Cicerone, Pro Cluentio: 51 - 60, pag 2

Cicerone, Pro Cluentio: 51 - 60

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 51 - 60
Cum illa defensione usus essem, quae in libertinorum causis honestissima semper existimata est, Scamandrum patrono esse probatum, fatebatur, sed quaerebat cui probatus esset ipse patronus Avendo cercato di utilizzare unattenuante classica, da sempre creduta la più importante nelle cause intentate contro i liberti, il fatto cioè che Scafandro aveva ricevuto lassenso del patrono, egli dimostrava di riconoscerne la validità, tranne poi domandare da chi, a sua volta, avesse ricevuto lassenso lui, il patrono
[53] Cum ego pluribus verbis in eo commoratus essem, Scamandro insidias factas esse per Diogenem constitutumque inter eos alia de re fuisse, ut medicamentum, non venenum Diogenes adferret, hoc cuivis usu venire posse, quaerebat cur in eius modi locum, tam abditum, cur solus, cur cum obsignata pecunia venisset [53] Fui titubante, quindi, piuttosto a lungo sullipotesi che, mediante Diogene, si era voluto incastrare Scamandro e che laccordo preso fra loro era stato di ben altra portata, Diogene avrebbe cioè dovuto portare una medicina, non un veleno, e ciò poteva capitare a chiunque:ebbene, egli allora voleva sapere perché lincontro era stato stabilito in un luogo così segreto, perché era giunto da solo e perché aveva un plico sigillato pieno di soldi
Denique hoc loco causa testibus, honestissimis hominibus, premebatur Infine, a questo punto, la mia difesa crollava a causa della testimonianza di persone di solidissima reputazione

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Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30
Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 21 - 30

M Baebius de suo consilio Diogenem emptum, se praesente Scamandrum cum veneno pecuniaque deprehensum esse dicebat; P Quintilius Varus, homo summa religione et summa auctoritate praeditus, de insidiis quae fierent Habito, et de sollicitatione Diogenis recenti re secum Cleophantum collucutum esse dicebat M Bebio diceva che Diogene era stato corrotto dietro suo suggerimento e che, in sua presenza, Scamandro era stato scoperto con il veleno e il denaro; P Quintilio Varo, uomo di grandissima coscienziosità e al quale si attribuiva la massima autorevolezza, affermava che Cleofanto aveva parlato con lui, ancora a caldo, dellattentato che si stava preparando a danno di Abito e delle pressioni ricevute da Diogene
[54] Atque in illo iudicio cum Scamandrum nos defendere videremur, verbo ille reus erat, re quidem vera et periculo tota accusatione Oppianicus [54] Così in quel processo, in cui in apparenza sostenevo la difesa di Scafandro, costui solo di nome era limputato: quello vero, anche alla luce dei fatti evidenziati dal complesso dellaccusa, era piuttosto Oppianico

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Cicerone, Pro Cluentio: 112 - 121
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Neque id obscure ferebat nec dissimulare ullo modo poterat: aderat frequens, advocabat, omni studio gratiaque pugnabat; postremo id quod maximo malo illi causae fuit hoc ipso in loco, quasi reus ipse esset, sedebat Questi, da parte sua, non poteva fingere nulla, né riusciva a mentire sul suo stato danimo in nessun modo; partecipava con assiduità alle sedute, cercava dei sostenitori, si batteva con grande zelo, cercando di adoperare tutta la sua influenza; alla fine, e ciò per la causa significò il colpo decisivo, stava seduto proprio qui, al banco degli imputati, come se laccusato fosse proprio lui
Oculi omnium iudicum non in Scamandrum, sed in Oppianicum coniciebantur; timor eius, perturbatio, suspensus incertusque vultus, crebra coloris mutatio, quae erant antea suspiciosa, haec aperta et manifesta faciebant Gli occhi di tutti i giudici erano puntati non su Scamandro, ma su Oppianico, il cui timore, lirrequietezza, il volto ansioso e incerto, il continuo cambiar di colore, rendevano manifesto e evidente ciò che precedentemente si poteva solo sospettare

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XX [55] Cum in consilium iri oporteret, quaesivit ab reo C Iunius quaesitor, ex lege illa Cornelia quae tum erat, clam an palam de se sententiam ferri vellet: de Oppianici sententia responsum est, quod is Habiti familiarem Iunium esse dicebat, clam velle ferri XX [55] Al momento di esprimere il verdetto, il presidente della corte C Giunio domandò allimputato, secondo la legge Cornelia allora vigente, se desiderava che sul suo caso si votasse in modo segreto o pubblico; in modo conforme al volere di oppianico, secondo il quale Giunio era amico di abito, la risposta fu che si votasse a scrutinio segreto
Itum est in consilium Così si procedette alla votazione

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Omnibus sententiis praeter unam, quam suam Staienus esse dicebat, Scamander prima actione condemnatus est Allunanimità, fatta eccezione per un voto che Staieno rivendicava a sé stesso, Scamandro fu condannato in prima istanza
Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

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