A qualche mese di distanza dall'avere impersonato il ruolo di Giuditta che decapita Oloferne, sul finire del 1602 Maddalena Antognetti torna a mettersi in posa da protagonista per un dipinto di carattere privato in cui, come 3 anni prima nel ritratto in veste di Santa Caterina, sfoggia la caratteristica acconciatura a boccoli inanellati e il grande décolleté
non manca il segno distintivo della sua condizione di cortigiana, l'eloquente - perché obbligatorio e di uso quotidiano - taffetano giallo che le cinge di traverso Il ventre gravido e che la sua compagna, evidentemente cortigiana pure lei, indossa sulla spalla. Maddalena è di nuovo incinta e in piedi, accostata a un tavolo di legno. Si mostra col grembo pronunciato in avanzato stato di gravidanza mentre, accuratamente vestita e agghindata, ascolta assorta l'altra donna vestita invece con semplicità che le si rivolge.
Il soggetto, tra narrazione religiosa e allegoria secolare, si ispira a Marta e Maria di Betania, le sorelle di Lazzaro che nei secoli, per consolidata tradizione letteraria avevano finito col rappresentare l'antitesi fra vita attiva e vita contemplativa.
Michelangelo continua la sua riflessione-narrazione sulla donna cortigiana. Simboli della vita mondana delle donne cortigiane erano:
- il taffetà giallo con il quale dovevano mostrarsi in pubblico
- gli abiti ricercati
- il vasetto porta cipria con la spugnetta appoggiato sul tavolo
- un vecchio pettine ancora accanto al grande specchio convesso
L'altra cortigiana-modella è Anna Bianchini povera donna del popolo. Michelangelo la ritrae di profilo, il dolce volto in ombra, la chioma ben acconciata, mentre accorata si rivolge a Maddalena - sorella nel quadro e amica nella vita -.
Il ritratto lo possiamo conoscere solo attraverso una copia. L'originale tela del Caravaggio è andata dispersa nel corso di vari passaggi di vendita difficili da tracciare e confusa fra le tante copie che nel tempo furono fatte
Caravaggio le ritrae insieme in quest'opera ma già vi si legge come la Bianchini sia oramai nella vita dell'artista un personaggio secondario che può restare nell'ombra