Gengis Khan e Jamuka, i due capi mongoli più forti, sono prossimi allo scontro. Jamuka ha un esercito più grande ma la notte prima della battaglia, Gengis Khan, sapendo che osservatori nemici sarebbero venuti a spiare il campo dove si accampavano, escogita un piano. Normalmente ogni soldato accendeva un solo falò, ma lui ordina agli uomini dell'esercito di accendere 5 fuochi a testa
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Questo farà si che da lontano, al buio, il suo esercito sembri cinque volte più numeroso. Quando gli osservatori, mandati in avanscoperta, riferiscono a Jamuka, molti uomini del suo esercito scappano prima che la battaglia abbia inizio. Questa è una svolta, perché le forze in campo si riequilibrano. Gengis Khan vince.
La guardia personale del suo rivale Jamuka, consegna lo sconfitto, sperando di avere salva la vita, ma contravvengono al codice di onore che vuole che si sia sempre fedele al proprio khan. I traditori vengono decapitati mentre a Jamuka viene spezzata la schiena. Tutti i nemici di Gengis Khan sono stati sconfitti, la Mongolia è riunita sotto un unico comando.
Gengis Khan era un nomade mongolo analfabeta che tra il 12° e 13° secolo crea l'impero più vasto del mondo, due volte più grande dell'impero romano. Il suo appetito sessuale era leggendario, stuprava moltissime donne dalla Cina all'Iran. Si narra che le donne si uccidessero in massa pur di evitarlo. Radeva al suolo le città e chi non moriva veniva reso schiavo. I prigionieri, negli scontri futuri venivano usati come scudi umani