Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 48 - 65, pag 5

Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 48 - 65

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02; 48 - 65
Non ultra videbatur latura plebes dilationem agrariae legis, ultimaque vis parabatur, cum Volscos adesse fumo ex incendiis villarum fugaque agrestium cognitum est

Ea res maturam iam seditionem ac prope erumpentem repressit

Consules coacti extemplo ab senatu ad bellum educta ex urbe iuventute tranquilliorem ceteram plebem fecerunt

Et hostes quidem nihil aliud quam perfusis vano timore Romanis citato agmine abeunt: Numicius Antium adversus Volscos, Verginius contra Aequos profectus

Ibi ex insidiis prope magna accepta clade virtus militum rem prolapsam neglegentia consulis restituit

Melius in Volscis imperatum est; fusi primo proelio hostes fugaque in urbem Antium, ut tum res erant opulentissimam, acti
Era chiaro che la plebe non avrebbe tollerato ulteriori dilazioni alla legge agraria e si sarebbe decisa a un'azione di forza definitiva, quando le colonne di fumo che si alzavano dalle fattorie in fiamme e il fuggi-fuggi dei contadini preannunciarono l'avvicinarsi dei Volsci

Questa notizia soffocò sul nascere i fermenti di rivolta ormai prossimi a un'imminente esplosione

I consoli, chiamati d'urgenza dal senato a occuparsi della spedizione difensiva, guidando fuori Roma la gioventù, contribuirono a portare una certa tranquillità nel resto della plebe

Quanto ai nemici, dopo essersi limitati a mettere i Romani sul chi vive con un falso allarme, si ritirarono a marce forzate; Numicio fece rotta su Anzio contro i Volsci, Verginio guidò le truppe contro gli Equi

In questa campagna si sfiorò il massacro a séguito di un'imboscata, ma il coraggio dei soldati riuscì a rimettere in piedi la situazione compromessa dalla negligenza del console

Le operazioni contro i Volsci furono condotte con maggiore scrupolo: i nemici, sbaragliati al primo scontro, furono messi in fuga e costretti a riparare ad Anzio, all'epoca uno dei centri più ricchi dei dintorni
Quam consul oppugnare non ausus Caenonem, aliud oppidum nequaquam tam opulentum, ab Antiatibus cepit

Dum Aequi Volscique Romanos exercitus tenent, Sabini usque ad portas urbis populantes incessere

Deinde ipsi paucis post diebus ab duobus exercitibus, utroque per iram consule ingresso in fines, plus cladium quam intulerant acceperunt

[64] Extremo anno pacis aliquid fuit, sed, ut semper alias, sollicitae certamine patrum et plebis

Irata plebs interesse consularibus comitiis noluit; per patres clientesque patrum consules creati T Quinctius Q Servilius

Similem annum priori habent, seditiosa initia, bello deinde externo tranquilla
Non osando per questo attaccarla, il console tolse agli Anziati un'altra città, Cenone, però molto meno prospera

Mentre Equi e Volsci tenevano occupate le truppe romane, i Sabini arrivarono fino alle porte di Roma con le loro scorribande

Pochi giorni dopo, però, quando entrambi i consoli invasero infuriati il loro territorio, subirono dai due eserciti più perdite di quelle che avevano causato

64 L'anno si chiuse con uno spiraglio di pace, ma, come in tutte le precedenti occasioni, si trattò di una situazione appesa a un filo per la rivalità tra patrizi e plebei

La plebe, indignata, non volle prendere parte ai comizi consolari; grazie ai voti dei senatori e dei loro clienti vennero nominati consoli Tito Quinzio e Quinto Servilio

L'anno del loro mandato assomigliò a quello appena trascorso: disordini all'inizio, e alla fine una guerra esterna a mettere a posto ogni cosa
Sabini Crustuminos campos citato agmine transgressi cum caedes et incendia circum Anienem flumen fecissent, a porta prope Collina moenibusque pulsi ingentes tamen praedas hominum pecorumque egere

Quos Servilius consul infesto exercitu insecutus ipsum quidem agmen adipisci aequis locis non potuit, populationem adeo effuse fecit, ut nihil bello intactum relinquerent multiplicique capta praeda rediret

Et in Volscis res publica egregie gesta cum ducis tum militum opera

Primum aequo campo signis conlatis pugnatum, ingenti caede utrimque, plurimo sanguine; et Romani, quia paucitas damno sentiendo propior erat, gradum rettulissent, ni salubri mendacio consul fugere hostes ab cornu altero clamitans concitasset aciem
I Sabini, attraversando a marce forzate i campi Crustumini, seminarono morte e devastazione intorno al fiume Aniene; furono respinti soltanto a due passi dalla porta Collina e dalle mura, non prima però di aver messo insieme un consistente bottino di prigionieri e di bestiame

Il console Servilio, buttatosi all'inseguimento con un contingente armato, non riuscendo a raggiungere le loro schiere in un punto pianeggiante, si diede a devastare la zona con una tale meticolosità che nulla venne risparmiato e egli ritornò con un bottino nemmeno lontanamente paragonabile a quello fatto dai Sabini

Nella campagna contro i Volsci brillarono per efficienza tanto il comandante quanto i soldati

Sulle prime ci fu uno scontro in aperta pianura ed entrambe le formazioni lamentarono moltissime perdite e un gran numero di feriti; e i Romani, colpiti più a fondo da quelle perdite a causa dell'inferiorità numerica, avrebbero cominciato a ritirarsi, se il console, ricorrendo a una coraggiosa menzogna, non avesse ridato forza e convinzione urlando che il nemico stava fuggendo dall'altra parte dello schieramento

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 11 - 16

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 11 - 16

Impetu facto dum se putant vincere vicere

Consul metuens ne nimis instando renovaret certamen, signum receptui dedit

Intercessere pauci dies, velut tacitis indutiis utrimque quiete sumpta, per quos ingens vis hominum ex omnibus Volscis Aequisque populis in castra venit, haud dubitans si senserint Romanos nocte abituros

Itaque tertia fere vigilia ad castra oppugnanda veniunt

Quinctius sedato tumultu quem terror subitus exciverat, cum manere in tentoriis quietum militem iussisset, Hernicorum cohortem in stationem educit, cornicines tubicinesque in equos impositos canere ante vallum iubet sollicitumque hostem ad lucem tenere

Reliquum noctis adeo tranquilla omnia in castris fuere ut somni quoque Romanis copia esset
Si buttarono così al contrattacco e, credendosi vincitori, ottennero la vittoria

Il console, ritenendo che un inseguimento troppo insistito avrebbe riacceso la battaglia, fece dare il segnale della ritirata

Per qualche giorno, in una specie di tacito accordo, entrambe le parti non si mossero; nel frattempo, un ingente schieramento di rinforzi reclutato tra tutte le tribù dei Volsci e degli Equi raggiunse il loro accampamento, con la certezza che i Romani sarebbero partiti nel cuore della notte se lo fossero venuti a sapere

Così, intorno a mezzanotte, mossero all'attacco dell'accampamento

Quinzio, dopo aver placato il trambusto segvito all'improvviso spavento, diede ordine ai soldati di rimanere tranquillamente nelle proprie tende; quindi gvidò sugli avamposti una coorte di Ernici e, dopo aver fatto montare a cavallo i suonatori di corno e i trombettieri, ordinò di suonare i loro strumenti di fronte alla trincea e di tenere il nemico sul chi vive fino all'alba

Per il resto della notte, nell'accampamento la calma fu così totale che anche i Romani riuscirono a dormire
Volscos species armatorum peditum, quos et plures esse et Romanos putabant, fremitus hinnitusque equorum, qui et insueto sedente equite et insuper aures agitante sonitu saeviebant, intentos velut ad impetum hostium tenvit

[65] Ubi inluxit, Romanus integer satiatusque somno productus in aciem fessum stando et vigiliis Volscum primo impetu perculit; quamquam cessere magis quam pulsi hostes sunt, quia ab tergo erant clivi in quos post principia integris ordinibus tutus receptus fuit

Consul ubi ad iniquum locum ventum est, sistit aciem

Miles aegre teneri, clamare et poscere ut perculsis instare liceat

Ferocius agunt equites; circumfusi duci vociferantur se ante signa ituros
Quanto ai Volsci, intravedendo quelle figure di fanti armati (che essi ritenevano molto più numerosi e romani) e sentendo il nitrito e lo scalpitare dei cavalli imbizzarriti per la novità della cavalcatura e per quel suono assordante nelle orecchie, rimasero in stato di allerta come di fronte all'imminenza di un attacco nemico

65 Alle prime luci del giorno, i Romani, freschissimi e riposati dopo il sonno, vennero disposti in ordine di battaglia per fronteggiare i Volsci, i quali invece erano stremati per la notte passata in piedi e a occhi aperti: vennero così sbaragliati al primo urto, anche se a dir la verità non si trattò di una vera e propria disfatta ma di una sorta di ritirata in quanto si trovarono alle spalle delle alture dove, con la copertura delle prime linee, si andarono a mettere al sicuro i resti intatti del loro esercito

Il console, dato che era arrivato in un luogo sfavorevole, ordinò di fermarsi

Gli uomini, trattenuti a stento, reclamavano a gran voce l'autorizzazione di incalzare il nemico già in ginocchio

E i cavalieri erano ancora più accaniti: accalcandosi intorno al comandante, gridavano di volersi spingere oltre le insegne

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Dum cunctatur consul virtute militum fretus, loco parum fidens, conclamant se ituros clamoremque res est secuta

Fixis in terram pilis quo leviores ardua euaderent, cursu subeunt

Volscus effusis ad primum impetum missilibus telis, saxa obiacentia pedibus ingerit in subeuntes, turbatosque ictibus crebris urget ex superiore loco

Sic prope oneratum est sinistrum Romanis cornu, ni referentibus iam gradum consul increpando simul temeritatem, simul ignaviam, pudore metum excussisset

Restitere primo obstinatis animis; deinde, ut obtinentes locum vim pro vi referebant, audent ultro gradum inferre et clamore renovato commouent aciem; tum rursus impetu capto enituntur atque exsuperant iniquitatem loci
Mentre il console tentennava, sicuro del valore dei propri uomini ma poco convinto della posizione, essi gridarono che sarebbero andati e le urla furono subito segvite dall'azione

Piantate le lance a terra, in modo da essere più leggeri in salita, vanno su di corsa

I Volsci, avendo utilizzato le loro armi a lunga gittata durante il primo scontro, lanciarono addosso ai nemici i sassi che si trovavano tra i piedi e riuscirono a disunirli con una pioggia di colpi dalla loro posizione sopraelevata

E l'ala sinistra della cavalleria romana sarebbe stata schiacciata, se il console, chiamando quelli che stavano indietreggiando ora codardi ora scriteriati, non avesse ridato loro coraggio facendo leva sul senso dell'onore

Si fermarono immediatamente, decisi a resistere a ogni costo; quindi, vedendo che col mantenere quella posizione riprendevano forza, osarono anche spingersi avanti e, alzando di nuovo il grido di guerra, si misero in movimento tutti insieme; Quindi, con un ulteriore slancio, si buttarono all'assalto ed ebbero ragione della posizione sfavorevole
Iam prope erat ut in summum clivi iugum euaderent cum terga hostes dedere, effusoque cursu paene agmine uno fugientes sequentesque castris incidere

In eo pavore castra capiuntur: qui Volscorum effugere potuerunt, Antium petunt

Antium et Romanus exercitus ductus

Paucos circumsessum dies deditur, nulla oppugnantium nova vi, sed quod iam inde ab infelici pugna castrisque amissis ceciderant animi

Ormai erano a un passo dalla vetta, quando i nemici volsero le spalle: lanciatisi in una corsa disordinata, fuggiaschi e inseguitori arrivarono mescolati all'accampamento dei Volsci

Lo catturarono nel pieno del panico; i Volsci che riuscirono a fuggire si rifugiarono ad Anzio

Anche i Romani marciarono su Anzio

Dopo qualche giorno d'assedio, la città si arrese, non per qualche nuova azione di forza da parte degli assedianti, ma per la demoralizzazione seguita all'infelice battagla e alla perdita dell'accampamento

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