Nasce un nuovo genere: i "bordeeltjes", le scene di bordello

Nasce un nuovo genere: i "bordeeltjes", le scene di bordello

Chi fosse arrivato ad Amsterdam via mare, in un qualunque giorno del secolo XVII, sarebbe sbarcato su una delle banchine a nord della città e, una volta sceso a terra sarebbe stato accolto dalla piccola folla di prostitute - se ne sono calcolate fino a un migliaio - che in quei quartieri a ridosso del porto viveva e lavorava

chi arrivasse oggi, in treno si troverebbe più o meno nella stessa zona, e in pochi passi raggiungerebbe quello che oggi è il distretto a luci rosse, uno dei pochi luoghi in Europa a poter vantare una secolare continuità di esercizio delle stesse attività.

La pittura di gener3e olandese del periodo non tardò a cogliere nel fenomeno una nuova opportunità creativa e commerciale, e nacque un nuovo genere, i "bordeeltjes", le scene di bordello. Ma fino a che punto rappresentavano una situazione reale?

I principali centri di produzione di questi quadri erano la stessa Amsterdam, Harlem e Utrecht. In realtà, nei Paesi Bassi del nord, la nuova Repubblica calvinista aveva inasprito le restrizioni all'esercizio della prostituzione rispetto a secoli di non dichiarata tolleranza da parte delle autorità cattoliche nel nome di un tasso accettabile di "male inevitabile" nella comunità dei fedeli e dei cittadini, purché esercitato in modo discreto e in luoghi particolari. La prostituzione era divenuta un crimine, non più solo un peccato confessabile perdonabile, e molte delle prostitute di Amsterdam conobbero la reclusione nel carcere dello Spinhuis, appositamente allestito per loro.

Nella realtà, le autorità chiudevano più di un occhio e a metà secolo si contavano in città circa mille prostitute attive nei piccoli bordelli, nei musicos, nei locali dove si beveva, fumava, ballava e si ascoltava musica. Un'attività quasi interamente gestita da donna, a loro volta spesso ex prostitute. Le ragazze venivano dalle campagne e dai piccoli centri delle province unite, ma anche dalla Germania e dalla Scandinavia. Al solito, il miraggio di vivere di un lavoro da sarta o da domestica durava poco e molte finivano in un bordello. Le tenutarie che le ospitavano trattenevano parte dei guadagni (circa il 50%) per vitto, alloggio e soprattutto per la fornitura di abiti vistosi, di cappelli con piume colorate, falsa ma appariscente gioielleria, insomma tutti i segnali dell'appartenenza al mestiere, come le ricorrenti calze rosse

È evidente che le prostitute appartenevano una classe sfruttata; e che la maggior parte delle mezzane era un gradino sopra quanto a livello economico, grosso modo equiparabile a quello del piccolo commercio 

donna alla toeletta - Jan Steen 1659-60
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