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la parabola racconta di come il figlio minore sia deciso ad abbandonare la casa del padre. Raccoglie i suoi averi e parte per la sua nuova vita. E' un figlio sprecone che consuma velocemente tutto quello che possiede. I primi tempi vive di rendita e non prova nessun senso di disagio, anzi vive nello spreco e nella superficialità dei beni materiali. Presto le cose cambiano, e senza più sostentamento deve cambiare radicalmente le sue abitudini.
Pur di sopravvivere cerca una sistemazione e trova un occupazione come custode di maiali per un uomo ricco del paese. Conduce quella vita finchè riesce a resistere, poi preso dallo sconforto, dalla mancanza dell'affetto paterno ed anche dello stile di vita che conduceva prima, decide con capo chino e il cuore pieno di vergogna, di ripresentarsi alla porta del padre. Non sa come sarà ricevuto ma è la sua unica possibilità. Si rimette in marcia e torna alla casa del padre.
Con sua grande sorpresa, la gioia del padre è chiara e sincera. Il suo volto non può nascondere la felicità di rivedere tornare il figlio. Quante giornate spese ad aspettare, ed ora il Signore aveva esaudito le sue preghiere. Il figlio minore si sveste degli abiti sudici per indossarne di puliti offerti dal padre. Un altro uomo porge gli indumenti e i calzari. Dal cappello con il pennacchio si capisce che è un uomo ricco e benestante. Si tratta del fratello maggiore, quel fratello che la parobola racconta come infastidito dal comportamento del padre. Un comportamento che considera indulgente. Il padre è al centro, con quelle braccia aperte come punto di unione tra i fratelli che provano sentimenti contrastanti
