Cicerone, Pro Cluentio: 51 - 60

Cicerone, Pro Cluentio: 51 - 60

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 51 - 60
[51] Hic ego tum ad respondendum surrexi, qua cura, di immortales [51] A questo punto io mi alzai a rispondere: ma con quale angoscia, dei immortali
qua sollicitudine animi Con quale ansia
quo timore Con quale timore

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Cicerone, Pro Cluentio: 61 - 71
Cicerone, Pro Cluentio: 61 - 71

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 61 - 71

Semper equidem magno cum metu incipio dicere: quotienscumque dico, totiens mihi videor in iudicium venire non ingenii solum, sed etiam virtutis atque officii, ne aut id profiteri videar quod non possim [implere] quod est impudentiae, aut non id efficere quod possim, quod est aut perfidiae aut neglegentiae E anche vero che ogni volta che devo iniziare un discorso ho sempre una gran paura: ogni volta che parlo ho la sensazione che vengano giudicati non soltanto il mio talento, ma anche la mia onestà, e la mia professionalità; ho paura di dare limpressione di promettere ciò che non posso mantenere, come uno sfacciato, o di non fare tutto il possibile, come uno spergiuro o un lavativo
Tum vero ita sum perturbatus ut omnia timerem: si nihil dixissem, ne infantissimus, si multa in eius modi causa dixissem, ne impudentissimus existimarer In quel momento ero così turbato da avere paura di tutto: di passare per un afasico incurabile se non fossi riuscito a dire nulla, oppure il più audace dei temerari se in una causa come quella avessi ecceduto in chiacchiere

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Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30
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Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 21 - 30

XIX Collegi me aliquando et ita constitui, fortiter esse agendum; illi aetati qua tum eram solere laudi dari, etiam si in minus firmis causis hominum periculis non defuissem XIX Infine tornai in me e decisi che dovevo fare la mia parte coraggiosamente: per letà che avevo in quel periodo era senzaltro un motivo di lode anche il solo fatto che non ero venuto meno, in una situazione quasi compromessa, ad un cliente che rischiava la condanna
Itaque feci: sic puganvi, sic omni ratione contendi, sic ad omnia confugi, quantum ego adsequi potui, remedia ac perfugia causarum, ut hoc, quod timide dicam, consecutus sim, ne quis illi causae patronum defuisse arbitraretur E così feci:lo zelo con cui lottai, lardore con cui mi battei ricorrendo ad ogni argomento, tanto limpegno con il quale cercai aiuto in tutte le risorse e le scappatoie praticabili in un processo, che ottenni, lo dico con vergogna, che nessuno pensasse che quella causa era stata tradita dal suo difensore

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 192 - 202

[52] Sed ut quidquid ego apprehenderam, statim accusator extorquebat e manibus [52] Ma qualsiasi appiglio riuscissi ad afferrare, immediatamente laccusatore, me lo toglieva dalle mani
Si quaesiveram quae inimicitiae Scamandro cum Habito, fatebatur nullas fuisse, sed Oppianicum, cuius ille minister fuisset, huic inimicissimum fuisse atque esse dicebat Se chiedevo quali fossero i motivi dellodio di Scamandro per Abito, egli affermava che in effetti non ce nerano: piuttosto aggiungeva, Oppianico, di cui Scamandro era stato strumento, aveva provato e provava ancora un odio implacabile contro Abito

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Sin autem illud egeram, nullum ad Scamandrum morte Habiti venturum emolumentum fuisse, concedebat, sed ad uxorem Oppianici, hominis in uxoribus necandis exercitati, omnia bona Habiti ventura fuisse dicebat Se, al contrario, provavo a sostenere che a Scamandro non sarebbe derivato nessun guadagno dalla morte di Abito, egli ammetteva che era vero, ma aggiungeva che tutti gli averi di Abito sarebbero passati alla moglie di Oppianico, che da parte sua, forte di una lunga esperienza, sapeva bene come uccidere le mogli
Cicerone, In Verrem: 02; 04-106-110

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