Livio, Ab urbe condita: Libro 32; 21 - 40, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 32; 21 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 32; 21 - 40
Tum iussu praefecti a Thraecibus coniecta tela interfectique omnes

Et post pactam inter Achaeos ac Romanos societatem duae nobilissimae urbes, Argi et Corinthus, in potestate regis erant

Haec ea aestate ab Romanis in Graecia terra marique gesta

[26] In Gallia nihil sane memorabile ab Sex Aelio consule gestum

Cum duos exercitus in provincia habuisset, unum retentum quem dimitti oportebat, cui L Cornelius proconsul praefueratipse ei C Helvium praetorem praefecit, alterum quem in provinciam adduxit, totum prope annum Cremonensibus Placentinisque cogendis redire in colonias, unde belli casibus dissipati erant, consumpsit

Quemadmodum Gallia praeter spem quieta eo anno fuit, ita circa urbem servilis prope tumultus est excitatus
Allora, per ordine del prefetto, i Traci scagliarono le loro frecce e tutti furono uccisi

Anche dopo la conclusione dell'alleanza tra Achei e Romani due celebri città, Argo e Corinto, rimanevano in potere del re

Queste furono le azioni compiute dai Romani in Grecia in quell'estate in terra e sul mare

[26] In Gallia il console Ses Elio non compì pressoché nulla di memorabile

Pur avendo nella provincia due eserciti, uno da lui trattenuto mentre avrebbe dovuto rimandarlo, quello che era stato comandato dal proconsole L Cornelio ed al quale egli aveva posto a capo il pretore C Elvio, l'altro portato da lui nella provincia, passò quasi l'intero anno a far tornare i Cremonesi e i Piacentini nelle colonie dalle quali li avevano fatti fuggire le vicende della guerra

Se in quell'anno la Gallia rimase tranquilla al di là di ogni aspettativa, poco mancò che vicino a Roma non scoppiasse una rivolta di schiavi
Obsides Carthaginiensium Setiae custodiebantur: cum iis ut principum liberis magna vis servorum erat; augebant eorum numerum, ut ab recenti Africo bello, et ab ipsis Setinis captiva aliquot nationis eius empta ex praeda mancipia

Cum coniurationem fecissent, missis ex eo numero primum qui in Setino agro, deinde circa Norbam et Cerceios servitia sollicitarent, satis iam omnibus praeparatis, ludis qui Setiae prope diem futuri erant spectaculo intentum populum adgredi statuerant, Setia per caedem et repentinum tumultum capta Norbam et Cerceios occupare servitia

Huius rei tam foedae indicium Romam ad L Cornelium Lentulum praetorem urbanum delatum est

Servi duo ante lucem ad eum venerunt atque ordine omnia quae acta futuraque erant exposuerunt
A Sezze erano custoditi degli ostaggi cartaginesi: insieme ad essi, figli di personaggi influenti, c'era un gran numero di schiavi; il loro numero cresceva, come era logico dopo la recente guerra in Africa, poiché alcuni prigionieri di quel popolo, appartenenti al bottino di guerra, erano stati comprati come schiavi dagli abitanti stessi di Sezze

Costoro ordirono una congiura e mandarono alcuni dei loro a sollevare gli schiavi prima nella campagna di Sezze, poi nelle zone di Norba e Circei; stabilirono poi, dopo aver compiuto i preparativi necessari, di assalire il popolo intento allo spettacolo durante i ludi che si sarebbero svolti di lì a poco a Sezze, dopo avere conquistato Sezze grazie a tale massacro e all'improvviso tumulto, gli schiavi avrebbero occupato Norba e Circei

Tale vergognoso misfatto venne denunciato a Roma al pretore urbano L Cornelio Lentulo

Due schiavi vennero da lui prima dell'alba e gli esposero per ordine quanto era stato fatto e quanto si stava per fare
Quibus domi custodiri iussis praetor senatu vocato edoctoque quae indices adferrent, proficisci ad eam coniurationem quaerendam atque opprimendam iussus, cum quinque legatis profectus obvios in agris sacramento rogatos arma capere et sequi cogebat

Hoc tumultuario dilectu duobus milibus ferme hominum armatis Setiam omnibus quo pergeret ignaris venit

Ibi raptim principibus coniurationis comprehensis fuga servorum ex oppido facta est

Dimissis deinde per agros qui vestigarent

Egregia duorum opera servorum indicum et unius liberi fuit

Ei centum milia gravis aeris dari patres iusserunt, servis vicena quina milia aeris et libertatem: pretium eorum ex aerario solutum est dominis

Haud ita multo post ex eiusdem coniurationis reliquiis nuntiatum est servitia Praeneste occupatura
Il pretore ordinò di tenerli sotto sorveglianza nella sua casa, poi convocò il senato e lo informò di quanto avevano riferito le spie, venne incaricato di partire per indagare su quella congiura e soffocarla, partì con cinque legati e costrinse a prendere le armi e a seguirlo, arruolandoli con giuramento, quanti incontrava per la campagna

Con questo esercito arruolato sul momento giunse a Sezze con duemila armati, i quali tutti non sapevano dove fosse diretto

Qui, mentre faceva rapidamente catturare i capi della congiura, gli schiavi fuggirono dalla città

Mandò allora a ricercarli per i campi

Degna di elogio fu l'opera dei due schiavi informatori e di un uomo libero

A quest'ultimo i senatori fecero dare centomila assi, agli schiavi venticinquemila assi e la libertà: il tesoro pubblico ne pagò il riscatto ai padroni

Dopo non molto tempo giunse notizia che, in conseguenza della medesima congiura, gli schiavi stavano per occupare Preneste

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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 13 - 14
Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 13 - 14

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 13 - 14

Eo L Cornelius praetor profectus de quingentis fere hominibus qui in ea noxa erant supplicium sumpsit

In timore civitas fuit obsides captivosque Poenorum ea moliri

Itaque et Romae vigiliae per vicos servatae iussique circumire eas minores magistratus et triumviri carceris lautumiarum intentiorem custodiam habere iussi; et circa nomen Latinum a praetore litterae missae ut et obsides in privato servarentur neque in publicum prodeundi facultas daretur et captivi ne minus decem pondo compedibus vincti in nulla alia quam in carceris publici custodia essent

[27] Eodem anno legati ab rege Attalo coronam auream ducentum quadraginta sex pondo in Capitolio posuerunt gratiasque senatui egere quod Antiochus legatorum Romanorum auctoritate motus finibus Attali exercitum deduxisset
Il pretore L Cornelio si recò sul posto e fece giustiziare circa cinquecento uomini che si erano macchiati di quella colpa

I cittadini furono presi dal timore che quelle congiure fossero ordite dagli ostaggi e dai prigionieri cartaginesi

Perciò in Roma si stabilirono dei posti di guardia nei diversi quartieri, si ordinò ai magistrati inferiori di farvi la ronda e ai triumviri di custodire con maggiore attenzione il carcere delle latomie; agli alleati latini il pretore trasmise una circolare ordinando di custodire nelle loro case gli ostaggi senza permettere loro di mostrarsi in pubblico, e di tenere in custodia i prigionieri esclusiva mente nelle prigioni pubbliche, legati con ceppi di almeno dieci libbre

[27] In quello stesso anno una delegazione del re Attalo depose in Campidoglio una corona d'oro di duecentoquarantasei libbre e ringraziò il senato perché Antioco, piegandosi all'autorità degli ambasciatori romani, aveva ritirato l'esercito dal territorio di Attalo
Eadem aestate equites ducenti et elephanti decem et tritici modium ducenta milia ab rege Masinissa ad exercitum qui in Graecia erat pervenerunt

Item ex Sicilia Sardiniaque magni commeatus et vestimenta exercitui missa

Siciliam M Marcellus, Sardiniam M Porcius Cato obtinebat, sanctus et innocens, asperior tamen in faenore coercendo habitus; fugatique ex insula faeneratores et sumptus quos in cultum praetorum socii facere soliti erant circumcisi aut sublati

Sex Aelius consul ex Gallia comitiorum causa Romam cum redisset, creavit consules C Cornelium Cethegum et Q Minucium Rufum

Biduo post praetorum comitia habita
In quella stessa estate arrivarono da parte di Masinissa all'esercito che era in Grecia duecento cavalieri e dieci elefanti e duecentomila moggi di grano

Anche dalla Sicilia e dalla Sardegna vennero inviati all'esercito in grande quantità approvvigionamenti e capi di vestiario

Governava la Sicilia M Marcello, la Sardegna M Porcio Catone, uomo onestissimo e incorruttibile ma ritenuto troppo duro nel combattere l'usura; egli allontanò dall'isola gli usurai e ridusse o annullò le spese che gli alleati erano soliti fare per il mantenimento del pretore

Il console Ses Elio, tornato a Roma dalla Gallia per i comizi, nominò consoli C Cornelio Cetego e Q Minucio Rufo

Due giorni dopo si tennero i comizi per l'elezione dei pretori

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 01 - 02

Sex praetores illo anno primum creati crescentibus iam provinciis et latius patescente imperio; creati autem hi: L Manlius Volso C Sempronius Tuditanus M Sergius Silus M Helvius M Minucius Rufus L AtiliusSempronius et Helvius ex iis aediles plebis erant; curules aediles Q Minucius Thermus et T Sempronius Longus

Ludi Romani eo anno quater instaurati

[28] C Cornelio et Q Minucio consulibus omnium primum de provinciis consulum praetorumque actum

Prius de praetoribus transacta res quae transigi sorte poterat: urbana Sergio, peregrina iurisdictio Minucio obtigit; Sardiniam Atilius, Siciliam Manlius, Hispanias Sempronius citeriorem, Helvius ulteriorem est sortitus
Per la prima volta quell'anno vennero eletti sei pretori, dato che il numero delle province cresceva ed il dominio romano si allargava; vennero nominati i seguenti pretori: L Manlio Volsone, C Sempronio Tuditano, M Sergio Silo, M Elvio, M Minucio Rufo, L Atilio; di essi Sempronio ed Elvio erano edili della plebe; edili curuli furono nominati Q Minucio Termo e T Sempronio Longo

In quell'anno i ludi romani furono ricominciati quattro volte

[28] Essendo consoli C Cornelio e Q Minucio ci si occupò prima di tutto delle province dei consoli e dei pretori

Venne prima risolta la questione delle province dei pretori, che si poteva sbrigare con l'estrazione a sorte: la provincia urbana toccò a Sergio, la iurisdictio Peregrina a Minucio; Atilio ebbe in sorte la Sardegna, Manlio la Sicilia, Sempronio la Spagna citeriore, Elvio la Spagna ulteriore
Consulibus Italiam Macedoniamque sortiri parantibus L Oppius et Q Fulvius tribuni plebis impedimento erant, quod longinqua provincia Macedonia esset neque ulla alia res maius bello impedimentum ad eam diem fuisset quam quod vixdum incohatis rebus in ipso conatu gerendi belli prior consul revocaretur: quartum iam annum esse ab decreto Macedonico bello; quaerendo regem et exercitum eius Sulpicium maiorem partem anni absumpsisse; Villium congredientem cum hoste infecta re revocatum; Quinctium rebus divinis Romae maiorem partem anni retentum ita gessisse tamen res ut, si aut maturius in provinciam venisset aut hiems magis sera fuisset, potuerit debellare: nunc prope in hiberna profectum ita comparare dici bellum ut, nisi successor impediat, perfecturus aestate proxima videatur I consoli stavano per tirare a sorte l'Italia e la Macedonia quando i tribuni della plebe L Oppio e Q Fulvio lo impedirono sostenendo che la Macedonia era una provincia lontana e che fino ad allora nulla aveva maggiormente intralciato le operazioni di guerra quanto il richiamare il console uscente appena all'inizio delle operazioni, in pieno sforzo militare: già tre anni erano passati dalla dichiarazione di guerra alla Macedonia; Sulpicio aveva impiegato la maggior parte dell'anno a cercare il re e il suo esercito; Villio, mentre stava per entrare in contatto con il nemico, era stato richiamato senza aver completato l'azione; Quinzio, pur trattenuto in Roma la maggior parte dell'anno da cerimonie religiose, aveva tuttavia condotto le operazioni in modo tale che, se fosse arrivato più presto nella provincia o se più tardi fosse giunta la brutta stagione, avrebbe potuto finire la guerra: ora, benché fosse sul punto di portarsi nei quartieri d'inverno, si diceva che preparasse un piano di guerra in base al quale, se un successore non glielo impediva, sembrava in grado di concludere la guerra nell'estate successiva

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

His orationibus pervicerunt ut consules in senatus auctoritate fore dicerent se, si idem tribuni plebis facerent

Permittentibus utrisque liberam consultationem patres consulibus ambobus Italiam provinciam decreverunt, T Quinctio prorogarunt imperium donec successor ex senatus consulto venisset

Consulibus binae legiones decretae et ut bellum cum Gallis Cisalpinis qui defecissent a populo Romano gererent

Quinctio in Macedoniam supplementum decretum, sex milia peditum, trecenti equites, sociorum navalium milia tria

Praeesse eidem cui praeerat classi L Quinctius Flamininus iussus

Praetoribus in Hispanias octona milia peditum socium ac nominis Latini data et quadringeni equites, ut dimitterent veterem ex Hispaniis militem; et terminare iussi qua ulterior citeriorve provincia servaretur
Con tali argomenti convinsero i consoli a dichiarare che si sarebbero rimessi alle decisioni del senato, se i tribuni della plebe avessero fatto lo stesso

Visto che gli uni e gli altri lasciavano libertà di decidere, i senatori assegnarono per decreto ad entrambi i consoli la provincia d'Italia e prorogarono il comando a T Quinzio fino a quando per decisione del senato gli venisse mandato un successore

Ad ogni console furono assegnate con decreto due legioni con l'incarico di combattere i Galli Cisalpini che avevano defezionato dal popolo romano

Per Quinzio in Macedonia vennero decretati rinforzi consistenti in seimila fanti, trecento cavalieri e tremila marinai alleati

L Quinzio Flaminino venne incaricato di mantenere il comando della flotta

Ai pretori per le Spagne vennero affidati ottomila fanti ciascuno, alleati e latini, e quattrocento cavalieri, perché congedassero di là i veterani; vennero inoltre incaricati di tracciare il confine tra la provincia della Spagna ulteriore e quella della Spagna citeriore
Macedoniae legatos P Sulpicium et P Villium, qui consules in ea provincia fuerant, adiecerunt

[29] Priusquam consules praetoresque in provincias proficiscerentur, prodigia procurari placuit, quod aedes Volcani Summanique Romae et quod Fregenis murus et porta de caelo tacta erant, et Frusinone inter noctem lux orta, et Aefulae agnus biceps cum quinque pedibus natus, et Formiis duo lupi oppidum ingressi obvios aliquot laniaverant, Romae non in urbem solum sed in Capitolium penetraverat lupus

C Atinius tribunus plebis tulit ut quinque coloniae in oram maritimam deducerentur, duae ad ostia fluminum Volturni Liternique, una Puteolos, una ad Castrum Salerni: his Buxentum adiectum; trecenae familiae in singulas colonias iubebantur mitti
In Macedonia vennero anche inviati come legati P Sulpicio e P Villio che erano stati da consoli in quella provincia

[29] Prima che i consoli e i pretori partissero per le loro province si vollero compiere le cerimonie atte a stornare gli effetti dei prodigi, difatti i templi di Vulcano e di Summano in Roma e una parte di muro e una porta a Fregene erano stati colpiti dal fulmine, a Frosinone si era fatto chiaro durante la notte, a Efula s era nato un agnello con due teste e cinque gambe, a Formia due lupi, entrati in città, avevano sbranato alcune persone trovate sulla propria strada, a Roma un lupo era entrato non solo in città ma addirittura in Campidoglio

Il tribuno della plebe C Atinio propose di fondare cinque colonie sulla costa, due alla foce dei fiumi Volturno e Literno, una a Pozzuoli, una a Castro di Salerno: vi si aggiunse Busento; si decretò di mandare in ogni colonia trecento famiglie

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Tresviri deducendis iis, qui per triennium magistratum haberent, creati M Servilius Geminus Q Minucius Thermus Ti Sempronius Longus

Dilectu rebusque aliis divinis humanisque quae per ipsos agenda erant perfectis consules ambo in Galliam profecti: Cornelius recta ad Insubres via, qui tum in armis erant Cenomanis adsumptis; Q Minucius in laeva Italiae ad inferum mare flexit iter Genuamque exercitu ducto ab Liguribus orsus bellum est

Oppida Clastidium et Litubium, utraque Ligurum, et duae gentis eiusdem civitates Celeiates Cerdiciatesque sese dediderunt; et iam omnia cis Padum praeter Gallorum Boios, Ilvates Ligurum sub dicione erant: quindecim oppida, hominum viginti milia esse dicebantur quae se dediderant

Inde in agrum Boiorum legiones duxit
Furono creati triumviri per la fondazione di quelle colonie M Servilio Gemino, Q Minucio Termo, Ti Sempronio Longo, s rimasti in carica tre anni

Dopo aver fatto la leva militare e aver adempiuto agli altri uffici religiosi e civili di loro competenza i consoli partirono entrambi per la Gallia: Cornelio mosse direttamente contro gli Insubri che erano allora in armi e avevano preso con sé i Cenomani; Q Minucio piegò verso l'Italia occidentale, verso il mare inferiore, e, guidato l'esercito a Genova, cominciò la guerra dalla Liguria

Due centri fortificati, Casteggi e Litubio, liguri entrambi, e due popolazioni della medesima stirpe, i Celeiati e i Cerdiciati, si sottomisero; ormai tutto il territorio al di qua del Po, ad eccezione di quello dei Galli Boi e dei Liguri Ilvati, era sottomesso: si diceva che fossero stati quindici centri, con ventimila uomini, a sottomettersi

Di là il console condusse l'esercito nel territorio dei Boi

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