Dietro un tavolo si vedono due figure maschili connotate dall'abito e dagli atteggiamenti in maniera diametralmente opposta. Sulla sinistra l'amministratore del patrimonio del ricco indica con una mano delle grosse monete d'argento e con l'altra l'intenzione di prendere la parola; il suo abbigliamento, e in particolare l'ostentato cappello a punta, costituisce nel linguaggio figurativo un inequivocabile segnale della sua appartenenza sociale: si tratta di un ebreo e la sua attività, come consuetudine all'epoca è quella di usuraio.
L'altra figura dietro al tavolo, il padrone, è connotata come la figura del buon cristiano sia per la sua indiscutibile somiglianza con Cristo sia per il gesto che egli ostenta. Anche nella scena a destra riconosciamo alcuni personaggi dai cappelli a punta mentre altri ne sono primi.
Il messaggio del dipinto è quello di diretta denuncia nei confronti della pratica dell'usura condannata all'epoca tanto da essere esercitate esclusivamente dai non cristiani