[16] Galli, magna hominum vis, seu inopia agri seu praedae spe, nullam gentem, per quas ituri essent, parem armis rati, Brenno duce in Dardanos pervenerunt Ibi seditio orta est; ad viginti milia hominum cum Lonorio ac Lutario regulis secessione facta a Brenno in Thraeciam iter avertunt Ubi cum resistentibus pugnando, pacem petentibus stipendium imponendo Byzantium cum pervenissent, aliquamdiu oram Propontidis, vectigalis habendo regionis eius urbes, obtinuerunt Cupido inde eos in Asiam transeundi, audientis ex propinquo, quanta ubertas eius terrae esset, cepit; et Lysimachia fraude capta Chersonesoque omni armis possessa ad Hellespontum descenderunt |
[16] I Galli, popolazione molto numerosa, mossi dalla scarsità di territorio o dalla speranza di preda, giudicando che nessuno dei popoli attraverso cui sarebbero passati li potesse eguagliare in combattimento, si portarono sotto la guida di Brenno fin nel territorio dei Dardani Là nacque una scissione: circa ventimila uomini staccatisi da Brenno con i due principi Lonorio e Lotario, deviarono verso la Tracia E qua, combattendo con quanti cercavano di opporsi, imponendo tributi a quanti chiedevano la pace, arrivati a Bisanzio, ebbero nelle loro mani per qualche tempo la costa della Propontide, mantenendosi tributarie le città della regione Indi furon presi dalla voglia di passare in Asia, perché, vicini comerano, arrivava fino a loro sentore della ricchezza di quella terra: e presa Lisimachia con linganno e tutto il Chersoneso con la forza delle armi, scesero sullEllesponto |
Ibi vero exiguo diuisam freto cernentibus Asiam multo magis animi ad transeundum accensi; nuntiosque ad Antipatrum praefectum eius orae de transitu mittebant Quae res cum lentius spe ipsorum traheretur, alia rursus nova inter regulos seditio orta est Lonorius retro, unde venerat, cum maiore parte hominum repetit Byzantium; Lutarius Macedonibus per speciem legationis ab Antipatro ad speculandum missis duas tectas naves et tris lembos adimit Iis alios atque alios dies noctesque travehendo intra paucos dies omnis copias traicit Haud ita multo post Lonorius adiuvante Nicomede Bithyniae rege a Byzantio transmisit Coeunt deinde in unum rursus Galli et auxilia Nicomedi dant adversus Ziboetam, tenentem partem Bithyniae, gerenti bellum |
E li, a vedere lAsia separata da un piccolo stretto, più che mai gli animi furono impazienti di passare di là: e spedivano messi a Antipatro, governatore della costa, per gli accordi sul passaggio E siccome la cosa si trascinava più lentamente delle loro previsioni, di nuovo scoppiò fra i capi unaltra scissione Lonorio, rifacendo la strada da dove era venuto, con la maggioranza dei suoi uomini ritorna verso Bisanzio; Lotario toglie due navi coperte e tre imbarcazioni leggere ai Macedoni mandati da Antipatro in esplorazione col pretesto di una ambasceria E con queste navi, trasportando durante più giorni e notti di seguito tutte le sue nulizie, le fece passare dallaltra parte nello spazio di pochi giorni Non molto dopo Lonorio, con laiuto di Nicomede, re di Bitinia, operò il passaggio da Bisanzio Qundi i Galli tornano a riunirsi e danno aiuti a Nicomede che guerreggiava contro Zibeta, padrone di una parte della Bitinia |
Atque eorum maxime opera devictus Ziboeta est, Bithyniaque omnis in dicionem Nicomedis concessit Profecti ex Bithynia in Asiam processerunt Non plus ex viginti milibus hominum quam decem armata erant Tamen tantum terroris omnibus quae cis Taurum incolunt gentibus iniecerunt, ut quas adissent quasque non adissent, pariter ultimae propinquis, imperio parerent Postremo cum tres essent gentes, Tolostobogii Trocmi Tectosages, in tris partis, qua cuique populorum suorum vectigalis Asia esset, diviserunt Trocmis Hellesponti ora data; Tolostobogii Aeolida atque Ioniam, Tectosages mediterranea Asiae sortiti sunt Et stipendium tota cis Taurum Asia exigebant, sedem autem ipsi sibi circa Halyn flumen cepere |
E grazie soprattutto allopera loro, Zibeta fu sconfitto e tutta la Bitinia passò in potere di Nicomede Partiti dalla Bitinia, avanzarono nellinterno dellAsia Su ventimila uomini non più di diecimila erano armati Eppure sparsero tanto panico fra tutte le genti che abitano al di qua del Tauro, che tanto quelle che essi raggiungevano, quanto quelle che non raggiungevano, le più lontane come quelle vicine, tutte si sottomettevano Alla fine, siccome erano tre tribù, Tolostobogii, Trognii e Tettosagi, fecero una divisione dellAsia in tre zone, secondo cui doveva essere tributaria di ciascuna delle loro tre tribù Ai Trogmi fu data la costa dellEllesponto, ai Tolostobogii toccò la Folide e la lonia, ai Tettosagi la parte interna dellAsia E così riscuotevano tributi da tutta lAsia al di qua del Tauro; mentre essi presero stanza nei pressi del fiume Halys |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 32; 01 - 20
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 32; 01 - 20
Tantusque terror eorum nominis erat, multitudine etiam magna subole aucta, ut Syriae quoque ad postremum reges stipendium dare non abnuerent Primus Asiam incolentium abnuit Attalus, pater regis Eumenis; audacique incepto praeter opinionem omnium adfuit fortuna, et signis collatis superior fuit Non tamen ita infregit animos eorum, ut absisterent imperio; eaedem opes usque ad bellum Antiochi cum Romanis manserunt Tum quoque, pulso Antiocho, magnam spem habuerunt, quia procul mari incolerent, Romanum exercitum ad se non perventurum [17] Cum hoc hoste, tam terribili omnibus regionis eius, quia bellum gerendum erat, pro contione milites in hunc maxime modum adlocutus est consul: 'non me praeterit, milites, omnium quae Asiam colunt gentium Gallos fama belli praestare |
E tanto terrore incuteva il loro nome, anche col crescere del numero a causa della loro prolificità che alla fine persinore della Siria non rifiutarono di pagare il tributo Il primo a rifiutare tra quanti abitavano lAsia fu Attalo, padre del re Eumene; e alla sua audace iniziativa arrise la fortuna, contrariamente a quello che tutti credevano, tanto che scontratosi in battaglia riuscì vincitore Eppure neanche così la baldanza dei Galli fu stroncata né desistettero dalle loro mire di egemonia; la loro potenza rimase immutata fino alla guerra di Antioco contro i Romani E anche allora, dopo la cacciata di Antioco, concepirono la viva speranza, per il fatto che abitavano lontano dal mare, che lesercito romano non sarebbe arrivato fino a loro [17] Poiché era il momento di combattere con un nemico così temuto da tutte le genti della regione, il console tenne un discorso 1 ai soldati adunati parlando in sostanza in questi termini: io non ho dimenticato, o soldati, che fra tutte le genti che abitano lAsia i Galli si distinguono per la loro fama di guerrieri |
Inter mitissimum genus hominum ferox natio pervagata bello prope orbem terrarum sedem cepit Procera corpora, promissae et rutilatae comae, vasta scuta, praelongi gladii; ad hoc cantus ineuntium proelium et ululatus et tripudia, et quatientium scuta in patrium quendam modum horrendus armorum crepitus, omnia de industria composita ad terrorem Sed haec, quibus insolita atque insueta sunt, Graeci et Phryges et Cares timeant; Romanis Gallici tumultus adsueti, etiam vanitates notae sunt Semel primo congressu ad Aliam eos olim fugerunt maiores nostri; ex eo tempore per ducentos iam annos pecorum in modum consternatos caedunt fugantque, et plures prope de Gallis triumphi quam de toto orbe terrarum acti sunt |
Una gente bellicosa, dopo aver scorrazzato guerreggiando per quasi tutto il mondo, si è fermata in mezzo a una stirpe di genti pacifiche quanto mai Alta statura, capelli lunghi e tinti in rosso, larghi scudi, spade lunghissime: aggiungete i canti con cui vanno alla battaglia, le grida e le danze scomposte, e il fragore pauroso delle armi quando agitano gli scudi secondo una loro usanza nazionale; tutte cose calcolate apposta per produrre spavento Ma queste son cose da far paura a Greci e Frigi e Cari, per i quali sono insolite e nuove; i Romani sono avvezzi agli strepiti dei Galli, e ne conoscono anche la vanità Una volta sola presso lAllia i nostri avi fuggirono dinanzi a loro al primo scontro; ma da allora in poi sono ormai duecento anni che sempre li sterminano e li disperdono spaventandoli come greggi, e si sono avuti quasi più trionfi sui Galli che su tutto il resto del mondo |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 11 - 13
Iam usu hoc cognitum est: si primum impetum, quem fervido ingenio et caeca ira effundunt, sustinueris, fluunt sudore et lassitudine membra, labant arma; mollia corpora, molles, ubi ira consedit, animos sol pulvis sitis, ut ferrum non admoveas, prosternunt Non legionibus legiones eorum solum experti sumus, sed vir unus cum viro congrediendo T Manlius, M Valerius, quantum Gallicam rabiem vinceret Romana virtus, docuerunt Iam M Manlius unus agmine scandentis in Capitolium detrusit Gallos Et illis maioribus nostris cum haud dubiis Gallis, in sua terra genitis, res erat; hi iam degeneres sunt, mixti, et Gallograeci vere, quod appellantur; sicut in frugibus pecudibusque non tantum semina ad servandam indolem valent, quantum terrae proprietas caelique, sub quo aluntur, mutat |
Ormai lo sappiamo per esperienza: se si riesce a reggere al primo assalto che essi sferrano col loro carattere bollente e la loro furia cieca, poi le membra si sciolgono nel sudore e nella fiacca, le armi cadono di mano; sole, polvere, sete, anche senza che si muovano le spade contro di loro, ne abbattono il fisico fiacco, e gli spiriti non meno fiacchi appena è sbollito il furore Non solo abbiamo misurato le nostre con le loro legioni, ma sia T Manlio, sia M Valerio hanno dimostrato, uno contro uno, di quanto il valore romano fosse superiore al furore gallico Anzi M Manlio da solo gettò di sotto i Galli che tentavano di scalare in colonna il Campidoglio Senza contare che quei nostri avi avevano da fare con dei Galli di razza, nati nella loro terra; questi sono ormai tralignati, imbastarditi , e veramente Gailogreci, come li chiamano; come nelle piante e negli animali, non tanto la generazione giova a conservarne le qualità della razza, quanto le proprietà del suolo e del clima sotto il quale si allevano |
Macedones, qui Alexandriam in Aegypto, qui Seleuciam ac Babyloniam, quique alias sparsas per orbem terrarum colonias habent, in Syros Parthos Aegyptios degenerarunt; Massilia, inter Gallos sita, traxit aliquantum ab accolis animorum; Tarentinis quid ex Spartana dura illa et horrida disciplina mansit generosius, in sua quidquid sede gignitur; insitum alienae terrae in id, quo alitur, natura vertente se, degenerat Phrygas igitur Gallicis oneratos armis, sicut in acie Antiochi cecidistis, victos victores, caedetis Magis vereor, ne parum inde gloriae, quam ne nimium belli sit Attalus eos rex saepe fudit fugavitque |
I Macedoni, signori di Alessandria in Egitto, Seleucia, Babilonia e altre colonie sparse sulla terra, si sono imbastarditi diventando Siri, Parti, Egiziani; Marsiglia, situata in mezzo ai Galli, ha preso dai popoli vicini abbastanza del loro carattere; ai Tarantini che cosa è rimasto della rigida e dura disciplina spartana Qualunque essere nasce nel suo ambiente è più genuino; trapiantato in terreno non suo, traligna quando la sua natura deve assimilarsi alla sostanza da cui trae ali- mento Così voi farete strage di questi Frigi coperti di armature galliche come lavete fatta nellesercito di Antioco, vincitori di allora voi, i vinti loro Ho più timore di averne poca gloria, che di avere troppo da combattere Il re Attalo più volte li disperse e li mise in fuga |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 04- 08
Nolite existimare belvas tantum recens captas feritatem illam silvestrem primo servare, dein, cum diu manibus humanis aluntur, mitescere, in hominum feritate mulcenda non eandem naturam esse Eosdemne hos creditis esse, qui patres eorum auique fuerunt Extorres inopia agrorum profecti domo per asperrimam Illyrici oram, Paeoniam inde et Thraeciam pugnando cum ferocissimis gentibus emensi, has terras ceperunt Duratos eos tot malis exasperatosque accepit terra, quae copia omnium rerum saginaret Uberrimo agro, mitissimo caelo, clementibus accolarum ingeniis omnis illa, cum qua uenerant, mansuefacta est feritas |
Non crediate che sieno soltanto gli animali catturati da poco a conservare dapprima la loro ferocia selvaggia per addomesticarsi poi quando per molto tempo sono allevati dalla mano delluomo, e che non si riscontri la stessa tendenza naturale quando si ammansisce la selvatichezza degli uomini Credete che essi sieno gli stessi che furono i loro padri e i loro avi Raminghi, partiti dalla patria per la povertà delle loro terre , passati attraverso le regioni inospitali dellIllirico , e misurata poi in lungo e in largo la Peonia e la Tracia combattendo con le popolazioni più bellicose, vennero a conquistare queste terre Temprati e induriti da tante traversie, li accolse una terra che poteva riempirli di ogni bene Il terreno fertilissimo, il clima molto mite, la natura pacifica dei vicini ammansirono tutta quella natura selvaggia con cui erano venuti |
Vobis mehercule, Martiis uiris, cauenda ac fugienda quam primum amoenitas est Asiae: tantum hae peregrinae voluptates ad extinguendum vigorem animorum possunt; tantum contagio disciplinae morisque accolarum valet Hoc tamen feliciter evenit, quod sicut vim adversus vos nequaquam, ita famam apud Graecos parem illi antiquae obtinent, cum qua venerunt, bellique gloriam victores eandem inter socios habebitis, quam si servantis anticum specimen animorum Gallos vicissetis ' [18] Contione dimissa missisque ad Eposognatum legatis, qui unus ex regulis et in Eumenis manserat amicitia et negaverat Antiocho adversus Romanos auxilia, castra movit Primo die ad Alandrum flumen, postero ad vicum quem vocant Tyscon ventum |
Voi, per Ercole, uomini nati da Marte, dovete al più presto mettervi in guardia contro le dolcezze asiatiche e fuggirle, tanto potere hanno queste delizie straniere per smorzare il vigore del carattere; tanto può il contatto con il costume e la civiltà di genti vicine A ogni modo, questo cade a proposito, ché, se non conservano più la loro energia di fronte a voi, conservano presso i Greci una reputazione pari a quella antica con cui vennero qua: e, una volta vincitori, avrete fra i vostri alleati la stessa gloria militare che se aveste vinto i Galli quando continuavano a dare lantico esempio di forza morale [18] Sciolta ladunata, e mandati ambasciatori a Eposognato, lunico dei principi che era rimasto fedele allamicizia con Eumene e aveva negato aiuti ad Antioco contro i Romani, il console levò il campo Il primo giorno arrivarono al fiume Alandro, il secondo al villaggio detto Tisco |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 24-26
Eo legati Oroandensium cum venissent amicitiam petentes, ducenta talenta his sunt imperata, precantibusque, ut domum renuntiarent, potestas facta Ducere inde exercitum consul ad Pliten intendit; deinde ad Alyattos castra posita Eo missi ad Eposognatum redierunt, et legati reguli orantes, ne Tectosagis bellum inferret; ipsum in eam gentem iturum Eposognatum persuasurumque, ut imperata faciant Data venia regulo, duci inde exercitus per Axylon quam vocant terram coeptus Ab re nomen habet: non ligni modo quicquam, sed ne spinas quidem aut ullum aliud alimentum fert ignis; fimo bubulo pro lignis utuntur Ad Cuballum, Gallograeciae castellum, castra habentibus Romanis apparuere cum magno tumultu hostium equites, nec turbarunt tantum Romanas stationes repente invecti, sed quosdam etiam occiderunt |
Essendo venuti là dei messi degli Oroandesi a chiedere amicizia, furono imposti loro duecento talenti, e alla loro richiesta di poterne riferire in patria, fu accordata questa facoltà Di là il console diresse lesercito verso Plitendo , poi fu posto il campo a Allatto Là tornarono i messi mandati a Eposognato, e con loro legati del principe a pregare che non facesse guerra ai Tettosagi; Eposognato stesso si sarebbe recato fra quelle genti e le avrebbe persuase a obbedire Dato il permesso al principe, di là si cominciò a spostare lesercito attraverso la regione detta Axilo Il nome viene dai fatti: non solo non produce legna di sorta ma neppure cespugli spinosi o altro combustibile; invece di legna usano letame bovino Mentre i Romani erano accampati presso Cuballo , castello della Gallogrecia, i cavalieri nemici si presentarono seminando grande disordine e non solo con la improvvisa irruzione gettarono il panico fra i posti di guardia, ma anche uccisero alcuni uomini |