Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 70-123

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 70-123

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 70-123
[70] est et bimestre circa Thraciae Aenum, quod XL die, e quo satum est, maturescit, mirumque nulli frumento plus esse ponderis et furfuribus carere

utitur eo et Sicilia et Achaia, montuosis utraque partibus, Euboea quoque circa Carystum

in tantum fallitur Columella, qui ne trimestris quidem proprium genus existimaverit esse, cum sit antiquissimum

Graeci setanion vocant

tradunt in Bactris grana tantae magnitudinis fieri, ut singula spicas nostras aequent

[71] Primum ex omnibus frumentis seritur hordeum

dabimus et dies serendo cuique generi natura singulorum exposita

hordeum Indis sativum et silvestre, ex quo panis apud eos praecipuus et alica

maxume quidem oryza gaudent, ex qua tisanam conficiunt, quam reliqui mortales ex hordeo
[70] Intorno ad Eno in Tracia c'è anche quello bimestrale, che matura nel 40° giorno, in cui fu seminato, e strano che per nessun frumento c'è un peso maggiore e sia privo di crusche

Fanno uso di questo la Sicilia e l'Acaia, entrambe nelle zone montuose, anche l'Eubea intorno a Caristo

Sbaglia di tanto Columella, che aveva ritenuto che neppure il trimestrale fosse un genere proprio, pur essendo molto antico

I Greci lo chiamano setanion

Tramandano che nella Battriana i granelli diventano di tanta grandezza, che uno uguaglia le nostre spighe

[71] Dapprima fra tutti i cereali si semina l'orzo

Daremo anche i giorni per la semina e per ogni genere la caratteristica di ciascuno esposta

Coltivato per gli Indi anche un orzo selvatico, da questo presso essi un pane speciale e la spelta

Ma gradiscono soprattutto l'oryza, da cui fanno una tisana, che gli altri uomini (fanno) dall'orzo
oryzae folia carnosa, porro similia, sed latiora, altitudo cubitalis, flos purpureus, radix gemmeae rotunditatis

[72] Antiquissimum in cibis hordeum, sicut Atheniensium ritu Menandro auctore apparet et gladiatorum cognomine, qui hordearii vocabantur

polentam quoque Graeci non aliunde praeferunt

pluribus fit haec modis

Graeci perfusum aqua hordeum siccant nocte una ac postero die frigunt, dein molis frangunt

[73] sunt qui vehementius tostum rursus exigua aqua adspergant et siccent, priusquam molant

alii vero virentibus spicis decussum hordeum recens purgant madidumque in pila tundunt atque in corbibus eluunt ac siccatum sole rursus tundunt et purgatum molunt

quocumque autem genere praeparato vicenis hordei libris ternas seminis lini et coriandri selibram salisque acetabulum, torrentes omnia ante, miscent in mola
Carnose le foglie dell'oryza, simili al porro, ma più larghe, l'altezza di un cubito, il fiore purpureo, la radice della rotondità della perla

[72] Fra i cibi molto antico appare l'orzo, secondo l'usanza degli Ateniesi all'autore Menandro e per il soprannome dei gladiatori, che erano chiamati orzarii

Non diversamente i Greci preferiscono anche la polenta

Questa si fa in diversi modi

I Greci seccano l'orzo bagnato con l'acqua per una notte e abbrustoliscono il giorno dopo, poi lo spezzano con le macine

[73] Ci sono quelli che bagnano di nuovo più intensamente con poca acqua quello tostato e lo seccano, prima che macinino

Altri veramente puliscono l'orzo fresco battuto con spighe verdeggianti e bagnato lo pestano nel mortaio e lavano nei canestri e seccato di nuovo al sole lo pestano e lo macinano dopo averlo pulito

Qualunque genere preparato poi a venti libbre di orzo tre di semi di lino e mezza libbra di coriandolo e un acetabolo di sale, abbrustolendo tutto prima, mescolano nella macina
[74] qui diutius volunt servare, cum polline ac furfuribus suis condunt novis fictilibus

Italia sine perfusione tostum in subtilem farinam molit, isdem additis atque etiam milio

Panem ex hordeo antiquis usitatum vita damnavit, quadripedumque fere cibus est, cum tisanae inde usus validissimus saluberrimusque tanto opere probetur

[75] unum laudibus eius volumen dicavit Hippocrates e clarissimis medicinae scientia

tisanae bonitas praecipua Uticensi

in Aegypto vero est quae fiat ex hordeo, cui sunt bini anguli

in Baetica et Africa genus, ex quo fiat, hordei glabrum appellat Turranius

idem olyran et oryzan eandem esse existimat

tisanae conficiendae volgata ratio est

[76] Simili modo e tritici semine tragum fit, in Campania dumtaxat et Aegypto,amylum vero ex omni tritico ac siligine, sed optimum e trimestri
[74] Quelli che vogliono conservarlo più a lungo, lo conservano in vasi nuovi di coccio col polline e le sue crusche

In Italia tostato senza essere bagnato si macina in farina molto sottile, con gli stessi elementi aggiunti ed anche il miglio

La vita disprezzò il pane d'orzo consueto per gli antichi, è per lo più cibo dei quadrupedi, essendo invece considerato di tanto molto efficace e molto salutare l'uso della tisana

[75] Ippocrate fra i più famosi nella scienza della medicina dedicò un volume alle sue lodi

Particolare la bontà della tisana di Utica

In Egitto inoltre c'è quella che si ricava da un orzo, a cui ci sono due rientranze

Turranio chiama glabro il tipo di orzo nella Betica e in Africa, da cui si ricava

Lo stesso ritiene che l'olyra e il riso siano la stessa cosa

La tecnica della preparazione della tisana è nota

[76] In modo simile si fa un semolino dal chicco del frumento, almeno in Campania e in Egitto, invece l'amido da ogni frumento e farina, ma ottimo da quello trimestrale

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, Paragrafi 104-127
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, Paragrafi 104-127

inventio eius Chio insulae debetur; et hodie laudatissimum inde

est appellatum ab eo quod sine mola fiat

proximum trimestri quod e minime ponderoso tritico

madescit dulci aqua in ligneis vasis, ita ut integatur quinquies in die mutata; alius, si et noctu, ita ut misceatur pariter

[77] emollitum priusquam acescat, linteo aut sportis saccatum tegulae infunditur inlitae fermento, atque ita in sole densatur

post Chium maxime laudatur Creticum, mox Aegyptium, probatur autem levore et levitate atque ut recens sit, iam et Catoni dictum apud nos

[78] Hordei farina et ad medendum utuntur, mirumque in usu iumentorum ignibus durato ac postea molito offisque humana manu demissis in alvum maiores vires torosque corporis fieri

spicae quaedam binos ordines habent, quaedam plures usque ad senos
La sua scoperta si deve all'isola di Chio; ancora oggi il più pregiato

E' denominato da quello che si fa senza macina

Subito dopo il trimestrale quello dal frumento pesante al minimo

Macera in vasi di legno, cosicché sia coperto con acqua dolce cambiata ogni cinque giorni; diverso, se anche di notte, cosicchè s'impregna uniformemente

[77] Prima che ammorbidito inacidisca, filtrato con il lino o con ceste viene steso nella teglia spalmata di lievito, e così è rassodato dal sole

Dopo quello di Chio è rinomato soprattutto il cretese, poi l'egiziano, è apprezzato poi per la morbidezza e la leggerezza e che sia fresco, e noto anche a Catone presso di noi

[78] Usano la farina d'orzo anche per curare, e cosa straordinaria nel trattamento dei giumenti con l'indurirlo sulle fiamme e poi col macinarlo e spinti con mano umana i bocconi nel ventre far diventare maggiori le forze e i muscoli del corpo

Alcune spighe hanno due ordini, alcune di più fino a sei
grano ipsi aliquot differentiae: longius leviusque aut brevius ac rotundius, candidius nigriusve, cui purpura est opimo ad polentam

contra tempestates candido maxima infirmitas

[79] hordeum frugum omnium mollissimum est

seri non volt nisi in sicca et soluta terra ac nisi laeta

palea ex optimis, stramento vero nullum conparatur

hordeum ex omni frumento minime calamitosum, quia ante tollitur quam triticum occupet rubigo, itaque sapientes agricolae triticum cibariis tantum serunt, hordeum sacculo seri dicunt, [80] propterea celerrime redit, fertilissimumque quod in Hispaniae Carthagine Aprili mense collectum est

hoc seritur eodem mense in Celtiberia, eodemque anno bis nascitur

rapitur omne a prima statim maturitate festinantius quam cetera

fragili enim stipula et tenuissima palea granum continetur
Gli stessi nel grano qualche differenza: più lungo e più leggero o più corto e più rotondo, più chiaro o più scuro, quello a cui c'è il color porpora ricco per la polenta

Contro le intemperie la massima debolezza per quello bianco

[79] Di tutti i cereali l'orzo è il più delicato

Non vuole essere seminato se non nel terreno asciutto e frantumato e se non fertile

La paglia fra le migliori, in verità niente si paragona per la lettiera

L'orzo minimamente esposto al danno fra ogni frumento, perché raccolto prima che la ruggine attacchi il frumento, perciò i contadini saggi seminano il grano solo per i cibi, dicono che l'orzo si semina per il portamonete, [80] pertanto rende molto rapidamente, e il più fertile quello che è raccolto nel mese di aprile a Cartagine in Spagna

Questo è seminato nello stesso mese in Celtiberia, e spunta due volte nello stesso anno

E' raccolto tutto subito dopo la prima maturazione più rapidamente degli altri

Infatti il chicco è contenuto in uno stelo fragile e con una pula molto sottile

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 231-267
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 231-267

meliorem etiam polentam fieri tradunt, si non excocta maturitate tollatur

[81] Frumenti genera non eadem ubique nec, ubi eadem sunt, isdem nominibus

volgatissima ex his atque pollentissima far, quod adoreum veteres appellavere, siligo, triticum

haec plurimis terris communia

arinca Galliarum propria, copiosa et Italiae est, Aegypto autem ac Syriae Ciliciaeque et Asiae ac Graeciae peculiares zea, oryza, tiphe

[82] Aegyptus similaginem conficit e tritico suo nequaquam Italicae parem

qui zea utuntur non habent far

est et haec Italiae, in Campania maxime, semenque appellatur

hoc habet nomen res praeclara, ut mox docebimus, propter quam Homerus Ζειδωρος αρουρα dixit, non, ut aliqui arbitrantur, quoniam vitam donaret

amylum quoque ex ea fit priore crassius; [83] haec sola differentia est
Tramandano che si ricavi una polenta anche migliore, se è raccolto con una maturazione non completa

[81] I tipi di frumento non sono gli stessi dovunque, né con i medesimi nomi, dove gli stessi si trovano

Il più diffuso fra questi e il più robusto il farro, che gli antichi chiamarono adoreum, il grano bianco, il frumento

Questi comuni a diversi paesi

L'arinca tipica delle Gallie, è abbondante anche in Italia, poi caratteristici per Egitto e Siria e Cilicia e Asia e Grecia la zea, il riso, il farro piccolo

[82] L'Egitto ricava uno simile dal suo frumento per niente uguale (a quello) dell'Italia

Coloro che usano la zea non hanno il farro

Questa c'è anche in Italia, soprattutto in Campania, ed è detta seme

Ha questo nome una cosa famosa,come presto diremo, per cui Omero la definì terra che dona la zea, non, come pensano alcuni, poiché donava la vita

Da essa si ricava anche un amido più grossolano del precedente; [83] questa è l'unica differenza
ex omni genere durissimum far et contra hiemes firmissimum

patitur frigidissimos locos et minus subactos vel aestuosos sitientesque

primus antiquis Latii cibus, magno argumento in adoriae donis, sicuti diximus

pulte autem, non pane, vixisse longo tempore Romanos manifestum, [84] quoniam et pulmentaria hodieque dicuntur et Ennius, antiquissimus vates, obsidionis famem exprimens offam eripuisse plorantibus liberis patres commemorat

et hodie sacra prisca atque natalium pulte fitilla conficiuntur, videturque tam puls ignota Graeciae fuisse quam Italiae polenta

[85] Tritici semine avidius nullum est nec quod plus alimenti trahat

siliginem proprie dixerim tritici delicias candore sive virtute sive pondere
Di ogni genere il più robusto il farro e il più resistente contro i rigori invernali

Sopporta i luoghi molto freddi e meno lavorati o quelli caldi e assetati

Primo cibo per gli antichi del Lazio, di grande testimonianza nei doni di adorazione, come abbiamo detto

Chiaro poi che i Romani vissero per lungo tempo di farinata, non di pane, [84] poiché anche oggi sono detti pietanze ed Ennio, antichissimo poeta, rappresentando la fame di un assedio ricorda che i padri strappavano la farinata ai figli che supplicavano

Anche oggi i sacrifici antichi e dei natalizi sono fatti con polenta di farinata, e sembra che la polenta fosse ignota tanto alla grecia quanto all'Italia

[85] Niente è più avido del seme del frumento né che attiri più alimento

Chiamerei il grano comune propriamente delizie del frumento per il candore e per la bontà e il peso

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 94-119
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 94-119

conveniens umidis tractibus, quales Italiae sunt et Galliae Comatae, sed trans Alpes in Allobrogum tantum Remorumque agro pertinax, in ceteris ibi partibus biennio in triticum transit

remedium, ut gravissima quaeque grana eius serantur

[86] e siligine lautissimus panis pistrinarumque opera laudatissima

praecellit in Italia, si Campana Pisis natae misceatur

rufior illa, at Pisana candidior ponderosiorque cretacea

iustum est e grano Campanae, quam vocant castratam, e modio redire sextarios IV siliginis vel e gregali sine castratura sextarios V, [87] praeterea floris semodium et cibarii, quod secundarium vocant, sextarios IV, furfuris sextarios totidem, e Pisana autem siliginis sextarios V, cetera paria sunt

Clusina Arretinaque etiamnum sextarios siliginis adiciunt, in reliquis pares
Adatto ai luoghi umidi, come sono quelli dell'Italia e della Gallia Chiomata, ma oltre le Alpi resistente solo nel territorio degli Allobrogi e dei Remi, negli altri posti qui si trasforma in due anni in frumento

Il rimedio, che siano seminati i suoi chicchi più pesanti

[86] Dal grano comune un pane molto apprezzato e un lavoro molto pregevole delle fornerie

Eccelle in Italia, se si mescola (quello) campano a quello nato a Pisa

Quello più rosso, invece il pisano cretaceo più chiaro e più pesante

E' normale dal grano della Campania, che chiamano mondato, ottenere da un moggio 4 sestarii di grano comune o 5 sestari da quello comune senza mondatura, [87] Inoltre mezzo moggio del fiore di farina e 4 sestariidi farina grossa, che chiamano di seconda scelta, altrettanti sestarii di crusca, poi da quello pisano 5 sestarii di grano comune, le altre quantità sono uguali

Quelli di Chiusi e di Arezzo aggiungono anche sestarii di grano comune, uguali negli altri elementi
si vero pollinem facere libeat, XVI pondo panis redeunt et cibarii III furfurumque semodius

molae discrimine hoc constat

nam quae sicca moluntur, plus farinae reddunt, quae salsa aqua sparsa, candidiorem medullam, verum plus retinent in furfure

[88] farinam a farre dictam nomine ipso apparet

siligineae farinae modius Galliae XX libras panis reddit, Italicae duabus tribusve amplius in artopticio pane

nam furnaceis binas adiciunt libras in quocumque genere

[89] Similago e tritico fit, laudatissima ex Africo

iustum est e modiis redire semodios et pollinis sextarios V, ita appellant in tritico quod florem in siligine, hoc aerariae officinae chartariaeque utuntur, praeterea secundarii sextarios IV furfurumque tantundem, panis vero e modio similaginis p XXII, e floris modio p XVI
Se invece si gradisse ottenere la farina, si ricavano 16 libbre di pane e 3 di farina grossa e mezzo moggio di crusche

Questo dipende dalla diversità della macina

Infatti quelli che sono macinati asciutti, danno più farina, quelli con acqua salata spruzzata, una farina più bianca, ma ne trattengono di più nella crusca

[88] Appare dal nome stesso che è detta farina dal farro

Un moggio di farina di grano comune della Gallia rende 20 libbre di pane, (quella) dell'Italia due o tre di più col pane cotto in forma

Infatti in qualunque tipo aggiungono due libbre a quelli cotti in forno

[89] La similagine proviene dal frumento, molto pregiato da quello africano

E' consueto che dai moggi si ricavano mezzi moggi e 5 sestarii di polvere, così chiamano nel frumento quello che (è) il fiore nel grano comune, lo usano per la lavorazione del rame e della carta, inoltre 4 sestarii di farina di seconda scelta e altrettanti di crusche, invece da un moggio di similagine 22 libbre di pane, da un moggio di fior di farina 16 libbre

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[90] pretium huic annona media in modios farinae XL asses, similagini octonis assibus amplius, siligini castratae duplum

est et alia distinctio semel pollinatam XVII p panis reddere, bix XVIII, ter XIX cum triente et secundarii panis quinas selibras, totidem cibarii et furfurum sextarios VI

[91] Siligo numquam maturescit pariter, nec ulla segetum minus dilationem patitur propter teneritatem, iis quae maturuere protinus granum dimittentibus

sed minus quam cetera frumenta in stipula periclitatur, quoniam semper rectam habet spicam nec rorem continet, qui robiginem faciat

[92] Ex arinca dulcissimus panis

ipsa spissior quam far, et maior spica, eadem et ponderosior

raro modius grani non XVI libras implet

exteritur in Graecia difficulter, ob id iumentis dari ab Homero dicta

haec enim est quam olyram vocat

eadem in Aegypto facilis fertilisque
[90] Il prezzo per questa farina con un'annona media di 40 assi a moggio, per la similagine otto assi in più, per il grano comune mondato il doppio

C'è anche la distinzione una volta la farina rende 17 libbre di pane, due volte 18, tre 19 e un terzo e cinque mezze libbre di pane di seconda scelta, altrettante di farina grossa e 6 sestarii di crusche

[91] Il grano comune non matura mai insieme, e nessun cereale sopporta meno il ritardo a causa della fragilità, fanno cadere subito il chicco quelli che sono maturati

Ma tentenna meno degli altri cereali sullo stelo, perché ha sempre la spiga dritta e non trattiene la rugiada, che provoca la ruggine

[92] Dall'arinca un pane molto dolce

La stessa più compatta del farro, e con una spiga più grande, la stessa anche più pesante

Raramente un moggio non raggiunge 16 libbre

In Grecia è trebbiato con difficoltà, per questo detto da Omero essere dato ai giumenti

Infatti questa è quella che chiama olyra

La stessa copiosa e fertile in Egitto

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