[LXI] [258] Illud vero fuit horribile, quod me hercule vereor ne maiorem vim ad deterrendum habuerit quam ad cohortandum: voluisti enim in suo genere unum quemque nostrum quasi quendam esse Roscium; dixistique non tam ea, quae recta essent, probari, quam quae prava, fastidiis adhaerescere; quod ego non tam fastidiose in nobis quam in histrionibus spectari puto; [259] itaque nos raucos saepe attentissime audiri video; tenet enim res ipsa atque causa; at Aesopum, si paulum inrauserit, explodi A quibus enim nihil praeter voluptatem aurium quaeritur, in eis offenditur, simul atque imminuitur aliquid de voluptate, in eloquenti autem multa sunt quae teneant; quae si omnia summa non sunt et pleraque tamen magna sunt, necesse est ea ipsa, quae sunt, mirabilia videri |
[LXI][258]Quello fu veramente esagerato, cosa che io temo riesca più efficace a distogliere i giovani che a incoraggiarli: hai detto che ognuno di noi deve essere una specie di Roscio nel suo genere e hai aggiunto che non siamo tanto portati a lodare i pregi, quanto a ricordare i difetti, per la cattiva impressione che ne abbiamo provato; cosa che io credo che gli uomini siano più esigenti con gli attori che con gli oratori;[259] mi accorgo che spesso, pur parlando con la voce rauca, noi siamo ascoltatissimi; infatti è linteresse stesso del fatto e del processo che avvince; ma se invece a Esopo viene una piccola raucedine, è coperto di fischi Nelle arti in cui si cerca solo il piacere delle orecchie, noi ci irritiamo subito, appena diminuisce, anche leggermente, questo piacere: nelleloquenza invece sono molte le cose che interessano; e ammesso che non tutte presentino un interesse altissimo dobbiamo però riconoscere che parecchie sono interessanti ciò che vi troviamo deve necessariamente destare la nostra ammirazione |
[260] Ergo, ut ad primum illud revertar, sit orator nobis is, qui, ut Crassus descripsit, accommodate ad persuadendum possit dicere; is autem concludatur in ea, quae sunt in usu civitatum vulgari ac forensi, remotisque ceteris studiis, quamvis ea sint ampla atque praeclara, in hoc uno opere, ut ita dicam, noctes et dies urgeatur; imiteturque illum, cui sine dubio summa vis dicendi conceditur, Atheniensem Demosthenem, in quo tantum studium fuisse tantusque labor dicitur, ut primum impedimenta naturae diligentia industriaque superaret, cumque ita balbus esset, ut eius ipsius artis, cui studeret, primam litteram non posset dicere, perfecit meditando, ut nemo planius esse locutus putaretur; [261] deinde cum spiritus eius esset angustior, tantum continenda anima in dicendo est adsecutus, ut una continuatione verborum, id quod eius scripta declarant, binae ei contentiones vocis et remissiones continerentur; qui etiam, ut memoriae proditum est, coniectis in os calculis, summa voce versus multos uno spiritu pronuntiare consuescebat; neque is consistens in loco, sed inambulans atque ascensu ingrediens arduo | [260] Pertanto, per tornare al primo punto della nostra discussione, sia per noi perfetto oratore colui che, secondo la definizione di Grasso, sappia col suo discorso persuadere; egli però si limiti a quelle nozioni che riguardano la normale vita degli Stati e lattività forense, e ad essa si dedichi esclusivamente e intensamente, lasciando da parte tutti gli altri studi, per quanto importanti e nobili possano essere; prenda come suo modello quel famoso Demostene di Atene, la cui eloquenza possiede per comune giudizio una potenza insuperabile, sul quale si dice che egli avesse tale passione per leloquenza e tale zelo, che riuscì a vincere con la sua fervida operosità perfino i difetti naturali, pur essendo balbuziente, incapace di pronunziare la prima lettera dellarte stessa che studiava, riuscì col continuo esercizio a parlare con una pronunzia così chiara, quale nessuno, per comune giudizio, mai ebbe; [261] inoltre, avendo un respiro troppo corto, fece tali progressi, a forza di trattenere il fiato mentre parlava, da potere racchiudere in un solo periodo, come attestano le sue orazioni, due elevazioni e due abbassamenti della voce; ed egli poi, come si tramanda, messisi dei sassolini nella bocca, solesse declamare a voce altissima molti versi dun sol fiato, e ciò non stando fermo in un posto, ma passeggiando e salendo per una ripida salita |
[262] Hisce ego cohortationibus, Crasse, ad studium et ad laborem incitandos iuvenis vehementer adsentior; cetera, quae conlegisti ex variis et diversis studiis et artibus, tametsi ipse es omnia consecutus, tamen ab oratoris proprio officio atque munere seiuncta esse arbitror [LXII] Haec cum Antonius dixisset, sane dubitare visus est Sulpicius et Cotta, utrius oratio propius ad veritatem videretur accedere [263] Tum Crassus "operarium nobis quendam, Antoni, oratorem facis atque haud scio an aliter sentias et utare tua illa mirifica ad refellendum consuetudine, qua tibi nemo umquam praestitit; cuius quidem ipsius facultatis exercitatio oratorum propria est, sed iam in philosophorum consuetudine versatur maximeque eorum, qui de omni re proposita in utramque partem solent copiosissime dicere |
[262] Io sono pienamente convinto, o Crasso, che con questo genere di esortazioni i giovani debbono essere stimolati allo studio e allattività oratoria: tutte le altre nozioni, che tu hai raccolto da tanti diversi studi e discipline, benché tu le abbia potuto conseguire, tuttavia io le reputo estranee ai doveri e alla funzione delloratore [LXII] Quando Antonio ebbe finito di parlare, Sulpicio e Cotta non nascosero il loro imbarazzo, non sapendo a chi dei due dare ragione [263] E allora Crasso: Tu ci presenti, o Antonio, loratore come una specie di mestierante, ma probabilmente tu la pensi diversamente e vuoi fare sfoggio di quella tua straordinaria e ben nota abilità di confutare, in cui nessuno ti ha mai superato; essa è tipica degli oratori; ma ormai è entrata anche nelle abitudini dei ifiosofi, soprattutto di coloro che sono abituati a fare interminabili discorsi, pro e contro, su qualunque tema sia stato proposto |
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[264] Verum ego non solum arbitrabar, his praesertim audientibus, a me informari oportere, qualis esse posset is, qui habitaret in subselliis neque quicquam amplius adferret, quam quod causarum necessitas postularet, sed maius quiddam videbam, cum censebam oratorem, praesertim in nostra re publica, nullius ornamenti expertem esse oportere Tu autem, quoniam exiguis quibusdam finibus totum oratoris munus circumdedisti, hoc facilius nobis expones ea, quae abs te de officiis praeceptisque oratoris quaesita sunt; sed opinor secundum hunc diem; satis enim multa a nobis hodie dicta sunt [265] Nunc et Scaevola, quoniam in Tusculanum ire constituit, paulum requiescet, dum se calor frangat; et nos ipsi, quoniam id temporis est, valetudini demus operam Placuit sic omnibus |
[264] Però io non volevo, soprattutto alla presenza di questi giovani, limitarmi a delineare la figura di colui che passa la sua vita nei tribunali e non vi porta nessunaltra qualità al di fuori di ciò che richiede la necessità della causa, ma vagheggiavo qualche cosa di più grande, poiché pensavo che loratore, specialmente in uno Stato come il nostro, deve possedere tutti i requisiti Ora, siccome tu hai circoscritto il còmpito delloratore entro determinati confini, ti sarà più facile esporci il frutto delle tue indagini sui doveri delloratore e sul metodo che egli deve seguire;ma penso che dovremo rimandare a domani, perché oggi abbiamo già discusso abbastanza [265] Così anche Scevola, che ha deciso di recarsi nel Tuscolano, potrà riposarsi un poco, finché il gran caldo si calmerà e noi stessi, poiché ormai è lora, potremo pensare a ristorarci Tutti approvarono |
Tum Scaevola "sane" inquit "vellem non constituissem me hodie venturum esse L Aelio; libenter audirem Antonium"; et, cum exsurgeret, simul adridens "neque enim" inquit "tam mihi molestus fuit, quod ius nostrum civile pervellit, quam iucundus, quod se id nescire confessus est | Allora Scevola: Che peccato- disse-avere promesso a L Elio che oggi mi sarei recato nella mia villa Tuscolana; mi sarebbe davvero piaciuto ascoltare Antoni; e alzandosi continuò con un sorriso: veramente egli non è stato tanto impertinente nel maltrattare il mio diritto civile, quanto simpatico nel confessare di non conoscerlo |