Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 31- 60, pag 2

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 31- 60

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 31- 60
Quod paulo minus utrumque euenit; nam neque Romam amplius rediit [s]et paucos post dies iuxta Tarracinam in praetorio, cui Speluncae nomen est, incenante eo complura et ingentia saxa fortuito superne dilapsa sunt, multisque convivarum et ministrorum elisis praeter spem evasit

[40] Peragrata Campania, cum Capuae Capitolium, Nolae templum Augusti, quam causam profectionis praetenderat, dedicasset, Capreas se contulit, praecipue delectatus insula, quod uno paruoque litore adiretur, saepta undique praeruptis immensae altitudinis rupibus et profundo mari
E poco mancò che l'una e l'altra di queste previsioni si realizzassero: infatti a Roma non ci tornò più e qualche giorno dopo la sua partenza, mentre cenava presso Terracina in una splendida villa chiamata 'Spelonca' un gran numero di enormi sassi caddero accidentalmente dall'alto, molti convitati e servi furono schiacciati e lui si salvò contro ogni speranza

40 Percorsa la Campania, dedicato un tempio di Giove a Capua e un tempio di Augusto a Nola, operazioni che gli avevano fornito il pretesto per la partenza, si ritirò a Capri, portando le sue preferenze su quest'isola, perché vi si giungeva da un solo lato, su una spiaggia ristretta, in quanto era circondata da rocce a picco, di grande altezza, e da un mare profondo
Statimque revocante assidua obtestatione populo propter cladem, qua apud Fidenas supra uiginti hominum milia gladiatorio munere amphitheatri ruina perierant, transiit in continentem potestatemque omnibus adeundi sui fecit: tanto magis, quod urbe egrediens ne qvis se interpellaret edixerat ac toto itinere adeuntis submouerat

[41] Regressus in insulam rei P Qvidem curam usque adeo abiecit, ut postea non decurias equitum umquam supplerit, non tribunos militum praefectosque, non provinciarum praesides ullos mutauerit, Hispaniam et Syriam per aliquot annos sine consularibus legatis habuerit, Armeniam a Parthis occupari, Moesiam a Dacis Sarmatisque, Gallias a Germanis uastari neglexerit: magno dedecore imperii nec minore discrimine
Richiamato ben presto dalle reiterate insistenze del popolo a causa della catastrofe avvenuta a Fidene, dove ventimila uomini erano morti sotto le rovine di un anfiteatro, durante uno spettacolo gladiatorio, si riportò sul continente e permise a tutti di avvicinarlo; era già molto, perché, partendo da Roma, aveva vietato a tutti, con un editto, di importunarlo e per tutto il viaggio aveva fatto allontanare la gente che si avvicinava

41 Ritornato nella sua isola, Tiberio si disinteressò così totalmente degli affari pubblici che, a partire da quel momento non si preoccupò più di completare le decurie dei cavalieri, di fare cambiamenti tra i tribuni militari, i comandanti di cavalleria e i governatori delle province, mentre lasciò per parecchi anni sia la Spagna, sia la Siria senza luogotenenti consolari e permise ai Partiti di occupare l'Armenia, ai Daci e ai Sarmati di devastare la Mesia e ai Germani le Gallie, cosa indecorosa, non meno che pericolosa per l'Impero
[42] Ceterum secreti licentiam nanctus et quasi civitatis oculis remotis, cuncta simul vitia male diu dissimulata tandem profudit: de quibus singillatim ab exordio referam

In castris tiro etiam tum propter nimiam uini auiditatem pro Tiberio 'Biberius,' pro Claudio 'Caldius,' pro Nerone 'Mero' uocabatur

Postea princeps in ipsa publicorum morum correctione cum Pomponio Flacco et L Pisone noctem continuumque biduum epulando potandoque consumpsit, quorum alteri Syriam provinciam, alteri praefecturam urbis confestim detulit, codicillis quoque iucundissimos et omnium horarum amicos professus
42 Ma, con il favore della solitudine e lontano, per così dire, dallo sguardo della città, egli finalmente lasciò affiorare tutti i vizi che per molto tempo aveva tenuti nascosti: li esaminerò ora ad uno ad uno, fin da principio

Quando era ancora recluta nell'esercito, la sua eccessiva passione per il vino lo faceva chiamare 'Biberio' invece di Tiberio, 'Caldio' invece di Claudio, e 'Mero' invece di Nerone

Più tardi, quando già era imperatore, nel momento stesso in cui si dava a riformare i costumi pubblici, passò due giorni e una notte a mangiare e bere in compagnia di Pomponio Flacco e L Pisone, poi, immediatamente dopo, diede al primo la provincia della Siria e all'altro la prefettura della città, giungendo perfino a proclamarli nelle sue lettere gli amici più cari e di tutte le ore

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08 , Parte 01

Cestio Gall[i]o, libidinoso ac prodigo seni, olim ab Augusto ignominia notato et a se ante paucos dies apud senatum increpito cenam ea lege condixit, ne quid ex consuetudine immutaret aut demeret, utque nudis puellis ministrantibus cenaretur

ignotissimum quaesturae candidatum nobilissimis anteposuit ob epotam in convivio propinante se uini amphoram

Asellio Sabino sestertia ducenta donauit pro dialogo, in quo boleti et ficedulae et ostreae et turdi certamen induxerat

nouum denique officium instituit a voluptatibus, praeposito equite R T Caesonio Prisco
Promise a Sestio Gallio, vecchio corrotto e prodigo, già bollato d'infamia da Augusto, e che lui stesso alcuni giorni prima aveva rimproverato davanti al Senato, di cenare presso di lui a condizione che nulla fosse cambiato o soppresso di quanto abitvale e che il pasto venisse servito da giovani fanciulle nude

Fra i candidati alla questura, preferì un uomo assolutamente sconosciuto a personaggi illustri, perché, durante un banchetto, avendolo invitato a bere, si era tracannato un'anfora di vino

Regalò duecento sesterzi ad Asellio Sabino per un dialogo in cui il fungo boleto, il beccafico, le ostriche e i tordi si disputavano la palma

Istituì infine un nuovo incarico, 'L'intendenza dei piaceri', che affidò al cavaliere romano T Cesonio Prisco
[43] Secessu vero Caprensi etiam sellaria excogitavit, sedem arcanarum libidinum, in quam undique conqvisiti puellarum et exoletorum greges monstrosique concubitus repertores, quos spintrias appellabat, triplici serie conexi, in uicem incestarent coram ipso, ut aspectu deficientis libidines excitaret

Cubicula plurifariam disposita tabellis ac sigillis lascivissimarum picturarum et figurarum adornauit librisque Elephantidis instruxit, ne cui in opera edenda exemplar impe[t]ratae schemae deesset

In silvis quoque ac nemoribus passim Venerios locos commentus est prost[r]antisque per antra et causa rupes ex utriusque sexus pube Paniscorum et Nympharum habitu, quae palam iam et uulgo nomine insulae abutentes 'Caprineum' dictitabant
43 Nel suo ritiro di Capri pensò anche di installare un locale con posti a sedere per segrete oscenità; là gruppi di giovani fanciulle e di giovanotti corrotti raccolti da tutte le parti, e inventori di mostruosi accoppiamenti, che egli chiamava 'spintri', riuniti in triplice catena, si prostituivano tra loro in sua presenza, per eccitare con questo spettacolo le sue voglie assopite

Adornò alcune camere situate in parti diverse con immagini e statuette che riproducevano i quadri e le sculture più lascive e vi aggiunse i libri di Elefantide, perché a nessuno nell'amplesso mancasse il modello della posa che gli ordinava di prendere

Ebbe anche l'idea di far disporre qua e là, nei boschi e nei giardini, ritratti consacrati a Venere e di collocare nelle grotte e nelle caverne giovani dell'uno e dell'altro sesso pronti ad offrirsi al piacere, in costume di silvani o di ninfe; così ormai tutti lo chiamavano apertamente 'Caprineo', con un gioco di parole sul nome dell'isola

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 04, Par 24 - 33

[44] Maiore adhuc ac turpiore infamia flagravit, vix ut referri audiriue, nedum credi fas sit, quasi pueros primae teneritudinis, quos pisciculos uocabat, institueret, ut natanti sibi inter femina versarentur ac luderent lingua morsuque sensim adpetentes; atque etiam quasi infantes firmiores, necdum tamen lacte depulsos, inguini ceu papillae admoueret, pronior sane ad id genus libidinis et natura et aetate

Quare Parrasi quoque tabulam, in qua Meleagro Atalanta ore morigeratur, legatam sibi sub condicione, ut si argumento offenderetur decies pro ea sestertium acciperet, non modo praetulit, sed et in cubiculo dedicauit
44 Gli si attribviscono turpitudini anche peggiori e tali che appena si ha il coraggio di descrivere o intendere e quasi si stenta a credere Avrebbe abituato alcuni fanciulli di teneressima età, che chiamava 'piccoli pesciolini', a muoversi e giocare tra le sue cosce, mentre nuotava, perché lo eccitassero a poco a poco con la lingua e con i morsi; si dice anche che, come se si trattasse di un seno, desse da succhiare le parti naturali del suo corpo a fanciullini già più grandicelli, ma non ancora svezzati; il suo gusto e la sua età lo portavano sicuramente a questo genere di godimento

Così si spiega perché non solo apprezzò moltissimo, ma addirittura collocò nella sua camera da letto un quadro di Parrasio, raffigurante Atalanta vergognosamente compiacente nei confronti di Meleagro, che gli era stato lasciato con la riserva di un risarcimento di un milione di sesterzi nel caso il soggetto lo avesse disgustato
Fertur etiam in sacrificando quondam captus facie ministri acerram praeferentis neqvisse abstinere, quin paene vixdum re diuina peracta ibidem statim seductum constupraret simulque fratrem eius tibicinem; atque utrique mox, quod mutuo flagitium exprobrarant, crura fregisse

[45] Feminarum quoque, et qvidem illustrium, capitibus quanto opere solitus sit inludere, evidentissime apparvit Malloniae cuiusdam exitu, quam perductam nec quicquam amplius pati constantissime recusantem delatoribus obiecit ac ne ream qvidem interpellare desiit, 'ecquid paeniteret'; donec ea relicto iudicio domum se abripuit ferroque transegit, obscaenitate[m] oris hirsuto atque olido seni clare exprobrata
Si racconta anche che un giorno, mentre stava compiendo un sacrificio, affascinato dalla bellezza del servo che gli presentava il turibolo, non seppe dominarsi e, quasi senza attendere la fine della cerimonia, lo trascinò in disparte, sul luogo stesso, per abusare di lui e anche di suo fratello, che sonava il flauto Si dice anche che più tardi fece loro spezzare le gambe perché si erano reciprocamente rimproverati il loro disonore

45 Era solito scherzare perfino con la vita delle donne, per di più nobili, e ciò apparve evidente con la morte di una certa Mollonia che egli aveva sedotto, ma che si rifiutava ostinatamente di prestarsi ai suoi ignobili capricci, Aizzò delatori contro di lei e anche quando fu dichiarata colpevole non cessò di molestarla e di chiederle se era pentita, finché la povera donna, lasciando il tribunale, si rinchiuse in casa dove si uccise con un pugnale, dopo aver deprecato ad alta voce i vizi di quel vecchio ignobile e ripugnante

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unde mora in Atellanico exhodio proximis ludis adsensu maximo excepta percrebruit, 'hircum uetulum capreis naturam ligurire

' [46] Pecuniae parcus ac tenax comites peregrinationum expeditionumque numquam salario, cibariis tantum sustentauit, una modo liberalitate ex indulgentia uitrici prosecutus, cum tribus classibus factis pro dignitate cuiusque, primae sescenta sestertia, secundae quadringenta distribuit, ducenta tertiae, quam non amicorum sed Graecorum appellabat

[47] Princeps neque opera ulla magnifica fecit--nam et quae sola susceperat, Augusti templum restitutionemque Pompeiani theatri, imperfecta post tot annos reliquit--neque spectacula omnino edidit; et iis, quae ab aliquo ederentur, rarissime interfuit, ne quid exposceretur, utique postquam comoedum Actium coactus est manumittere
Così, durante i giochi successivi fu applaudita con entusiasmo, in un'atellana di conclusione, una battuta che fece fortuna: 'il vecchio caprone lecca le parti naturali delle capre

46 Parsimonioso e avaro, non assegnò mai una paga ai compagni dei suoi viaggi e delle sue spedizioni, ma si limitò a provvedere al loro nutrimento; una volta soltanto si mostrò generoso nei loro confronti, ma a spese del suo patrigno, e suddividendoli in tre classi, secondo il rango di ciascuno, distribuì seicentomila sesterzi alla prima, quattrocentomila alla seconda e duecentomila a quelli della terza, che chiamava non degli amici, ma dei greci

47 Divenuto imperatore non fece costrvire nessun grande monumento, perché lasciò incompiute dopo tanti anni le sole opere cui aveva dato il via, vale a dire il tempio di Augusto e il restauro del teatro di Pompeo; d'altra parte non organizzò nemmeno spettacoli e assistette molto raramente a quelli che offrivano gli altri, per timore che gli chiedessero qualche favore, soprattutto dopo che era stato costretto a rendere libero l'attore comico Aczio
Paucorum senatorum inopia sustentata, ne pluribus opem ferret, negauit se aliis subuenturum, nisi senatui iustas necessitatium causas probassent

Quo pacto plerosque modestia et pudore deterruit, in quibus Hortalum, Quinti Hortensi oratoris nepotem, qui permodica re familiari auctore Augusto quattuor liberos tulerat

[48] Publice munificentiam bis omnino exhibuit, pro posito milies sestertium gratuito in trienni tempus et rursus quibusdam dominis insularum, quae in monte Caelio deflagrarant, pretio restituto
Quando portò aiuto alla povertà di alcuni senatori, si affrettò a dichiarare, per non doverne soccorrere ancora, che altri sarebbero stati assistiti da lui solo dopo che avevano fornito al Senato la giustificazione dei loro bisogni

A queste condizioni, la maggior parte si tirò indietro per vergogna e per pudore, e tra questi Ortalo, nipote dell'oratore Ortensio, che con un patrimonio modesto aveva messo al mondo, per esortazione di Augusto, quattro figli

48 Nei confronti del popolo solo due volte diede prova di generosità: all'inizio, quando mise à sua disposizione cento milioni di sesterzi per tre anni e senza interessi, poi quando indennizzò certi proprietari di gruppi di case che erano state incendiate sul monte Celio

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Quorum alterum magna difficultate nummaria populo auxilium flagitante coactus est facere, cum per senatus consultum sanxisset, ut faeneratores duas patrimonii partes in solo collocarent, debitores totidem aeris alieni statim soluerent, nec res expediretur; alterum ad mitigandam temporum atrocitatem

Quod tamen beneficium tanti aestimauit, ut montem Caelium appellatione mutata uocari Augustum iusserit

Militi post duplicata ex Augusti testamento legata nihil umquam largitus est, praeterquam singula milia denariorum praetorianis, quod Seiano se non accommodassent, et quaedam munera Syriacis legionibus, quod solae nullam Seiani imaginem inter signa colvissent

Atque etiam missiones veteranorum rarissimas fecit, ex senio mortem, ex morte compendium captans
La prima di queste misure gli fu imposta dalla grande scarsità di liquido che determinò una richiesta di aiuto da parte del popolo, in quanto egli aveva ordinato con decreto del Senato che gli usurai investissero i due terzi del loro patrimonio in beni immobili e che i debitori pagassero subito i due terzi dei loro debiti; ma tutto questo non risolse la crisi La seconda misura tendeva a rimediare la gravità dei momenti

Tuttavia attribuì un così grande valore a questa generosità che fece cambiare il nome del monte Celio, per chiamarlo monte di Augusto

Per ciò che riguarda i soldati, dopo aver raddoppiato la somma che Augusto aveva loro assegnato per testamento, non fece altre elargizioni, ad eccezione di una gratifica di mille denari a ciascun pretoriano per non essersi unito a Seiano, e di alcuni doni alle legioni di Siria che, uniche, non avevano più onorato nessuna immagine di Seiano in mezzo alle loro insegne

Arrivo perfino a congedare raramente i vecchi soldati, calcolando che la vecchiaia avrebbe portato la morte e che la morte gli avrebbe giovato

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