Questo era possibile grazie ai cosiddetti "decani", cioè 36 stelle appositamente scelte che, alternandosi lungo l'anno, sorgevano in successione all'orizzonte, durante la notte. L'osservazione del cielo portò Inoltre al riconoscimento della stella Polare e delle costellazioni circumpolari, grazie alle quali si definiva l'orientamento della pianta dei Templi.
Fin dall'Antico Regno, i sacerdoti astronomici egiziani avevano identificato stelle e costellazioni utili a scandire le ore della notte lungo l'intero arco dell'anno. Data la loro grande importanza religiosa i decani, come furono in seguito chiamati dai Greci, trovarono posto sui soffitti astronomici per mezzo di ordinate griglie che ne riportavano il nome e la rappresentazione di una o più stelle, a seconda che il decano fosse una stella singola o una costellazione.
Gli studiosi hanno identificato con certezza solo alcuni dei decani adottati dagli egiziani. Tra essi uno dei più importanti era Sopdet, ovvero la stella Sirio, poiché il suo apparire al mattino poco prima del sorgere del Sole (una volta l'anno alla fine di luglio) segnalava l'arrivo della piena del Nilo.
Nel particolare viene illustrato il gruppo delle costellazioni circumpolari, qui raffigurate tra due schiere di divinità. Tra le più rilevanti sono riconoscibili, a destra, una figura di ippopotamo chiamata Sa-mut, da taluni identificata con la costellazione del Drago, mezzo al centro il ioro Meskhetiu rappresenta l'Orsa Maggiore. A sinistra, infine, un leone accovacciato è forse la costellazione corrispondente a quello del nostro zodiaco.
Il soffitto astronomico di Sethy I è senza dubbio uno dei più affascinanti e completi esempi di questo tipo di decorazione. La persistenza di questi contenuti mitologici di matrice stellare continuerà a manifestarsi fino in epoca tolemaica quando l'incontro con l'astrologia e l'astronomia greca daranno luogo agli straordinari zodiaci di Dendera, Edfu ed Esna
è sempre stato al centro della vita degli esseri umani, sin da quando hanno iniziato a muovere i loro primi passi sulla Terra. Lo studio degli astri è tra le scienze più antiche, sviluppatosi dall'innata curiosità della nostra specie verso ciò che non conosce, ma anche dalla necessità di avere un riferimento per scandire e gestire le attività quotidiane. L'osservazione della volta celeste, il suo utilizzo per orientarsi nello spazio e nel tempo erano infatti strumenti fondamentali per le occupazioni principali dei nostri antenati. Comprendere il movimento apparente delle stelle e la variazione stagionale del cielo permetteva, per esempio, di determinare se si stesse andando verso la stagione caldo/fredda e stabilire di conseguenza la vita dei villaggi nei primi insediamenti della nostra civiltà
Per tentare di mettere ordine nel vasto spazio disseminato da quelle flebili sorgenti lontane, nel corso dei millenni l'umanità si è prodigata nello studio e nella catalogazione dei corpi celesti che riusciva a osservare. In un simpatico gioco di "unire i punti", l'uomo ha raggruppato le stelle dividendo la volta celeste in figure fantasiose chiamate costellazioni. Un po' come accadeva quando da bambini ci divertivamo a dare forma alle nuvole. L'invenzione delle costellazioni ci ha permesso di strutturare il cielo secondo le nostre esigenze. Attraverso linee immaginarie in grado di connetterci con l'infinito, abbiamo trasportato storie, abitudini, favole e insegnamenti nelle stelle prima ancora dell'invenzione della scrittura.
Pare infatti che lei classificazioni più antiche degli astri possono essere ricondotte addirittura alla preistoria