Livio, Ab urbe condita: Libro 23; 11-20, pag 4

Livio, Ab urbe condita: Libro 23; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 23; 11-20
Id postero quoque die ac tertio factum est; nocte et mittebantur et perueniebant; eo custodias hostium fallebant

Imbribus deinde continuis citatior solito amnis transuerso uertice dolia impulit ad ripam quam hostes seruabant

Ibi haerentia inter obnata ripis salicta conspiciuntur, nuntiatumque Hannibali est et deinde intentiore custodia cautum ne quid falleret Volturno ad urbem missum

Nuces tamen fusae ab Romanis castris, cum medio amni ad Casilinum defluerent, cratibus excipiebantur

Postremo ad id uentum inopiae est, ut lora detractasque scutis pelles, ubi feruida mollissent aqua, mandere conarentur nec muribus alioue animali abstinerent et omne herbarum radicumque genus aggeribus infimis muri eruerent
La stessa cosa avvenne anche il giorno dopo e il terzo giorno; di notte si mandavano le botti che arrivavano eludendo la vigilanza dei nemici

In seguito, tuttavia, essendo a causa delle continue piogge la corrente del fiume più rapida del solito, le botti furono gettate verso la sponda occupata dai nemici, a causa di un vortice che le spingeva di traverso

Qui esse, impigliatesi fra i salici cresciuti sulle rive, furono viste dai Cartaginesi che avvertirono Annibale; da questo momento con maggior cura si vigilò perché nessuna cosa sfuggisse di quello che fosse mandato alla città attraverso il Volturno

Furono, tuttavia, dai Romani gettate nel fiume delle noci, che, scorrendo in mezzo al fiume verso Casilino, potevano essere raccolte da graticci

Alla fine la fame giunse a tal punto che gli abitanti di quella città mangiarono i finimenti dei cavalli e le pelli strappate agli scudi, fatte ammollire in acqua bollente; non esitarono a nutrirsi di topi e di altri animali, né di ogni specie di erbe e di radici strappate ai piedi della cinta fortificata
Et cum hostes obarassent quidquid herbidi terreni extra murum erat, raporum semen iniecerunt, ut Hannibal, eone usque dum ea nascuntur ad Casilinum sessurus sum, exclamaret

et qui nullam antea pactionem auribus admiserat, tum demum agi secum est passus de redemptione liberorum capitum

Septunces auri in singulos pretium conuenit ; fide accepta tradiderunt sese

Donec omne aurum persolutum est, in uinculis habiti ; tum remissi summa cum fide

Id uerius est quam ab equite in abeuntes immisso interfectos

Praenestini maxima pars fuere

Ex quingentis septuaginta qui in praesidio fuerunt, minus dimidium ferrum famesque absumpsit: ceteri incolumes Praeneste cum praetore suo M Anicio, scriba is antea fuerat, redierunt
Come poi i nemici ebbero arato tutto il terreno erboso che era fuor; delle mura, quei di Casilino gettarono dei semi di rape, tanto che Annibale esclamò: Debbo starmene inoperoso qui a Casilino finché queste rape nasceranno

E colui che prima non aveva ammesso alcuna possibilità di patti, alla fine tollerò di trattare del riscatto degli uomini liberi

Fu convenuto per ciascuno il prezzo di un settunce d'oro a testa; avuta da Annibale la promessa giurata i cittadini di Casilino si consegnarono

Finché non fu pagato tutto l'oro, furono tenuti prigionieri; poi lealmente furono lasciati liberi

Questo racconto è più vero di un altro che diceva che essi, mentre andavano via, furono uccisi dalla cavalleria

Dei liberati la maggior parte erano Prenestini

Di cinquecentosettanta che erano nella guarnigione di Casilino, meno di metà morirono di ferro e di fame; gli altri tornarono incolumi a Preneste col loro pretore M Anicio, che prima era stato uno scrivano
Statua eius indictio fuit, Praeneste in foro statuta, loricata, amicta toga, uelato capite, [et tria signa] cum titulo lamnae aeneae inscripto, M Anicium pro militibus qui Casilini in praesidio fuerint uotum soluisse

Idem titulus tribus signis in aede Fortunae positis fuit subiectus

[20] Casilinum oppidum redditum Campanis est, firmatum septingentorum militum de exercitu Hannibalis praesidio, ne, ubi Poenus inde abscessisset, Romani oppugnarent

Praenestinis militibus senatus Romanus duplex stipendium et quinquennii militiae uacationem decreuit; ciuitate cum donarentur ob uirtutem, non mutauerunt

Perusinorum casus obscurior fama est, quia nec ipsorum monumento ullo est illustratus nec decreto Romanorum
A testimonianza di questo episodio era stata eretta nel foro di Preneste una statua di Anicio rivestita della corazza ed avvolta nella toga, col capo velato e tre figure con un'iscrizione in bronzo, che diceva che M Anicio aveva così sciolto un voto da parte di quei soldati che erano stati di guarnigione a Casilino

La stessa iscrizione fu posta su tre statue collocate nel tempio della dea Fortuna

20 La città di Casilino fu restituita ai Campani, rinforzata da un presidio di settecento soldati dell'esercito di Annibale, perché i Romani non l'assalissero, qualora i Cartaginesi se ne allontanassero

Ai soldati di Preneste il senato romano decretò un duplice stipendio ed un'esenzione dal servizio militare per la durata di cinque anni; i Prenestini non vollero accettare la cittadinanza romana, che era a loro offerta per il valore dimostrato

molto oscura la sorte toccata ai Perugini, poiché essa, né per loro iniziativa, né in virtù di un decreto dei Romani fu illustrata con un monumento

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 51 - 55

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 51 - 55

Eodem tempore Petelinos, qui uni ex Bruttiis manserant in amicitia Romana, non Carthaginienses modo qui regionem obtinebant sed Bruttii quoque ceteri ob separata ab se consilia oppugnabant

Quibus cum obsistere malis nequirent Petelini, legatos Romam ad praesidium petendum miserunt

Quorum preces lacrimaeque, in questus enim flebiles, cum sibimet ipsi consulere iussi sunt, sese in uestibulo curiae profuderunt, ingentem misericordiam patribus ac populo mouerunt, consultique iterum a M Aemilio praetore patres circumspectis omnibus imperii uiribus fateri coacti nihil iam longinquis sociis in se praesidii esse, redire domum fideque ad ultimum expleta consulere sibimet ipsos in reliquum [pro] praesenti fortuna iusserunt
Nello stesso tempo i Petelini, gli unici fra i Bruzzi ch'erano rimasti fedeli ai Romani, furono attaccati non solo dai Cartaginesi, che occupavano la regione, ma anche dagli altri Bruzzi, per il fatto che i Petelini avevano seguito una causa diversa

Costoro, non potendosi opporre a tale calamità, mandarono dei messi a Roma a chiedere un presidio di difesa

Quando furono invitati a provvedere da sé ai casi loro, nel vestibolo della Curia si sciolsero in flebili lamenti; le loro preghiere e le loro lacrime mossero allora a grandissima compassione i senatori e il popolo; di nuovo il pretore M Emilio consultò i senatori, che, considerate attentamente le forze militari, furono costretti a confessare di non avere la possibilità per aiutare alleati così lontani; invitarono perciò i Petelini a ritornare alla loro città e, poiché avevano dato prova di fedeltà fino all'ultimo, si regolassero per l'avvenire a mano a mano che le circostanze si presentavano
Haec postquam renuntiata legatio Petelinis est, tantus repente maeror pauorque senatum eorum cepit ut pars profugiendi qua quisque posset ac deserendae urbis auctores essent, pars, quando deserti a ueteribus sociis essent, adiungendi se ceteris Bruttiis ac per eos dedendi Hannibali

Vicit tamen ea pars quae nihil raptim nec temere agendum consulendumque de integro censuit

Relata postero die per minorem trepidationem re tenuerunt optimates ut conuectis omnibus ex agris urbem ac muros firmarent

Dopo che gli ambasciatori annunciarono tale risposta ai Petelini, i loro senatori furono presi improvvisamente da tale dolore e spavento, che parte di essi prese l'iniziativa di consigliare che ciascuno abbandonasse la città rifugiandosi dove poteva, altri, invece, suggerivano che, dal momento che la città era abbandonata dagli antichi alleati, si unisse agli altri Bruzzi e per loro intercessione si consegnasse ad Annibale

Prevalse, tuttavia, l'opinione di coloro che pensavano non fosse il caso di agire in fretta ed avventatamente e che fosse, invece, necessario esaminare di nuovo la questione sotto ogni aspetto

Il giorno dopo, quando la discussione fu ripresa con minor turbamento, gli ottimati fecero prevalere la decisione che dai campi si trasportasse tutto in città e si fortificassero le mura

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