Angelico sceglie evidentemente di attenersi al Vangelo di Matteo, come sembra indicare il gesto di Cristo che punta il dito verso l'alto, ha sottolineare la destinazione ultima degli eletti da Dio. Qui piuttosto che alla scelta degli Apostoli da parte di Cristo e alla loro successiva nomina, si assiste al suo annuncio del regno dei cieli elemento questo che conferisce un significato preminentemente escatologico alla scena.
Apostolo significa letteralmente inviato, dunque il ruolo di questi uomini sarà quello di propagare la parola di Dio per il mondo come inviati del Signore. Il loro numero; il 12, possiede inoltre una particolare simbologia che prende spunto già dalle 12 tribù di Israele, verso cui la loro predicazione inizialmente fu indirizzata e dai 12 patriarchi da cui esse discendono.
L'affresco venne realizzato per una delle celle del convento domenicano di San Marco a Firenze in cui risiedeva lo stesso Angelico. L'immagine possiede un iconografia che solo apparentemente è elementare: in realtà dietro questa raffigurazione di Cristo sta una complessità di contenuti difficili da cogliere agli occhi del profano, ma che gli stessi ecclesiastici che abitavano queste stanze potevano rintracciare e usare come esercizio per la meditazione e per la memoria del mistero dell'incarnazione.