Fin dai tempi delle piramidi, il sovrano egizio - il faraone - era considerato un essere Divino, ma solo i sacerdoti potevano sancire la natura Divina di un nuovo sovrano. Era questo a renderli così potenti. Pertanto, il faraone doveva sempre assicurarsi il loro sostegno, perché confermassero che era un Dio e un sovrano legittimo
Questo valeva anche - se non di più - per i Tolomei, che cercavano di presentarsi (almeno alla popolazione egizia) come Faraoni. e l'appoggio dei sacerdoti era ricercato soprattutto in periodi di instabilità dinastica, quando c'erano rivolte in tutto il paese o quando saliva al trono un sovrano debole o giovane.Tolomeo V Epifane aveva il problema di dover affrontare tutte e tre queste condizioni. suo padre, Tolomeo IV, era stato un sovrano pigro, più interessato a vivere nell'uso che a governare il paese, e aveva addirittura perso una parte dell'Alto Egitto durante una rivolta. L'anno prima che lui e la moglie venissero assassinato Tolomeo V era stato proclamato sovrano a cinque anni, ma il potere effettivo era nelle mani dei reggenti. Tra il 205 e il 196 avanti Cristo, mentre Tolomeo V cresceva, c'erano state varie insurrezioni sfociate nell'assassinio dei reggenti, ma i loro sostituti non erano mai riusciti a tenere a bada i nemici stranieri. L'unico spiraglio di luce fu la riconquista della parte dell'Alto Egitto che I ribelli avevano sottratto al padre di Tolomeo.nel 197 avanti Cristo, dopo l'insuccesso di tanti reggenti, c'era l'idea diffusa che Tolomeo V - all'epoca tredicenne - dovesse dimostrare di aver preso personalmente il controllo dell'Egitto, per rafforzare l'immagine e la reputazione della dinastia. A tale scopo, era necessario che venisse riconosciuto in primo luogo come adulto e poi come faraone divino. Per entrambe le cose serviva la collaborazione dei sacerdoti. e per ottenerla bisognava concedere loro dei favori. Ecco quindi che entra in gioco la Stele di Rosetta. Questo documento di propaganda, insieme alle altre copie, fu emanato dal Consiglio dei sacerdoti egizi nel 196 a.C. per commemorare il primo anniversario dell'incoronazione del ragazzo: illustra gli sgravi fiscali e gli altri favori che erano stati accordati ai sacerdoti l'hanno precedentemente affinché riconoscessero Tolomeo V come il legittimo faraone divino e procedessero alla sua piena incoronazione. Un segno di quanto Tolomeo V dovesse spingersi lontano per assicurarsi la loro collaborazione sta nel fatto che, mentre il testo della Stele di Rosetta è in gran parte copiato da accordi precedenti, una nuova concessione che non si era mai vista prima stabiliva che i sacerdoti non erano più costretti a riunirsi tutti gli anni ad Alessandria (la sede tradizionale del potere dei Tolomei), ma potevano incontrarsi a Menfi (la sede tradizionale dell'autorità religiosa egizia).
CON CLEOPATRA SI CHIUDE L'ERA DEI TOLOMEI
Dopo la creazione della Stele di Rosetta, Tolomeo V conservò il potere per altri 15 anni, fino al 180 a.C., quando fu avvelenato dai suoi cortigiani. La dinastia dei Tolomei in generale restò faticosamente sul trono per altri 150 anni, in un ciclo continuo di conflitti politici tra il sovrano, la corte e i sacerdoti, finché l'ultima esponente della dinastia - la regina Cleopatra - non venne schiacciata da colui che sarebbe diventato il primo imperatore romano: Augusto.
Ad un certo punto - non sapremo mai quando di preciso - la Stele di Rosetta venne portata via dalla sua sede originaria, il tempio di Sais, per essere usata come materiale da costruzione nella vicina città di Rashid, e fu infine disseppellita durante i lavori di consolidamento della fortezza ordinati da Napoleone nel 1799
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