Paul Cohen-Portheim si sentì sollevato: quell'uomo era noto per essere molto vicino all'imperatore Francesco Ferdinando. Se all'assassinio non fosse seguito nulla, avrebbe potuto ancora fare le sue vacanze annuali in Inghilterra.
Dopo alcune settimane Paul Cohen-Portheim raggiunse Londra, dove scoprì che la Serbia e l'Austria, sua terra d'origine, erano entrati in guerra. Valutò di prelevare i soldi che aveva depositato alla filiale locale nella sua banca tedesca, ma i cassieri gli assicurarono che era ridicolo pensare che la guerra si sarebbe allargata ad altri Stati. Dopo alcuni giorni, fece ritorno in filiale per scoprire che la sua banca non era più in grado di far fronte ai pagamenti in Inghilterra. I suoi fondi erano andati in fumo.
Quando la Germana si unì ai combattimenti, dichiarando guerra alla Russia il primo agosto, Paul Cohen-Portheim raggiunse la folla che cercava di entrare al consolato tedesco, nella speranza di ottenere un passaggio sicuro verso casa, ma non ebbe fortuna. Rimase a Londra con soli 10 sterline in tasca con cui vivere
Il 4 agosto, a poco più di un mese dall'assassinio, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania. Il giorno seguente fu richiesto ad ogni straniero nato in Germania e nell'impero austro-ungarico di registrarsi presso la polizia. Da un giorno all'altro Paul Cohen-Portheim era diventato il nemico. Non gli era permesso:
- spedire lettere alla famiglia
- viaggiare senza autorizzazione per più di 5 km dal luogo di registrazione
- non poteva possedere una macchina fotografica
- nè un'automobile, un aeroplano o una motocicletta e nemmeno un piccione viaggiatore
- gli erano interdette le mappe navali o militari
- interdetti strumenti di segnalazione clandestini, armi e munizioni, oltre ad altri oggetti di cui era già in possesso prima di sapere di avere inavvertitamente violato le nuove disposizioni
Anche se ancora libero, Paul Cohen-Portheim si trovava in una posizione precaria. L'animosità sempre più diffusa nei confronti dei tedeschi assottigliò la lista delle sue conoscenze londinesi. Per un pò alloggio nella casa di due amici, ma quando entrambi arruolati, morirono in guerra, dovette lasciare la casa. Non aveva idea di dove andare e non sapeva come avrebbe fatto a tirare avanti. Provò a imbarcarsi per l'America, Ma gli fu negato il permesso di lasciare il paese
Paul Cohen-Portheim ebbe un esaurimento nervoso finendo in una casa di cura. Il 7 maggio dell'anno seguente (1915), il sottomarino tedesco U-20 silurò il transatlantico britannico Lusitania, facendolo colare a picco in 18 minuti. Più di un migliaio di civili persero la vita. Le rivolte anti tedesche divamparono in tutto l'impero britannico.
Meno di una settimana dopo l'affondamento del Lusitania, il governo annunciò che tutti i nemici stranieri di sesso maschile in età adatta all'arruolamento sarebbero stati riuniti e internati in un campo. Il 24 maggio un detective andò a trovare Paul Cohen-Portheim e gli disse di consegnarsi alla stazione di polizia entro le 10 del mattino del giorno successivo. Venne portato a Stratford, un quartiere nella periferia orientale di Londra, dove trovò un migliaio di tedeschi e austriaci in età da arruolamento seduti ammassati. Gli fu consegnato un disco di metallo con sopra il suo numero da prigioniero. Chi voleva andare al bagno doveva alzare la mano come a scuola. Il giorno dopo fu di nuovo spostato per finire con altre migliaia di persone, in un campo di internamento sull'isola di Man, tra Inghilterra e Irlanda
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in questi campi, persone mai sospettate di comportamenti criminali, si trovarono improvvisamente soggette a misure e discipline militari. La decisione britannica di confinare gli stranieri ostili in tutto l'impero, scatenò una reciprocità globale: ovunque spuntavano dei campi. La situazione di Paul Cohen-Portheim migliorò quando scoprì di poter ricevere da casa, lettere e piccole somme di denaro.
Nel campo si instaurò una gerarchia economica, in base alla quale si formavano delle classi. Il sistema prevedeva che chi aveva i fondi, poteva richiedere il trasferimento in "un campo per gentiluomini" e così l'artista, venuto a sapere di un campo con migliori condizioni, decise di fare domanda di trasferimento. Si sposta direzione Liverpool ma, scopre che aveva tentato la sorte e si era trasferito in un altro campo, solo per finire negli stessi alloggi sporchi e sovraffollati, e le razioni di cibo venivano ridotte sempre più mano mano che la guerra andava avanti. Qui trascorrerà circa 3 anni.
Iniziò a evolversi uno strano equilibrio di negoziazioni mediate sulla detenzione dei nemici stranieri, in base alla quale ogni paese cercava di preservare il proprio diritto a denunciare l'altro per atrocità in maltrattamenti. Nel febbraio del 1918, Paul Cohen-Portheim si avvicinò alla fine del suo terzo anno in un campo di concentramento britannico. Aveva abbandonato la pittura a favore della scrittura. Scrive:
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provate a immaginare, anche se impossibile comprendere realmente senza averlo provato in prima persona, cosa significhi non essere mai da solo e non conoscere mai il silenzio nemmeno per un minuto e andare avanti così per anni e inizierete a meravigliarvi che non ci sia stato un epidemia generale di insania
Paul Cohen-Portheim
Amnesia, disorientamento e rabbia cronica affliggevano i prigionieri. Nonostante l'assenza di abusi eccessivi nella maggior parte dei campi, la combinazione di:
- monotonia
- riduzione delle razioni
- mancanza di privacy
- astinenza sessuale
- mancata conoscenza della data di rilascio
- senso di impotenza dei detenuti incapaci di cambiare la propria situazione