Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 01- 26

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 01- 26

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 05, Paragrafi 01- 26
[1]  Africam Graeci Libyam appellavere et mare ante eam Libycum; Aegyptio finitur, nec alia pars terrarum pauciores recipit sinus, longe ab occidente litorum obliquo spatio

populorum eius oppidorumque nomina vel maxime sunt ineffabilia praeterquam ipsorum linguis, et alias castella ferme inhabitant

[2]  Principio terrarum Mauretaniae appellantur, usque ad C

Caesarem Germanici filium regna, saevitia eius in duas divisere provincias

promunturium oceani extimum Ampelusia nominatur a Graecis

oppida fuere Lissa et Cottae ultra columnas Herculis, nunc est Tingi, quondam ab Antaeo conditum, postea a Claudio Caesare, cum coloniam faceret, appellatum Traducta Iulia

abest a Baelone oppido Baeticae proximo traiectu XXX

ab eo XXV in ora oceani colonia Augusti Iulia Constantia Zulil, regum dicioni exempta et iura in Baeticam petere iussa
[1] I Greci chiamarono l'Africa Libia e il mare davanti ad essa Libico; è delimitata dall'Egitto, né un'altra parte del mondo racchiude meno golfi, da lontano da occidente in uno spazio obliquo del lidi

I nomi dei suoi popoli e delle città poi sono per lo più impronunciabili se non nelle lingue degli stessi, e del resto abitano quasi luoghi fortificati

[2] Sono chiamate Mauritanie all'inizio delle terre, regni fino a C

Cesare figlio di Germanico, la cui crudeltà le divise in due province

Il promontorio estremo dell'oceano è chiamato Ampelusia dai Greci

Le città furono Lissa e Cotta oltre le colonne d'Ercole, ora c'è Tingi, un tempo fondata da Anteo, poi chiamata Giulia Tradotta da Claudio Cesare, quando la rese colonia

Dista da Belone città della Betica con percorso più breve 30 miglia

A 25 miglia da questa sulla sponda dell'oceano la colonia di Augusto Giulia Costanza Zulil, sottratta all'autorità dei re e comandata di volgersi verso la Betica per la giustizia
ab ea XXXV colonia a Claudio Caesare facta Lixos, vel fabulosissime antiquis narrata: [3]  ibi regia Antaei certamenque cum Hercule et Hesperidum horti

adfunditur autem aestuarium e mari flexuoso meatu, in quo dracones custodiae instar fuisse nunc interpretantur

amplectitur intra se insulam, quam solam e vicino tractu aliquanto excelsiore non tamen aestus maris inundant

exstat in ea et ara Herculis nec praeter oleastros aliud ex narrato illo aurifero nemore

[4]  minus profecto mirentur portentosa Graeciae mendacia de his et amne Lixo prodita qui cogitent nostros nuperque paulo minus monstrifica quaedam de iisdem tradidisse, praevalidam hanc urbem maioremque Magna Carthagine, praeterea ex adverso eius sitam et prope inmenso tractu ab Tingi, quaeque alia Cornelius Nepos avidissime credidit

A 35 miglia da essa Lisso, fatta colonia da Claudio Cesare, e raccontata dagli antichi molto favolosamente: [3] qui la reggia di Anteo e la lotta con Ercole e i giardini delle Esperidi

Dal mare poi con un giro tortuoso l'estuario, in cui ora sono riconosciute esserci state vigilanze a forma di draghi

Dentro di sé abbraccia un'isola, che unica dal vicino tratto che è alquanto più alto i flutti del mare tuttavia non inondano

C'è in essa anche l'altare di Ercole e non altro eccetto gli ulivi da quel bosco narrato come produttore di oro

[4] Certo ammirerebbero meno le fantastiche menzogne della Grecia riferite riguardo a ciò e al fiume Liso quelli che pensano che i nostri e recentemente hanno tramandato riguardo a queste cose certe notizie fantasiose, che questa città fortissima e maggiore della Grande Cartagine, inoltre situata di fronte ad essa e ad una distanza pressocchè enorme dal Tingi, e qualunque altra Cornelio Nepote accettò molto avidamente

[5]  ab Lixo XL in mediterraneo altera Augusti colonia est Babba, Iulia Campestris appellata, et tertia Banasa LXXV p

, Valentia cognominata; ab ea XXXV Volubile oppidum, tantundem a mari utroque distans

at in ora a Lixo L amnis Sububus, praeter Banasam coloniam defluens, magnificus et navigabilis

ab eo totidem milibus oppidum Sala, eiusdem nominis fluvio inpositum, iam solitudinibus vicinum elephantorumque gregibus infestum, multo tamen magis Autololum gente, per quam iter est ad montem Africae vel fabulosissimum Atlantem

[6]  E mediis hunc harenis in caelum attolli prodidere, asperum, squalentem qua vergat ad litora oceani, cui cognomen inposuit, eundem opacum nemorosumque et scatebris fontium riguum qua spectet Africam, fructibus omnium generum sponte ita subnascentibus, ut numquam satias voluptatibus desit
[5] A 40 miglia da Lisso nell'entroterra c'è Babba l'altra colonia di Augusto, chiamata Giulia Campestre, e a 75 miglia la terza, Banasa, denominata Valenza

A 35 miglia da essa la città di Volubile, che dista altrettanto da entrambi i mari

E sulla costa a 50 miglia da Lisso il fiume Sububo, che scorre accanto alla colonia Basana, magnifico e navigabile

Ad altrettante miglia da esso la città di Sala, posta sul fiume dello stesso nome, già vicina ai deserti ed infestata da branchi di elefanti, tuttavia molto di più dal popolo degli Autololi, attraverso esso c'è il passaggio verso il monte Atlante certo il più leggendario dell'Africa

[6] Tramandarono che questo s'innalza verso il cielo in mezzo alle sabbie, aspro, spoglio dove guarda verso le sponde dell'oceano, a cui dette il nome, lo stesso ombroso di boschi e anche bagnato da zampilli di fonti dove guarda l'Africa, con frutti di ogni genere che nascono così spontaneamente, che la sazietà non viene mai meno ai piaceri

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 89-113

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 89-113

[7]  incolarum neminem interdiu cerni; silere omnia haut alio quam solitudinum horrore; subire tacitam religionem animos propius accedentium praeterque horrorem elati super nubila atque in vicina lunaris circuli

eundem noctibus micare crebris ignibus, Aegipanum Satyrorumque lascivia inpleri, tibiarum ac fistulae cantu tympanorumque et cymbalorum sonitu strepere

haec celebrati auctores prodidere praeter Herculi et Perseo laborata ibi

spatium ad eum inmensum incertumque

[8]  fuere et Hannonis Carthaginiensium ducis commentarii Punicis rebus florentissimis explorare ambitum Africae iussi, quem secuti plerique e Graecis nostrisque et alia quidem fabulosa et urbes multas ab eo conditas ibi prodidere, quarum nec memoria alia nec vestigium exstat
[7] (Tramandarono che) di giorno non si vede nessuno degli abitanti; che tutto tace con un terrore non diverso da (quello) dei deserti; che una tacita religiosità penetra gli animi di quelli che accedono più vicino e oltre allo stupore trascinati sopra le nubi e nei luoghi vicini del cerchio lunare

Che lo stesso di notte brilla di frequenti fuochi, è riempito dalla sfrenatezza degli Egipani e dei Satiri, strepita per la musica delle trombe e del flauto e per il suono dei timpani e dei cembali

Famosi autori tramandarono queste cose oltre a quelle compiute qui da Ercole e Perseo

Immenso e non esplorato lo spazio fino ad esso

[8] Ci furono anche i commentari di Annone comandante dei Cartaginesi quando erano fiorentissime le fortune dei Punici, mandato ad esplorare il percorso dell'Africa, tenuto in considerazione dalla maggior parte fra i Greci e i nostri e certo tramandarono altre cose favolose e molte città da lui fondate qui, delle quali non rimane né la memoria né altra traccia
[9]  Scipione Aemiliano res in Africa gerente Polybius annalium conditor, ab eo accepta classe scrutandi illius orbis gratia circumvectus, prodidit a monte eo ad occasum versus saltus plenos feris, quas generat Africa; ad flumen Anatim CCCCLXXXXVI, ab eo Lixum CCV

Agrippa Lixum a Gaditano freto CXII abesse; inde sinum qui vocetur Sagigi, oppidum in promunturio Mulelacha, flumina Sububam et Salat, portum Rutubis a Lixo CCXXIIII, inde promunturium Solis, portum Rhysaddir, Gaetulos Autoteles, flumen Quosenum, gentes Selatitos et Masatos, flumen Masathat, flumen Darat, in quo crocodilos gigni

[10]  dein sinum DCXVI includi montis Bracae promunturio excurrente in occasum, quod appelletur Surrentium

postea flumen Salsum, ultra quod Aethiopas Perorsos, quorum a tergo Pharusios
[9] Quando Scipione Emiliano guidava le azioni in Africa Polibio autore degli annali, ricevuta da lui una flotta dopo aver fatto il giro di di tutta la zona per esplorare, tramandò che verso occidente da quel monte (ci sono) selve piene di bestie, che genera l'Africa; fino al fiume Anati 496 miglia, da esso a Lisso 205

Agrippa (dice) che Lisso dista 112 miglia dal golfo di Gades; poi un golfo che è detto Sagigi, la città di Mulelaca sul promontorio, i fiumi Sububa e Salat, il porto di Rutubi a 224 miglia da Lisso, poi il promontorio del Sole, il porto di Rissadir, i Getuli Autoteli, il fiume Quoseno, i popoli Selatiti e Masati, il fiume Darat, in cui nascono i coccodrilli

[10] Poi che un golfo di 616 miglia è chiuso dal promontorio del monte Braca che si spinge verso occidente, che è chiamato Surrenzio

Poi il fiume Salso, oltre il quale gli Etiopi Perorsi, alle spalle dei quali i Farusii

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 131-153

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 131-153

his iungi in mediterraneo Gaetulos Daras, at in ora Aethiopas Daratitas, flumen Bambotum, crocodilis et hippopotamis refertum

ab eo montes perpetuos usque ad eum, quem Theon Ocema dicemus

inde ad promunturium Hesperium navigationem dierum ac noctium decem

in medio eo spatio Atlantem locavit, ceteris omnibus in extremis Mauretaniae proditum

[11]  Romana arma primum Claudio principe in Mauretania bellavere, Ptolemaeum regem a Gaio Caesare interemptum ulciscente liberto Aedemone, refugientibusque barbaris ventum constat ad montem Atlantem

nec solum consulatu perfunctis atque e senatu ducibus, qui tum res gessere, sed equitibus quoque Romanis, qui ex eo preafuere ibi, Atlantem penetrasse in gloria fuit
Che i Getuli Dari sono uniti a questi nell'entroterra, e culla costa gli Etiopi Daratiti, il fiume Bamboto, pieno di coccodrilli e ippopotami

Da questo continui monti fino a quello che chiamiamo Teon Ocema

Poi fino al promontorio Esperio una navigazione di dieci giorni e dieci notti

In mezzo a questo spazio collocò Atlante, tramandata da tutti gli altri all'estremità della Mauritania

[11] Le armi romane combatterono sotto il principe Claudio dapprima in Mauritania, quando il liberto Edemone vendicava il re Tolomeo ucciso da Gaio Cesare, e sfuggendo ai barbari risulta che si giunse al monte Atlante

Non solo per quelli impegnati nel consolato e per chi comandava nel senato, che allora gestirono le imprese, ma anche per i cavalieri romani, che da allora comandarono qui, fu vanto essere penetrati sull'Atlante
[12]  quinque sunt, ut diximus, Romanae coloniae in ea provincia, perviumque famae videri potest, sed id plerumque fallacissimum experimento deprehenditur, quia dignitates, si indagare vera pigeat, ignorantiae pudore mentiri non piget, haut alio fidei proniore lapsu quam ubi falsae rei gravis auctor existit

equidem minus miror inconperta quaedam esse equestris ordinis viris, iam vero et senatum inde intrantibus, quam luxuriae, cuius efficacissima vis sentitur atque maxima, cum ebori, citro silvae exquirantur, omnes scipuli Gaetuli muricibus, purpuris

[13]  indigenae tamen tradunt in ora ab Salat CL flumen Asanam, marino haustu, sed portu spectabile, mox amnem, quem vocant Fut, ab eo ad Dirim hoc enim Atlanti nomen esse eorum lingua convenit CC, interveniente flumine, cui nomen est Ivor
[12] Cinque sono, come abbiamo detto, le colonie romane in questa provincia, e può sembrare facile alla conoscenza, ma ciò per la maggior parte è ritenuto sbagliatissimo dall'esperienza, perché i dignitari, se rincresce indagare la verità, non si vergognano di mentire per paura dell'ignoranza, con un errore non diversamente più incline alla fiducia che quando l'autore della cosa falsa risulta autorevole

Certo mi stupisco che alcune cose siano sconosciute agli uomini dell'ordine equestre, già in verità anche a chi entra poi in senato, meno che il lusso, la cui efficacissima forza è avvertita anche fortissima, poiché sono esplorate le selve per l'avorio, il cedro, tutti gli scogli Getuli per i murici, la porpora

[13] Tuttavia gli indigeni menzionano sulla costa a 150 miglia da Salat il fiume Asana, di acqua marina, ma con un notevole porto, poi il fiume, che chiamano Fut, da questo al Diri- questo infatti si addice essere il nome dell'Atlante nella loro lingua- 200 miglia, con un fiume che passa in mezzo, il cui nome è Ivor

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 266-271

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 266-271

ibi pauca extare circa vestigia habitati quondam soli, vinearum palmetorumque reliquias

[14]  Svetonius Paulinus, quem consulem vidimus, primus Romanorum ducum transgressus quoque Atlantem aliquot milium spatio, prodidit de excelsitate quidem eius quae ceteri, imas radices densis altisque repletas silvis incognito genere arborum, proceritatem spectabilem esse enodi nitore, frondes cupressi similes praeterquem gravitate odoris, tenui eas obduci lanugine, quibus addita arte posse quales e bombyce vestes confici

verticem altis etiam aestate operiri nivibus

[15]  decumis se eo pervenisse castris et ultra ad fluvium, qui Ger vocatur, per solitudines nigri pulveris, eminentibus interdum velut exustis cautibus, loca inhabitabilia fervore, quamquam hiberno tempore, experto
Qui (dicono) che restano poche tracce intorno del suolo un tempo abitato, e resti di vigne e di palmeti

[14] Svetonio Paolino, che abbiamo visto console, il primo dei comandanti Romani che oltrepassò anche l'Atlante per uno spazio di alcune miglia, tramandò della sua altezza quello che (tramandarono) gli altri, le ampie basi piene di boschi folti e alti con una specie sconosciuta di alberi, che l'altezza è notevole per la nitidezza senza nodi, le fronde simili al cipresso eccetto che per il fastidio dell'odore, che queste sono coperte da una leggera lanugine, con cui con adatta lavorazione possono essere fatte vesti come con la seta

Che la cima anche in estate è coperta di alte nevi

[15] (Disse) che egli era giunto là in dieci giorni di marcia e oltre il fiume, che è chiamato Ger, attraverso deserti di polvere nera, con massi che talora sporgono come bruciati, luoghi inabitabili per il caldo, sebbene avesse fatto esperienza nella stagione invernale
qui proximos inhabitent saltus, refertos elephantorum ferarumque et serpentium omni genere, Canarios appellari, quippe victum eius animalis promiscuum iis esse et dividua ferarum viscera

[16]  iunctam Aethiopum gentem, quos Perorsos vocant, satis constat

Iuba Ptolemaei pater, qui primus utrique Mauretaniae imperitavit, studiorum claritate memorabilior etiam quam regno, similia prodidit de Atlante, praeterque gigni herbam ibi euphorbeam nomine, ab inventore medico suo appellatam

cuius lacteum sucum miris laudibus celebrat in claritate visus contraque serpentes et venena omnia privatim dicato volumine

et satis superque de Atlante

[17]  Tingitanae provinciae longitudo CLXX est

gentes in ea quondam praecipua Maurorum unde nomen quos plerique Maurusios dixerunt, attenuata bellis ad paucas recidit familias
Quelli che abitano i luoghi vicini, pieni di elefanti e di bestie e di ogni genere di serpenti, sono chiamati Canari, poiché il cibo di questo animale è comune a loro e divisibili le interiora delle fiere

[16] Risulta sufficientemente che (è) vicino il popolo degli Etiopi, che chiamano Perorsi

Giuba padre di Tolomeo, che per primo comandò su entrambe le Mauritanie, più illustre per la fama degli studi che per il regno, tramandò notizie simili riguardo all'Atlante, inoltre che qui nasce un'erba chiamata col nome euforbia, dal medico suo scopritore

Il cui succo latteo egli decanta con ammirevoli lodi nella chiarezza della vista e contro i serpenti e tutti i veleni, avendo dedicato un volume per conto proprio

Ed (è) più che abbastanza riguardo all'Atlante

[17] La lunghezza della provincia Tingitana è 170 miglia

In essa un tempo importante la popolazione dei Mauri- da cui il nome- che chiamarono dovunque Maurusii, indebolita dalle guerre si ridusse a poche famiglie

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 52 - 53

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 52 - 53

proxima illi Masaesylorum fuerat; simili modo extincta est

Gaetulae nunc tenent gentes, Baniurae multoque validissimi Autololes et horum pars quondam Nesimi, qui avolsi iis propriam fecere gentem versi ad Aethiopas

[18]  ipsa provincia ab oriente montuosa fert elephantos, in Abila quoque monte et quos Septem Fratres a simili altitudine appellant

freto imminent iuncti Abilae

ab iis ora interni maris, flumen Tamuda navigabile, quondam et oppidum, flumen Laud, et ipsum navigiorum capax

Rhysaddir oppidum et portus, Malvane fluvius navigabilis

[19]  Siga oppidum ex adverso Malacae in Hispania sitae, Syphacis regia, alterius iam Mauretaniae

namque diu regum nomina obtinuere, ut Bogutiana appellaretur extuma, itemque Bocchi quae Caesariensis

ab ea portus Magnus, a spatio appellatus, civium Romanorum oppido
Vicina a quella c'era stata quella dei Masesili; fu estinta nello stesso modo

Ora abitano i popoli Getuli, Baniuri e Autoteli di gran lunga i più forti e i Nesimi un tempo parte di questi, che staccati da loro formarono una propria popolazione dopo essersi diretti verso l'Etiopia

[18] La stessa provincia montuosa da oriente presenta elefanti, anche sul monte Abila e quelli che chiamano Sette Fratelli per l'altezza uguale

Uniti all'Abila incombono sullo stretto

Da questi la costa del mare interno, il fiume Tamuda navigabile, un tampo anche una città, il fiume Laud, e lo stesso capace di navigazioni

La città e il porto di Risaddir, il fiume Malvane navigabile

[19] La città di Siga di fronte a Malaga situata in Spagna, reggia di Siface, già dell'altra Mauritania

Infatti a lungo tennero i nomi dei re, cosicchè la più lontana era chiamata Bogutiana, e così di Bocco quella che (ora è) Cesariense

Da questa il porto Grande, denominato dall'ampiezza, città di abitanti di diritto romano