[191]Consentaneum videtur, priusquam digrediamur a natura hominum, indicare quae cuiusque inventa sint | [191] Sembra conveniente, prima di allontanarci dalla natura degli uomini, indicare quali cose siano state inventate e di chi |
emere ac vendere Mercurius, vindemiare instituit Liber pater; idem diadema, regium insigne, et triumphum invenit; Ceres frumenta, cum antea glande vescerentur, eadem molere et conficere in Attica, ut alii, et in Sicilia, ob id dea iudicata | Mercurio (inventore) di comprare e vendere, il Padre Libero istituì il vendemmiare; creò lo stesso diadema, emblema dei re, e il trionfo; Cerere il frumento, mentre prima si nutrivano di ghiande, la stessa a macinare e a lavorarlo in Attica, secondo altri, anche in Sicilia, per questo ritenuta dea |
eadem prima leges dedit, ut alii putavere, Rhadamanthus | La stessa per prima stabilì le leggi, mentre altri ritennero Radamanto |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 81-92
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 81-92
[192]Litteras semper arbitror Assyrias fuisse, sed alii apud Aegyptios a Mercurio, ut Gellius, alii apud Syros repertas volunt, utrique in Graeciam attulisse e Phoenice Cadmum sedecim numero, quibus Troiano bello Palameden adiecisse quattuor hac figura HΥΦΧ, totidem post eum Simoniden melicum ΨΞΩΘ, quarum omnium vis in nostris recognoscitur | [192] Penso che le lettere dell'alfabeto Assiro siano sempre esistite, ma altri come Gellio, vogliono scoperte presso gli Egiziani da Mercurio, altri presso i Siri, entrambi averle portate Cadmo in Grecia dalla Fenicia in numero di sedici, a cui durante la guerra di Troia Palamede ne aggiunse quattro con questa forma HΥΦΧ, altrettante dopo di lui il poeta lirico Simonide ΨΞΩΘ, il valore di tutte queste è riconosciuto nelle nostre lettere |
Aristoteles decem et octo priscas fuisse et duas ab Epicharmo additas ΧΖ quam a Palamede mavult | Aristotele preferisce che siano state diciotto le antiche e due X Z aggiunte da Epicarmo piuttosto che da Palamede |
[193]Anticlides in Aegypto invenisse quendam nomine Menen tradit, XV milia annorum ante Phoronea, antiquissimum Graeciae regem, idque monumentis adprobare conatur | [193] Anticlide tramanda che un tale di nome Menen l'avesse inventato in Egitto, 15 |
e diverso Epigenes apud Babylonios DCCXX milia annorum observationes siderum coctilibus laterculis inscriptas docet, gravis auctor in primis; qui minimum, Berosus et Critodemus, CCCCXC milia | 000 anni prima di Foroneo, antichissimo re della Grecia, e tenta di confermare ciò con documenti; al contrario Epigene autore fra i primi attendibile riporta presso i Babilonesi per 720000 anni osservazioni delle stelle scritte su mattoni cotti, Beroso e Critodemo, che (riportano) la cifra più bassa, 490000 |
ex quo apparet aeternus litterarum usus | Da questo risulta l'uso perpetuo delle lettere dell'alfabeto |
in Latium eas attulerunt Pelasgi | Nel Lazio le portarono i Pelasgi |
[194]Laterarias ac domus constituerunt primi Euryalus et Hyperbius fratres Athenis; antea specus erant pro domibus | [194] I fratelli Eurialo ed Iperbio costruirono per primi fornaci e case di mattoni ad Atene; prima le caverne fungevano da case |