Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 38-44, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 38-44

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, paragrafi 38-44
ipsi de ea iudicavere Grai, genus in gloriam suam effusissimum, quotam partem ex ea appellando Graeciam Magnam Su di lei si espressero gli stessi Greci, una stirpe molto sfrenata verso la propria gloria, col chiamare una minima parte di questa Magna Grecia
nimirum id, quod in caeli mentione facimus, hac quoque in parte facimus, ut notas quasdam et pauca sidera attingamus Senza dubbio anche in questa parte faccio ciò, che faccio nella trattazione del cielo, affinché trattiamo alcuni argomenti e poche stelle
legentes tantum quaeso meminerint ad singula toto orbe edissertanda festinari Prego i lettori si ricordino soltanto che ci si affretta verso i singoli argomenti da trattare su tutto il mondo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 105-153

[43] Est ergo folio maxime querno adsimulata, multo proceritate amplior quam latitudine, in laevam se flectens cacumine et Amazonicae figura desinens parmae, ubi a medio excursu Cocynthos vocatur, per sinus lunatos duo cornua emittens, Leucopetram dextra, Lacinium sinistra [43] (L'Italia) E' dunque soprattutto paragonata ad una foglia di Quercia, più ampia di molto in lunghezza che in larghezza, che si piega verso sinistra in cima e che finisce a forma di uno scudo di Amazzone, dove dalla sporgenza di mezzo è chiamata Cocinto, che spinge attraverso i golfi a forma di luna due promontori, a destra Leucopetra, a sinistra Lacinio
patet longitudine ab Inalpino fine Praetoriae Augustae per Urbem Capuamque cursu meante Regium oppidum, in umero eius situm, a quo veluti cervicis incipit flexus, decies centena et viginti milia passuum, multoque amplior mensura fieret Lacinium usque, ni talis obliquitas in latus degredi videretur Misura in lunghezza dal confine alpino di Pretoria Augusta attraverso Roma e Capua e con un percorso che attraversa la città di Reggio, posta sulla sua spalla, da cui comincia come un ripiegamento della testa, 1020 miglia, e di molto più ampia sarebbe la misura fino a Lacinio, se tale obliquità non sembrasse divergere verso il lato

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[44] latitudo eius varia est, quadringentorum decem milium inter duo maria Inferum et Superum amnesque Varum atque Arsiam, media autem ferme circa urbem Romam ab ostio Aterni amnis in Hadriaticum mare influentis ad Tiberina ostia CXXXVI, et paulo minus a Castro Novo Hadriatici maris Alsium ad Tuscum aequor, haud ullo in loco CC latitudinem excedens; universae autem ambitus a Varo ad Arsiam |XX|XLVIIII p [44] La sua larghezza è varia, 410 miglia fra i due mari Infero e Supero e i fiumi Varo e Arsia, circa a metà poi presso la città di Roma dalla foce del fiume Aterno che si versa nel mare Adriatico fino alla foce del Tevere 136 miglia, e poco meno da Castro Nuovo del mare Adriatico ad Alsio verso il mare Tirreno, non superando in nessun luogo la larghezza di 200 miglia
efficit Il giro di tutta poi da Varo ad Arsia risulta 2049 miglia

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