un malfattore può avere la fortuna di rimanerena scosto, ma non ne ha mai la certezza

Stammi bene

Rispondo con un certo ritardo alle tue lettere, non perché sia preso dagli impegni

Guàrdati bene dal credere a una simile scusa: il tempo cel'ho e ce l'hanno tutti, basta volerlo

Gli impegni non inseguono nessuno: sono gli uomini ad abbracciarli e a ritenerli un segno di felicità

Perché, allora, non ti ho risposto sùbito

L'argomento di cui domandavi rientrava nel piano della mia opera

tu sai che voglio trattare la filosofia morale nel suo complesso ed esaminarne tutti i problemi connessi
Itaquedubitavi utrum differrem te donec suus isti rei veniret locus, an ius tibiextra ordinem dicerem: humanius visum est tam longe venientem non detinere

Itaque et hoc ex illa serie rerum cohaerentium excerpam et, si quaerunt eiusmodi, non quaerenti tibi ultro mittam

Quae sint haec interrogas

Quae scire magis iuvat quam prodest, sicuthoc de quo quaeris: bonum an corpus sit

Bonum facit; prodest enim;quod facit corpus est

Bonum agitat animum et quodam modo format et continet,quae ergo propria sunt corporis

Quae corporis bona sunt corpora sunt;ergo et quae animi sunt; nam et hoc corpus est

Bonum hominis necesseest corpus sit, cum ipse sit corporalis

Mentior, nisi et quae alunt illumet quae valetudinem eius vel custodiunt vel restituunt corpora sunt; ergoet bonum eius corpus est
Perciò ero in dubbio se rimandare la risposta finché non fossi arrivato al punto, oppure soddisfare la tua richiesta, senza seguire la successione degli argomenti: mi è sembrato più cortese non far aspettare chi viene da tanto lontano

Estrapolerò dunque, questo tema dalla successione di quelli ad esso concatenati e se ce ne saranno altri simili, te li riferirò spontaneamente senza che tu lo chieda

Vuoi sapere di che si tratta

Di problemi la cui conoscenza è più piacevole che utile, come l'oggetto della tua domanda: il bene ha un corpo

Il bene agisce, perché è utile; e quello che agisce è un corpo

Il bene sprona l'anima e in un certo modo la forma e la disciplina, e queste sono attività di un corpo

I beni del corpo sono corpi, quindi lo sono anche i beni dell'animo, perché anche l'anima è un corpo

Il bene dell'uomo è necessariamente un corpo, perché l'uomo è corporeo

Mentirei se affermassi che anche le sostanze che lo alimentano e che gligarantiscono la salute o gliela restituiscono non sono corpi, quindi, anche il suo bene è corpo

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Non puto te dubitaturum an adfectus corpora sint(ut aliud quoque de quo non quaeris infulciam), tamquam ira, amor, tristitia,nisi dubitas an vultum nobis mutent, an frontem adstringant, an faciemdiffundant, an ruborem evocent, an fugent sanguinem

Quid ergo

tam manifestasnotas corporis credis inprimi nisi a corpore

Si adfectus corpora sunt,et morbi animorum, ut avaritia, crudelitas, indurata vitia et in statuminemendabilem adducta; ergo et malitia et species eius omnes, malignitas,invidia, superbia

ergo et bona, primum quia contraria istis sunt,deinde quia eadem tibi indicia praestabunt

An non vides quantum oculisdet vigorem fortitudo

quantam intentionem prudentia

quantam modestiamet quietem reverentia

quantam serenitatem laetitia

quantum rigorem severitas

quantam remissionem lenitas
Non penso che tu dubiterai che i sentimenti, come l'ira, l'amore, la tristezza, sono corpi e questo per aggiungere anche argomenti di cui non domandi, se non dubiti che ci fanno cambiare espressione, corrugare la fronte, distendere il volto, arrossire, impallidire

E allora

Non credi che solo un corpo possa provocare delle reazioni così chiaramente fisiche

Se sono corpi i sentimenti, lo saranno anche i mali dell'anima, come l'avarizia, la crudeltà, i vizi incalliti e ormai incorreggibili; e quindi anche la malvagità e tutte le sue forme, ossia il malanimo, l'invidia, la superbia

e di conseguenza, anche i beni, prima di tutto perché sono il loro contrario, poi perché si presentano con i medesimi segni

O forse non vedi che vigore dia allo sguardo la fortezza

Che intensità la prudenza

Che aria di modestia e di calma la verecondia

Che serenità la gioia

Che comportamento austero la gravità

Che senso di remissività la dolcezza
Corpora ergo sunt quae colorem habitumquecorporum mutant, quae in illis regnum suum exercent

Omnes autem quas rettulivirtutes bona sunt, et quidquid ex illis est

Numquid est dubium anid quo quid tangi potest corpus sit

Tangere enim et tangi nisi corpus nulla potest res, ut ait Lucretius

Omnia autem ista quae dixi non mutarent corpus nisi tangerent; ergo corporasunt

Etiam nunc cui tanta vis est ut inpellat et cogat et retineatet inhibeat corpus est

Quid ergo

non timor retinet

non audacia inpellit

non fortitudo inmittit et impetum dat

non moderatio refrenat ac revocat

non gaudium extollit

non tristitia deducit

Denique quidquid facimusaut malitiae aut virtutis gerimus imperio: quod imperat corpori corpusest, quod vim corpori adfert, corpus

Bonum corporis corporale est, bonumhominis et corporis bonum est; itaque corporale est
Quindi, sono corpi queifattori che cambiano il colore e lo stato dei corpi e che esercitano su di essi il loro potere

Ora, tutte le virtù che ho elencato, e tutto quello che ne deriva, sono beni

8 Non c'è dubbio poi che, se una cosa ha la capacità di toccare, sia corpo

Niente può infatti, toccare o essere toccato, se non il corpo dice Lucrezio

Ma tutte le cose sopraddette non potrebbero trasformare un corpo, se non lo toccassero; dunque, sono corpi

9 Ora, anche quegli elementi che hanno tanta forza da spingere, costringere, trattenere, inibire sono corpi

Ebbene

Il timore non ci trattiene

L'audacia non ci spinge

La fortezza non ci incita e ci dà slancio

La moderazione non ci frena e ci richiama

La gioia non ci esalta

La tristezza non ci abbatte

Infine, ogni nostra azione ce la comanda o la malvagità o la virtù: ciò che comanda il corpo, è corpo, ciò che fa violenza al corpo, è corpo

Il bene del corpo è corporeo, il bene dell'uomo è anche bene del corpo, perciò è corporeo

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Quoniam, ut voluisti, morem gessi tibi, nunc ipse dicam mihi quoddicturum esse te video: latrunculis ludimus In supervacuis subtilitasteritur: non faciunt bonos ista sed doctos

Apertior res est sapere,immo simplicior: paucis satis est ad mentem bonam uti litteris, sednos ut cetera in supervacuum diffundimus, ita philosophiam ipsam

Quemadmodumomnium rerum, sic litterarum quoque intemperantia laboramus: non vitaesed scholae discimus

Vale

Ubi illa prudentia tua

ubi in dispiciendis rebus subtilitas

ubimagnitudo

Tam pusilla te res tangit

Servi occupationes tuas occasionemfugae putaverunt

Si amici deciperent habeant enim sane nomen quod illisnoster error inposuit, et vocentur quo turpius non sint omnibusrebus tuis desunt illi qui et operam tuam conterebant et te aliis molestumesse credebant
Poiché ho obbedito al tuo desiderio, ora esprimerò io stesso quel giudizio che, penso, esprimerai tu: facciamo dei giochetti inutili e ci perdiamo in sottigliezze superflue: questi ragionamenti non ci rendono virtuosi, ma dotti

Il sapere è una cosa più chiara, anzi più semplice: basta poco studio per arrivare alla saggezza; noi, invece, disperdiamo in speculazioni inutili anche la filosofia come tutto il resto

Pure negli studi soffriamo di intemperanza come in ogni altra attività: impariamo per la scuola, non per la vita

Stammi bene

Dove è finita la tua prudenza

Dove il tuo acuto discernimento

E la tua grandezza d'animo

Una simile inezia ti turba

Le tue occupazioni hanno fornito ai tuoi schiavi l'opportunità di fuggire

Se ti ingannassero degliamici designiamoli pure col nome che abbiamo dato loro a torto e chiamiamoli così per non usare termini troppo dispregiativi ma a tutto il tuo patrimonio mancano ora delle persone che disprezzavano la tua attività e ti giudicavano gravoso per il prossimo
Nihil horum insolitum, nihil inexpectatum est; offendirebus istis tam ridiculum est quam queri quod spargaris in balneo autvexeris in publico aut inquineris in luto

Eadem vitae condicio est quaebalnei, turbae, itineris: quaedam in te mittentur, quaedam incident

Nonest delicata res vivere

Longam viam ingressus es: et labaris oportet etarietes et cadas et lasseris et exclames 'o mors', id est mentiaris

Alioloco comitem relinques, alio efferes, alio timebis: per eiusmodi offensasemetiendum est confragosum hoc iter

Mori vult

praeparetur animuscontra omnia; sciat se venisse ubi tonat fulmen; sciat se venisse ubi Luctus et ultrices posuere cubilia Curae pallentesque habitant Morbi tristisque Senectus

In hoc contubernio vita degenda est
Non c'è niente di insolito, niente di inaspettato; urtarsi per fatti del genere è ridicolo come lagnarsi di essere spruzzati in un bagno pubblico o spinti in mezzo alla folla o imbrattati stando nel fango

Nella vita è lo stesso che al bagno pubblico o tra la folla o durante un viaggio: qualche torto ti viene fatto di proposito, qualche altro è fortuito

Vivere non è una delizia

Hai intrapreso un lungo cammino: scivolerai, cozzerai, cadrai, ti sentirai stanco, invocherai - mentendo - la morte

Qui lascerai un compagno, là ne seppellirai un altro, più avanti un altro ancora ti farà paura: devi affrontare simili avversità per percorrere questo aspro sentiero

Vogliamo morire

Prepariamoci, invece, ad ogni evenienza, persuasi di essere arrivati dove scoppia il fulmine; dove: hanno il loro covo il Pianto e gli Affanni vendicatori, dove abitano lepallide Malattie e la triste Vecchiaia

Con questi compagni dobbiamo vivere

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Effugere ista non potes, comtemnerepotes; contemnes autem si saepe cogitaveris et futura praesumpseris

Nemo non fortius ad id cui se diu composuerat accessit et duris quoque,si praemeditata erant, obstitit: at contra inparatus etiam levissima expavit

Id agendum est ne quid nobis inopinatum sit; et quia omnia novitate graviorasunt, hoc cogitatio adsidua praestabit, ut nulli sis malo tiro

'Servi me reliquerunt

' Alium compilaverunt, alium accusaverunt,alium occiderunt, alium prodiderunt, alium mulcaverunt, alium veneno, aliumcriminatione petierunt: quidquid dixeris multis accidit deincepsquae multa et varia sunt in nos deriguntur

Quaedam in nos fixa sunt, quaedamvibrant et cum maxime veniunt, quaedam in alios perventura nos stringunt

Nihil miremur eorum ad quae nati sumus, quae ideo nulli querenda quiaparia sunt omnibus
Non puoi sfuggirli, ma puoi disprezzarli; e li disprezzerai, se rifletterai spesso e saprai prevederequelli che ti colpiranno

Tutti affrontano con maggiore coraggio gli eventi cui si sono preparati a lungo, e resistono anche alle difficoltà, se le hanno previste: chi, invece, è impreparato teme anche le piccolezze

Facciamo in modo che niente ci giunga inaspettato: e poiché l'imprevisto aggrava ogni disgrazia, una riflessione continua ti porterà a non farti sorprendere da nessun male

Gli schiavi mi hanno abbandonato

Qualche altro lo hanno spogliato, accusato, ucciso, tradito, malmenato, hanno attentato alla sua vita col veleno e con false imputazioni: qualunque sventura nomini, è capitata e in sèguito capiterà a molti

Tanti e tanto vari sono i colpi diretti contro di noi Alcuni ci hanno già feriti, altri balenano e stanno per arrivare, altri, che non erano diretti a noi, ci sfiorano

Non stupiamoci di cose alle quali siamo destinati dalla nascita; nessuno se ne deve lagnare: sono uguali per tutti

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