Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 1-15, pag 3

Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 1-15

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 11, 1-15
Deus tempora aeternitate praecedit

[13

16] Nec tu tempore tempora praecedis: alioquin non omnia tempora praecederes

Sed praecedis omnia praeterita celsitudine semper praesentis aeternitatis et superas omnia futura, quia illa futura sunt, et cum venerint, praeterita erunt; tu autem idem ipse es, et anni tui non deficiunt

Anni tui nec eunt nec veniunt: isti enim nostri eunt et veniunt, ut omnes veniant

Anni tui omnes simul stant, quoniam stant, nec euntes a venientibus excluduntur, quia non transeunt; isti autem nostri omnes erunt, cum omnes non erunt

Anni tui dies unus, et dies tuus non quotidie, sed hodie, quia hodiernus tuus non cedit crastino; neque enim succedit hesterno

Hodiernus tuus aeternitas: ideo coaeternum genuisti, cui dixisti: Ego hodie genui te

Omnia tempora tu fecisti et ante omnia tempora tu es, nec aliquo tempore non erat tempus
Non c'è un allora dove non c'è il tempo

[13

16] Non è nel tempo che tu precedi il tempo: altrimenti non precederesti ogni tempo

Ma dalla vetta dell'eterno presente tu precedi tutto il passato e sovrasti tutto l'avvenire, appunto perché è avvenire, e una volta avvenuto sarà passato; tu invece sei sempre lo stesso, e i tuoi anni non si dilegueranno

Non vanno e vengono i tuoi anni, come fanno questi nostri, che se ne vanno tutti perché ciascuno possa venire

Stanno tutti insieme, i tuoi anni: appunto perché stanno lì e non se ne vanno, non si fanno cacciare da quelli che sopravvengono, non passano

Questi nostri invece ci saranno tutti quando non ce ne sarà più alcuno

Un solo giorno sono i tuoi anni, e il tuo giorno non è ogni giorno, ma oggi, perché il tuo oggi non cede al domani, come non succede al giorno di ieri

L'oggi è l'eternità, per te: per questo generi coeterno quello a cui tu dici oggi io ti ho generato
Quid sit tempus

[14

17] Nullo ergo tempore non feceras aliquid, quia ipsum tempus tu feceras

Et nulla tempora tibi coaeterna sunt, quia tu permanes; at illa si permanerent, non essent tempora

Quid est enim tempus

Quis hoc facile breviterque explicaverit

Quis hoc ad verbum de illo proferendum vel cogitatione comprehenderit

Quid autem familiarius et notius in loquendo commemoramus quam tempus

Et intellegimus utique, cum id loquimur, intellegimus etiam, cum alio loquente id audimus

Quid est ergo tempus

Si nemo ex me quaerat, scio; si quaerenti explicare velim, nescio; fidenter tamen dico scire me, quod, si nihil praeteriret, non esset praeteritum tempus, et si nihil adveniret, non esset futurum tempus, et si nihil esset, non esset praesens tempus
Hai fatto tu ogni tempo e sei prima del tempo, e non c'è mai stato un tempo in cui non c'era ancora il tempo

Sulla natura del tempo [14

17] Mai dunque, in nessun tempo, tu sei rimasto senza fare nulla, perché il tempo stesso sei tu che l'hai fatto; e non c'è periodo di tempo che possa dirsi a te coevo, perché tu permani: ma un tempo permanente non sarebbe tempo

Già, che cos'è il tempo

Chi ce ne darà una definizione breve e facile

Chi riuscirà ad afferrarne almeno col pensiero tanto da poterne parlare

Eppure, che cosa c'è che noi, quando parliamo, diamo per tanto scontato e familiare quanto il tempo

E senza dubbio capiamo quello che diciamo, capiamo anche quando ne sentiamo parlare da un altro

Che cos'è dunque il tempo

Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più

E tuttavia io affermo tranquillamente di sapere che se nulla passasse non ci sarebbe un passato, e se nulla avvenisse non ci sarebbe un avvenire, e se nulla esistesse non ci sarebbe un presente
Duo ergo illa tempora, praeteritum et futurum, quomodo sunt, quando et praeteritum iam non est et futurum nondum est

Praesens autem si semper esset praesens nec in praeteritum transiret, non iam esset tempus, sed aeternitas

Si ergo praesens, ut tempus sit, ideo fit, quia in praeteritum transit, quomodo et hoc esse dicimus, cui causa, ut sit, illa est, quia non erit, ut scilicet non vere dicamus tempus esse, nisi quia tendit non esse

Qua ratione tempus sit longum vel breve

[15

18] Et tamen dicimus longum tempus et breve tempus neque hoc nisi de praeterito aut futuro dicimus

Praeteritum tempus longum verbi gratia vocamus ante centum annos, futurum itidem longum post centum annos, breve autem praeteritum sic, ut puta dicamus ante decem dies, et breve futurum post decem dies

Sed quo pacto longum est aut breve, quod non est

Praeteritum enim iam non est et futurum nondum est
Ma allora in che senso esistono due di questi tempi, il passato e il futuro, se il passato non è più e il futuro non è ancora

Quanto al presente, se fosse sempre presente e non trascorresse nel passato, non sarebbe tempo, ma eternità

Se dunque il presente, per far parte del tempo, in tanto esiste in quanto trascorre nel passato, in che senso diciamo che esiste anch'esso

Se appunto la sua sola ragion d'essere è che non esisterà: in fondo è vero, come noi affermiamo, che il tempo c'è solo in quanto tende a non essere

[15

18] E tuttavia noi lo diciamo lungo o breve, il tempo, benché così chiamiamo solo il passato o il futuro

Ad esempio cent'anni passati fino a oggi fanno un passato che chiamiamo lungo, e lo stesso vale per un futuro di cent'anni a partire da oggi; invece dieci giorni - poniamo - precedenti o successivi fanno un passato e un futuro che diciamo brevi

Ma come fa a esser lungo o breve ciò che non è

Il passato non è più e il futuro non è ancora

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 16-31
Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 16-31

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 11, 16-31

Non itaque dicamus: "Longum est", sed dicamus de praeterito: "Longum fuit", et de futuro: "Longum erit"

Domine meus, lux mea, nonne et hic veritas tua deridebit hominem

Quod enim longum fuit praeteritum tempus, cum iam esset praeteritum, longum fuit, an cum adhuc praesens esset

Tunc enim poterat esse longum, quando erat, quod esset longum: praeteritum vero iam non erat; unde nec longum esse poterat, quod omnino non erat

Non ergo dicamus: "Longum fuit praeteritum tempus" (neque enim inveniemus, quid fuerit longum, quando, ex quo praeteritum est, non est), sed dicamus: "Longum fuit illud praesens tempus", quia cum praesens esset, longum erat

Nondum enim praeterierat, ut non esset, et ideo erat, quod longum esse posset; postea vero quam praeteriit, simul et longum esse destitit, quod esse destitit

Utrum praesens tempus possit esse longum

[15
Del passato dunque non dovremmo dire "è lungo", ma "è stato lungo", e del futuro "sarà lungo"

Mio Signore, mia luce, forse anche qui la tua verità si fa beffe dell'uomo

Questo passato che è stato lungo, lo è stato una volta che era già passato o quando era ancora presente

In effetti per essere lungo doveva essere: dunque poteva esserlo solo finché c'era

Ma il passato non era più e non essendo affatto non poteva nemmeno essere lungo

Perciò non dovremmo dire neppure, del passato, "è stato lungo" - infatti non troveremo mai che cosa sarebbe stato lungo, proprio perché non è, dal momento che è passato - ma dovremmo dire, piuttosto: "È stato lungo quel tempo presente", perché era lungo mentre era presente

Finché non era ancora passato e non aveva ancora cessato di essere, era appunto qualcosa, e quindi, eventualmente, anche lungo; ma una volta che fu passato, smise anche d'essere lungo, nel momento stesso in cui smise d'essere affatto

[15
19] Videamus ergo, anima humana, utrum praesens tempus possit esse longum: datum enim tibi est sentire moras atque metiri

Quid respondebis mihi

An centum anni praesentes longum tempus est

Vide prius, utrum possint praesentes esse centum anni

Si enim primus eorum annus agitur, ipse praesens est, nonaginta vero et novem futuri sunt, et ideo nondum sunt: si autem secundus annus agitur, iam unus est praeteritus, alter praesens, ceteri futuri

Atque ita mediorum quemlibet centenarii huius numeri annum praesentem posuerimus; ante illum praeteriti erunt, post illum futuri

Quocirca centum anni praesentes esse non poterunt

Vide saltem, utrum qui agitur unus ipse sit praesens

Et eius enim si primus agitur mensis, futuri sunt ceteri, si secundus, iam et primus praeteriit et reliqui nondum sunt

Ergo nec annus, qui agitur, totus est praesens, et si non totus est praesens, non annus est praesens
19] Vediamo allora se il presente possa essere lungo, anima umana: perché a te è dato sentire e misurare la durata

Che cosa mi rispondi

Dimmi: è lungo un presente che dura cent'anni

Ma vedi prima se cento anni possano essere presenti

Dunque: se è in corso il primo di essi, è questo che è presente, gli altri novantanove son futuri e quindi non ci sono ancora; ma se è in corso il secondo, un anno è già passato, l'altro presente, i restanti futuri

E così, qualunque sia fra questi cento l'anno che supporremo presente: quelli che lo precedono nell'ordine saranno passati, quelli che lo seguono futuri

Perciò cento anni non possono essere presenti

Vedi se possa almeno esser presente l'anno che è in corso

Ora se corre, di questo, il primo mese, tutti gli altri sono futuri, se il secondo, il primo è già passato e gli altri non ci sono ancora

Dunque neppure l'anno in corso è tutto presente, e se non è tutto presente, non è l'anno che è presente

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 01-10
Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 01-10

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 01; 01-10

Duodecim enim menses annus est, quorum quilibet unus mensis, qui agitur, ipse praesens est, ceteri aut praeteriti aut futuri

Quamquam neque mensis, qui agitur, praesens est, sed unus dies; si primus, futuris ceteris, si novissimus, praeteritis ceteris, si mediorum quilibet, inter praeteritos et futuros

[15

20] Ecce praesens tempus, quod solum inveniebamus longum appellandum, vix ad unius diei spatium contractum est

Sed discutiamus etiam ipsum, quia nec unus dies totus est praesens

Nocturnis enim et diurnis horis omnibus viginti quattuor expletur, quarum prima ceteras futuras habet, novissima praeteritas, aliqua vero interiectarum ante se praeteritas, post se futuras
Perché un anno è fatto di dodici mesi, e di questi è presente soltanto quello in corso, quale che sia, gli altri sono passati o futuri

Benché neppure il mese che è in corso sia presente, in effetti: solo un giorno lo è, se è il primo, sono futuri tutti gli altri, se l'ultimo, sono tutti passati, e uno qualunque degli intermedi sta fra i mesi passati e quelli futuri

[15

20] Eccolo qui il presente, il solo tempo che avevamo trovato possibile chiamare lungo, ridotto appena allo spazio di un giorno

Ma esaminiamo anche questo, perché neppure un giorno è mai tutto presente: delle ventiquattr'ore che, fra notte e giorno, lo costituiscono, la prima ha tutte le altre a venire, l'ultima le ha tutte alle spalle, e ciascuna delle intermedie ne ha di precedenti, passate, e di successive, future

E ciascuna singola ora è una fuga di minute particelle: quante han già preso il volo son passate, e futuro è quel che resta
Et ipsa una hora fugitivis particulis agitur: quidquid eius avolavit, praeteritum est, quidquid ei restat, futurum

Si quid intellegitur temporis, quod in nullas iam vel minutissimas momentorum partes dividi possit, id solum est, quod praesens dicatur; quod tamen ita raptim a futuro in praeteritum transvolat, ut nulla morula extendatur

Nam si extenditur, dividitur in praeteritum et futurum: praesens autem nullum habet spatium

Ubi est ergo tempus, quod longum dicamus

An futurum

Non quidem dicimus: "longum est", quia nondum est quod longum sit, sed dicimus: "longum erit"

Quando igitur erit

Si enim et tunc adhuc futurum erit, non erit longum, quia quid sit longum nondum erit; si autem tunc erit longum, cum ex futuro quod nondum est esse iam coeperit et praesens factum erit, ut possit esse quod longum sit, iam superioribus vocibus clamat praesens tempus longum se esse non posse

Praeteriens tempus metimur

Se è concepibile una frazione di tempo che non si possa più dividere ulteriormente in parti, per piccole che siano, questa soltanto può dirsi presente: ma anche questa balza così rapida dal futuro al passato, che non ha la più piccola durata

Perché se ne avesse, si dividerebbe in passato e futuro: ma il presente non ha alcuna estensione

Dov'è insomma un tempo che possiamo chiamare lungo

Forse il futuro

Non diciamo certamente che è lungo, perché ancora non è, ciò che deve esser lungo: diciamo piuttosto "sarà lungo"

Quando lo sarà

Se anche allora sarà ancora futuro, non sarà lungo, perché non sarà ancora niente del tutto

Forse sarà lungo allora, quando dal futuro che ancora non esiste avrà preso a essere e si sarà fatto presente (così da poter esser anche eventualmente lungo)

Ma se risuona ancora nelle parole appena dette la voce del presente stesso, che nega di poter durare a lungo

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 02; 06-10
Agostino, Le Confessioni: Libro 02; 06-10

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 02; 06-10

Agostino, Le Confessioni: Libro 08
Agostino, Le Confessioni: Libro 08

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 08

Agostino, Le Confessioni: Libro 04
Agostino, Le Confessioni: Libro 04

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 04

Agostino, Le Confessioni: Libro 06
Agostino, Le Confessioni: Libro 06

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 06

Agostino, Le Confessioni: Libro 02; 01-05
Agostino, Le Confessioni: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 02; 01-05