Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 01 - 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 41; 01 - 05

[1] * * a patre in pace habitam armasse eoque iuventuti praedandi cupidae pergratus esse dicebatur

Consilium de histrico bello cum haberet consul, alii gerendum extemplo, antequam contrahere copias hostes possent, alii consulendum prius senatum censebant

Vicit sententia, quae diem non proferebat

Profectus ab Aquileia consul castra ad lacum Timavi posuit; imminet mari is lacus

Eodem decem navibus C Furius duumvir navalis venit

Adversus Illyriorum classem creati duumviri navales erant, qui tuendae viginti navibus maris superi orae anconam velut cardinem haberent; inde l Cornelius dextra litora usque ad tarentum, C Furius laeva usque ad Aquileiam tueretur
[1] **si diceva che avesse dato assetto di guerra (a reparti )riservati dal padre a compiti di pace, e che perciò fosse molto accetto alla gioventù, bramosa di preda

Mentre il console teneva consiglio sulla guerra contro gli Istri, alcuni ritenevano di doverla iniziare subito, prima che il nemico potesse raccogliere truppe, altri di dover prima consultare il senato

Prevalse lopinione, che non ammetteva dilazioni

Il console, partito da Aquileia pose il campo dove il Timavo ristagna in una specie di lago, che è a poca distanza dal mare

Qui giunse con dieci navi il duumviro navale G Furio

Questa carica si era istituita per far fronte alla flotta illirica, col compito di tutelare la costa adriatica con venti navi, avendo Ancona come punto di cerniera; a destra L Cornelio doveva proteggere il litorale sino a Taranto, G Furio a sinistra sino ad Aquileia
Eae naves ad proximum portum in Histriae fines cum onerariis et magno commeatu missae, secutusque cum legionibus consul quinque ferme milia a mari posuit castra

In portu emporium brevi perfrequens factum, omniaque hinc in castra supportabantur

Et, quo id tutius fieret, stationes ab omnibus castrorum partibus circumdatae sunt: in histriam versum praesidium statiuum, repentina cohors placentina opposita; inter mare et castra et, ut idem aquatoribus ad fluvium esset praesidium, M Aebutius tribunus militum secundae legionis duos manipulos militum ducere iussus est; T et C Aelii tribuni militum legionem tertiam, quae pabulatores et lignatores tueretur, via, quae aquileiam fert, duxerant
Dunque quelle navi, con altre da carico e gran copia di vettovagliamento furono inviate nel più vicino porto dellIstria, e il console seguendole con le sue legioni si accampò a circa cinque miglia dal mare

Nel porto in breve tempo si cominciò ad avere un mercato assai affollato, e di qui ogni cosa veniva trasportata nel campo

E perché queste operazioni procedessero più al sicuro, furon collocati tuttattorno posti di guardia da ogni parte dellaccampamento: in direzione dellIstria era collocata in servizio di sorveglianza una coorte di Piacenza arruolata in tutta fretta; fra il mare e il campo, con il compito anche cli proteggere quelli che rifornivano lacqua dal fiume, ebbe ordine il tribuno dei soldati della seconda legione M Ebuzio di collocar due manipoli; i tribuni dei soldati T e G Elii avevano condotto la terza legione per la via di Aquileia con lufficio di provvedere alla sicurezza di quanti erano addetti allincetta di foraggio e di legna
Ab eadem regione mille ferme passuum castra erant gallorum: catmelus regulus praeerat tribus haud amplius milibus armatorum

[2] Histri, ut primum ad lacum timavi castra romana sunt mota, ipsi post collem occulto loco consederunt, et inde obliquis itineribus agmen sequebantur, in omnem occasionem intenti; nec quicquam eos, quae terra marique agerentur, fallebat

Postquam stationes invalidas esse pro castris, forum turba inermi frequens inter castra et mare mercantium sine ullo terrestri aut maritimo munimento viderunt, duo simul praesidia, placentinae cohortis et manipulorum secundae legionis, adgrediuntur
Nella stessa direzione, a circa un migliaio di passi, era il campo dei Galli; ne aveva il comando il principe Catmelo con non più di tremila armati

[2] Gli Istri, non appena il campo dei Romani si mosse verso lampia distesa dacqua del fiume Timavo, si misero dietro ad un colle in luogo occulto e di là per vie traverse seguivano il nemico in marcia, attenti ad ogni occasione; né ad essi alcunché sfuggiva di quel che facesse per terra o per mare

Quando videro che deboli erano i presidi dinanzi allaccampamento, affollato il mercato di gente senza armi che fra il campo ed il mare trafficava senza il riparo di alcuna protezione terrestre o marittima, contemporaneamente assalgono due posti di guardia, quello tenuto dalla coorte piacentina e laltro dai manipoli della seconda legione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 04. 09-14
Livio, Ab urbe condita: Libro 04. 09-14

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04. 09-14

Nebula matutina texerat inceptum; qua dilabente ad primum teporem solis perlucens iam aliquid, incerta tamen, ut solet, lux speciem omnium multiplicem intuenti reddens, tum quoque frustrata romanos, multo maiorem iis, quam erat, hostium aciem ostendit

Qua territi utriusque stationis milites ingenti tumultu cum in castra confugissent, haud paulo ibi plus, quam quod secum ipsi attulerant, terroris fecerunt

Nam neque dicere, quid fugissent, nec percunctantibus reddere responsum poterant; et clamor in portis, ut ubi nulla esset statio, quae sustineret impetum, audiebatur; et concursatio in obscuro incidentium aliorum in alios incertum fecerat, an hostis intra vallum esset

Una vox audiebatur ad mare vocantium; id forte temere ab uno exclamatum totis passim personabat castris
La nebbia del mattino aveva coperto il loro attacco: svaporando al primo tepore del sole, una visibilità in qualche modo già nitida, ma insidiosa, moltiplicando alla vista laspetto di tutte le cose, come suole avvenire, anche allora si prese giuoco dei Romani, rivelando una schiera di attaccanti molto più numerosa di quanto era in realtà

Atterriti da essa i soldati delluna e dellaltra postazione, rifugiatisi nel campo in grave disordine, vi produssero un panico non di poco maggiore rispetto a quello che si portavan con sé

Ché né erano in grado di dire a quale pericoli fossero scampati, né di dar risposta a chi chiedeva notizie;e grida si udivano alle porte, in quanto non cera presidio che sostenesse i primi assalti, e lo scontrarsi alla cieca degli uni che rotolavano sugli altri non lasciava intendere se il nemico si trovasse già dentro il vallo

Una sola voce si udiva, che gridava al mare: ed essa, forse da uno solo senza ragione levatasi, risuonava ormai per tutto il campo da ogni parte
Itaque primo, velut iussi id facere, pauci, armati , maior pars inermes, ad mare decurrunt, dein plures, postremo prope omnes, et ipse consul, cum frustra revocare fugientes conatus nec imperio nec auctoritate nec precibus ad extremum valuisset

Unus remansit M Licinius Strabo, tribunus militum secundae legionis, cum tribus signis ab legione sua relictus

Hunc in vacua castra impetu facto histri, cum alius armatus iis nemo obviam isset, in praetorio instruentem atque adhortantem suos oppresserunt

Proelium atrocius quam pro paucitate resistentium fuit, nec ante finitum est, quam tribunus militum quique circa eum constiterant interfecti sunt

Praetorio deiecto direptis, quae ibi fuerunt, ad quaestorium, forum quintanamque hostes pervenerunt
E così prima in pochi, con le armi i più senza, come se ne fossero comandati, di corsa si volgono in direzione del mare, poi in maggior numero, alla fine quasi tutti e il console stesso, dopo i vani tentativi di far tornare indietro i fuggiaschi, vistosi incapace di imporsi col suo potere, con il prestigio e alla fine con le preghiere

Uno solo era rimasto, M Licinio Strabone, tribuno dei soldati della seconda legione, lasciatovi con tre manipoli dalla sua unità

E lui, intento a schierare nel pretorio i suoi uomini e a rincuorarli, sorpresero gli Istri dopo aver assalito il campo deserto, senza che ad essi alcun altro armato si facesse avanti

Il combattimento fu più aspro di quanto richiedesse lesiguo numero dei difensori e non ebbe fine prima che fossero uccisi il tribuno dei soldati e quelli che gli erano intorno

Abbattuta la tenda del comandante depredatala di tutto ciò che vi era, il nemico si volse alla tenda del questore, al piazzale ed alla via quintana

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 01 - 05
Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 01 - 05

Ibi cum omnium rerum paratam expositamque copiam et stratos lectos in quaestorio invenissent, regulus accubans epulari coepit

Mox idem ceteri omnes, armorum hostiumque obliti, faciunt; et, ut quibus insuetus liberalior victus esset, avidius vino ciboque corpora onerant

[3] Nequaquam eadem est tum rei forma apud romanos; terra mari trepidatur; nautici tabernacula detendunt commeatumque in litore expositum in naves rapiunt; milites in scaphas et mare territi ruunt; nautae metu, ne compleantur navigia, alii turbae obsistunt, alii ab litore naves in altum expellunt

Inde certamen, mox etiam pugna cum vulneribus et caede in vicem militum nautarumque oritur, donec iussu consulis procul a terra classis submota est

Secernere inde inermes ab armatis coepit
Vi trovarono pronta e a portata di mano abbondanza di ogni bene e nel questorio posti a sedere per la mensa già apparecchiata,il loro re messosi a tavola cominciò a banchettare

Poi tutti gli altri, scordandosi dei nemici e della guerra,fanno altrettanto e come quelli che non erano avvezzi ad alimenti troppo raffinati con eccessiva avidità si caricarono il corpo di cibo e cli vino

[3] Tuttaltra situazione si presentava fra i Romani, in quellora: sgomento in terra ed in mare, i marinai smontano tende, riportano in gran fretta sulle navi i rifornimenti sbarcati; i soldati terrorizzati saltano sulle scialuppe ed in mare; delle ciurme impaurite per il superaffollamento delle imbarcazioni, alcuni contrastano la disordinata massa dei soldati, altri sospingono le navi verso lalto mare, allontanandole dal lido

Ne nasce una zuffa, e poi una vera e propria battaglia senza esclusione di ferite e di uccisioni reciproche fra soldati e marinai, finché per ordine del console la flotta fu portata lontano dalla riva

Poi si dette a separare i disarmati da quelli che avevano conservate le armi
Vix mille ducenti ex tanta multitudine, qui arma haberent, perpauci equites, qui equos secum eduxissent, inventi sunt; cetera deformis turba velut lixarum calonumque, praeda fere futura, si belli hostes meminissent

Tunc demum nuntius ad tertiam legionem revocandam et gallorum praesidium; et simul ex omnibus locis ad castra recipienda demendamque ignominiam rediri coeptum est

Tribuni militum tertiae legionis pabulum lignaque proicere iubent, centurionibus imperant, ut graviores aetate milites binos in ea iumenta, ex quibus onera deiecta erant, imponant; equites ut singulos e iuvenibus pedites secum in equos tollant: egregiam gloriam legionis fore, si castra metu secundanorum amissa sua virtute recipiant
Di così gran numero di soldati appena mille e duecento risultarono ancora in possesso delle armi e pochissimi i cavalieri che avessero i cavalli con sé; tutta laltra scompigliata turba, come di portatori e vivandieri, sarebbe stata per così dire preda del nemico, solo che questi si fosse ricordato di continuare a combattere

Finalmente allora fu inviato un messo a richiamare la terza legione e il distaccamento degli ausiliari gallici, ed insieme da tutte le parti si cominciò a far ritorno per riconquistare laccampamento e per levare quellonta

I tribuni militari della terza legione fanno gettare a terra legna e foraggio e danno ordine ai centurioni di far salire due a due i soldati più anziani sulle bestie scariche di ogni soma, e ai cavalieri di prendersi ciascuno in groppa con sé uno dei fanti più giovani: sarebbe grandissimo onore della loro legione, riconquistare con il proprio valore laccampamento perduto per paura e viltà degli uomini della seconda legione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 44 - 46
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 44 - 46

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 44 - 46

Et recipi facile esse, si in praeda occupati barbari subito opprimantur; sicut ceperint, posse capi

Summa militum alacritate adhortatio audita est

Ferunt citati signa, nec signiferos armati morantur

Priores tamen consul copiaeque, quae a mari reducebantur, ad vallum accesserunt

L Atius, tribunus primus secundae legionis, non hortabatur modo milites, sed docebat etiam, si victores histri, quibus armis cepissent castra, iisdem capta retinere in animo haberent, primum exutum castris hostem ad mare persecuturos fuisse, deinde stationes certe pro vallo habituros: vino somnoque veri simile esse mersos iacere

[4] Sub haec A Baeculonium, signiferum suum, notae fortitudinis virum, inferre signum iussit
E riconquistarlo era facile, se i barbari fossero colti allimprovviso tuttintenti a far preda; come sfruttando la sorpresa lo avevano preso, così poteva essere recuperato

Questa esortazione fu ascoltata dai soldati con grande entusiasmo

In gran fretta i vessilliferi levan le insegne senza essere attardati dai soldati

Comunque primi a raggiungere il vallo furono il console e le truppe ricondotte indietro dal mare

L Azio, primo tribuno della seconda legione non si limitava ad esor tar i soldati, ma dimostrava con buone ragioni che se gli Istri vittoriosi avessero inteso mantenere il possesso dellaccampamento con quelle medesime armi, con cui lo avevano conquistato, in primo luogo avrebbero inseguito fino al mare il nemico che di esso era stato privato, e poi almeno avrebbero collocato guarnigioni a difesa del vallo; era verosimile che invece stessero a giacere come sepolti nel sonno e nel vino

[4] In questo, ordina ad A Beculonio, suo vessillifero, uomo di riconosciuto valore, di portare innanzi linsegna
Ille, si [unum] se sequerentur, quo celerius fieret, facturum dixit; conisusque cum trans vallum signum traiecisset, primus omnium portam intravit

Et parte alia T et C Aelii, tribuni militum tertiae legionis, cum equitatu adveniunt

Confestim et quos binos oneraria in iumenta imposuerant secuti, et consul cum toto agmine

At histrorum pauci, qui modice vino usi erant, memores fuerant fugae, aliis somno mors continuata est; integraque sua omnia romani, praeterquam quod vini cibique absumptum erat, receperunt

Aegri quoque milites, qui in castris relicti fuerant, postquam intra vallum suos senserunt, armis arreptis caedem ingentem fecerunt

Ante omnes insignis opera fuit C Popili equitis; sabello cognomen erat
Ed egli disse che avrebbe fatto in modo, se fossero pronti a seguirlo, da accelerare loperazione, e subito raccolte tutte le forze lanciò linsegna oltre il vallo e fu il primo a pene trare nella porta

Intanto dallaltra parte arrivano con la cavalleria T e G Liii, tribuni dei soldati della terza legione

Seguiti immediatamente da coloro che in due erano stati fatti montare su ogni bestia da soma e dal console con tutto il resto delle truppe

Ma pochi degli Istri, che si erano moderati nel bere, avevano pensato a fuggire; gli altri passarono direttamente dal sonno alla morte e i Romani recuperarono integralmente ogni loro cosa, tranne la parte di cibo e di vino consumata nellorgia dal nemico

Anche gli infermi, che eran rimasti abbandonati nel campo, come si accorsero della presenza dei propri commilitoni entro il vallo, imbracciate le armi provocarono grande strage

Sopra tutto singolare fu lopera del cavaliere C Popilio: aveva il soprannome di Sabello

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 04- 08

Is pede saucio relictus longe plurimos hostium occidit

Ad octo milia histrorum sunt caesa, captus nemo, quia ira et indignatio immemores praedae fecit

Rex tamen histrorum temulentus ex convivio, raptim a suis in equum impositus, fugit

Ex victoribus ducenti triginta septem milites perierunt, plures in matutina fuga quam in recipiendis castris

[5] Forte ita evenit, ut Cn et l Gavillii novelli, aquileienses, cum commeatu venientes, ignari prope in capta castra ab histris inciderent

Ii cum Aquileiam relictis impedimentis refugissent, omnia terrore ac tumultu non Aquileiae modo, sed Romae quoque post paucos dies inpleverunt; quo non capta tantum castra ab hostibus nec fuga, quae vera erant, sed perditas res deletumque exercitum omnem allatum est
Costui, abbandonato per una ferita al piede, fece fuori il più gran numero di nemici

Furono uccisi circa ottomila Istri, nessuno fu preso prigioniero, perché lira e lo sdegno aveva reso i Romani disinteressati alla preda

Ma il loro re, tratto via ancora avvinazzato dal banchetto ad opera dei suoi ed issato in fretta su un cavallo, riuscì a fuggire

Dei vincitori morirono duecentotrentasette soldati, in maggior numero durante la fuga del mattino che nellazione di riconquista del campo

[5] Per puro caso avvenne che Gn e L Gavilli Novelli, di Aquileia, arrivando con i rifornimenti, alloscuro di tutto, quasi capitassero nel campo conquistato dagli Istri

Lasciati i carriaggi e scampati ad Aquileia diffusero un generale terrore e scompiglio non solo nella loro città, ma dopo pochi giorni anche a Roma;dove giunse notizia non solo della conquista dellaccampamento da parte dei nemici e della fuga (comera effettivamente accaduto), ma anche della perdita di ogni cosa e della distruzione totale dellesercito

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