[249] Cui nostrum licet fundos nostros obire aut res rusticas vel fructus causa vel delectationis invisere Tamen nemo tam sine oculis, tam sine mente vivit, ut quid sit sementis ac messis, quid arborum putatio ac vitium, quo tempore anni aut quo modo ea fiant omnino nesciat Num igitur si qui fundus inspiciendus aut si mandandum aliquid procuratori de agri cultum aut imperandum vilico est, Magonis Karthaginiensis sunt libri perdiscendi An hac communi intellegentia contenti esse possumus Cur ergo non eidem in iure civili, praesertim cum in causis et in negotiis et in foro conteramur, satis instructi esse possumus ad hoc dumtaxat, ne in nostra patria peregrini atque advenae esse videamur |
[249] Chi di noi ha oggi la possibilità di curare il suo podere o di visitare la sua azienda di campagna, sia per interessi, sia per puro svago Tuttavia non cè nessuno talmente cieco, talmente privo di intelligenza, da ignorare completamente che cosa siano la semente e la mèsse, che cosa sia la potatura degli alberi e delle viti e in quale stagione o in qual modo esse siano fatte Dirai forse che se uno sente il bisogno di visitare il suo fondo o di dare qualche incarico al suo amministratore o qualche ordine al suo fattore, circa lagricoltura, dovrà studiare lopera del cartaginese Magone Non ci bastano le nozioni generali che tutti abbiamo E perché non dovremmo fare lo stesso col diritto civile, essendo noi che sempre impegnati con le cause, con gli affari e con la dura vita del foro, non ci potremmo ritenere soddisfatti di una cultura che bastasse a non farci sembrare forestieri e stranieri nella nostra patria |
[250] Ac si iam sit causa aliqua ad nos delata obscurior, difficile, credo, sit, cum hoc Scaevola communicare; quamquam ipsi omnia, quorum negotium est, consulta ad nos et exquisita deferunt An vero, si de re ipsa, si de finibus, cum in rem praesentem [non] venimus, si de tabulis et perscriptionibus controversia est, contortas res et saepe difficilis necessario perdiscimus; si leges nobis aut si hominum peritorum responsa cognoscenda sunt, veremur ne ea, si ab adulescentia iuri civili minus studuerimus, non queamus cognoscere [LIX] Nihilne igitur prodest oratori iuris civilis scientia |
[250] Se poi si presentasse una causa piuttosto intricata, ci potremmo rivolgere a questo Scevola qui presente: daltra parte sai bene che gli stessi interessati ci mettono a conoscenza di tutte le decisioni ed informazioni, che ricevono dai giureconsulti Orbene, se sorge un contrasto su un fatto determinato, su una delimitazione di confini (nel qual caso siamo soliti recarci direttamente sul luogo), su registri o su mandati di pagamento, noi siamo obbligati a risolvere casi complicati e spesso difficili: quando siamo impegnati a studiare leggi o pareri di giureconsulti, dovremmo temere di non poterli comprendere, se non ci siamo applicati abbastanza allo studio del diritto civile fin dalla giovinezza [LIX] Diremo allora che la scienza del diritto civile non arrechi nessun giovamento alloratore |
Non negare prodesse ullam scientiam, ei praesertim, cuius eloquentia copia rerum debeat esse ornata; sed multa et magna et difficilia sunt ea, quae sunt oratori necessaria, ut eius industriam in plura studia distrahere nolim [251] Quis neget opus esse oratori in hoc oratorio motu statuque Rosci gestum et venustatem Tamen nemo suaserit studiosis dicendi adulescentibus in gestu discendo histrionum more elaborare Quid est oratori tam necessarium quam vox Tamen me auctore nemo dicendi studiosus Graecorum more tragoedorum voci serviet, qui et annos compluris sedentes declamitant et cotidie, ante quam pronuntient, vocem cubantes sensim excitant eandemque, cum egerunt, sedentes ab acutissimo sono usque ad gravissimum sonum recipiunt et quasi quodam modo conligunt |
Debbo ammettere che qualsiasi scienza arreca un giovamento, specialmente alloratore, la cui parola deve essere nutrita di una larga dottrina; però numerose, importanti e difficili sono le cose che deve conoscere loratore, così che io non lo consiglierei di disperdere le sue energie in molti campi [251] Chi potrebbe negare che, quanto al modo di muoversi e di gesticolare, sarebbero utilissime per loratore larte e la grazia di un Roscio Tuttavia nessuno consiglierebbe ai giovani appassionati delleloquenza di studiare larte del gesticolare con limpegno degli attori Che cosa è tanto necessario alloratore quanto la voce Tuttavia io non consiglierei nessun giovane studioso di eloquenza di esercitare la sua voce alla maniera degli attori tragici greci, i quali per parecchi anni si addestrano nel declamare stando seduti, e ogni giorno, prima di recitare, innalzano a poco a poco il tono della voce giacendo supini, e poi, dopo che lhanno innalzato, labbassano dal tono più alto fino al più basso, e, per dir così, lo fanno rientrare, stando seduti |
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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05
Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 01-05
Hoc nos si facere velimus, ante condemnentur ei, quorum causas receperimus, quam totiens, quotiens praescribitur, Paeanem aut hymnum recitarimus [252] Quod si in gestu, qui multum oratorem adiuvat, et in voce, quae una maxime eloquentiam vel commendat vel sustinet, elaborare nobis non licet ac tantum in utroque adsequi possumus, quantum in hac acie cotidiani muneris spati nobis datur, quanto minus est ad iuris civilis perdiscendi occupationem descendendum Quod et summatim percipi sine doctrina potest et hanc habet ab illis rebus dissimilitudinem, quod vox] et gestus subito sumi et aliunde adripi non potest, iuris utilitas ad quamque causam quamvis repente vel a peritis vel de libris depromi potest |
Se noi volessimo fare ciò, i nostri clienti sarebbero condannati, prima che riuscissimo a solfeggiare, tante volte quanto è prescritto, i nomi di Peana o di Nomio [252] Se a noi non conviene affaticarci nellarte di gesticolare, che pure ha molta importanza per loratore, e nelle esercitazioni vocali, che sono il miglior pregio e il più valido sostegno delleloquenza, e riusciamo a raggiungere, tanto nelluna quanto nellaltra arte, quei modesti risultati, che ci consente il poco tempo libero che ci resta in questa continua lotta della vita, è evidente che siamo meno obbligati a studiare il diritto civile Del resto, esso può essere da noi studiato per sommi capi e senza maestro e differisce da quelle due arti in questo, che la voce e i gesti non si possono acquistare sùbito, né prendere da un altro, mentre i vantaggi derivanti dalla conoscenza del diritto possiamo procurarceli, per ciascuna causa, allistante o dauomini competenti o dai libri |
[253] Itaque illi disertissimi homines ministros habent in causis iuris peritos, cum ipsi sint imperitissimi, ei qui, ut abs te paulo ante dictum est, pragmatici vocantur; in quo nostri omnino melius multo, quod clarissimorum hominum auctoritate leges et iura tecta esse voluerunt Sed tamen non fugisset hoc Graecos homines, si ita necesse esse arbitrati essent, oratorem ipsum erudire in iure civili, non ei pragmaticum adiutorem dare [LX] [254] Nam quod dicis senectutem a solitudine vindicari iuris civilis scientia, fortasse etiam pecuniae magnitudine; sed nos non quid nobis utile, verum quid oratori necessarium sit, quaerimus |
[253] Per questa ragione quegli uomini eloquentissimi di cui ho parlato hanno come assistenti, nei processi, degli esperti di diritto (materia in cui essi sono ignorantissimi), che, come tu poco fa hai detto, vengono chiamati pragmatici ;ma qui è di gran lunga preferibile il metodo romano, che vuole che le leggi e il diritto siano sostenuti dallautorità dì uomini illustrissimi Tuutavis se i Greci avessero ritenuto necessario istruire loratore nel diritto civile, anziché dargli lassistenza di un pragmatico , non avrebbero evitato di farlo [LX] [254] Tu dici che la scienza del diritto civile libera la vecchiaia dalla solitudine, la stessa cosa, credo, si potrebbe ottenere con la ricchezza;ma noi cerchiamo non quello che ci è utile, ma quello che è necessario alloratore |
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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 06-10
Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 06-10
Quamquam, quoniam multa ad oratoris similitudinem ab uno artifice sumimus, solet idem Roscius dicere se, quo plus sibi aetatis accederet, eo tardiores tibicinis modos et cantus remissiores esse facturum Quod si ille astrictus certa quadam numerorum moderatione et pedum tamen aliquid ad requiem senectutis excogitat, quanto facilius nos non laxare modos, sed totos mutare possumus |
Però il nostro Roscio (noi ricordiamo spesso questattore per la somiglianza che cè tra la sua arte e leloquenza) suole dire che a mano a mano che avanzerà negli anni, imporrà al flautista di modulare le sue melodie sempre più lentamente ed egli stesso canterà le sue parti in tono più moderato E se quellattore che è vincolato a determinate leggi di ritmo e di metro, ha già in mente degli espedienti per il sollievo della sua vecchiaia, quanto più diritto avremo noi, non dico di rallentare i toni, ma di mutarli del tutto |
[255] Neque enim hoc te, Crasse, fallit, quam multa sint et quam varia genera dicendi, id quod haud sciam an tu primus ostenderis, qui iam diu multo dicis remissius et lenius quam solebas; neque minus haec tamen tua gravissimi sermonis lenitas, quam illa summa vis et contentio probatur: multique oratores fuerunt, ut illum Scipionem audimus et Laelium, qui omnia sermone conficerent paulo intentiore, numquam, ut Ser Galba, lateribus aut clamore contenderent Quod si iam hoc facere non poteris aut noles, vereris ne tua domus talis et viri et civis, si a litigiosis hominibus non colatur, a ceteris deseratur |
[255] E tu sai bene, o Crasso, quanto siano numerose e varie le intonazioni della voce e, se non erro, sei stato tu a mostrarlo per primo, tu che da qualche tempo pronunzi i tuoi discorsi con tono più calmo e pacato di come solevi; eppure questa tua pacatezza e serietà nel parlare non piace meno della veemenza e del calore dei tuoi discorsi di una volta:e ci sono stati molti oratori che sapevano esprimere ogni concetto col comune linguaggio della conversazione, alzando leggermente il tono, come Scipione e Lelio, senza affannarsi e senza urlare, come faceva Servio Galba Tu temi che, quando non potrai o non vorrai più esercitare la professione, la tua casa, cìoè la casa di un uomo e di un cittadino così esemplare, non essendo più frequentata da litiganti, non sarà più visitata da nessuno |
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 16-20
Equidem tantum absum ab ista sententia, ut non modo non arbitrer subsidium senectutis in eorum, qui consultum veniant, multitudine esse ponendum, sed tamquam portum aliquem exspectem istam quam tu times, solitudinem Subsidium enim bellissimum existimo esse senectuti otium |
Da parte mia, sono tanto lontano da un simile modo di pensare, che non solo non ritengo che un vecchio debba trovare il suo conforto nel gran numero di persone che vengono a chiedergli un parere, ma aspetto questa solitudine che tu paventi, come un rifugio sicuro e tranquillo La liberazione da ogni impegno è il più dolce conforto per la vecchiaia |
[256] Reliqua vero etiam si adiuvant, historiam dico et prudentiam iuris publici et antiquitatis memoriam et exemplorum copiam, si quando opus erit, a viro optimo et istis rebus instructissimo, familiari meo Congo mutuabor, neque repugnabo, quo minus, id quod modo hortatus es, omnia legant, omnia audiant, in omni recto studio atque humanitate versentur; sed me hercule non ita multum spati mihi habere videntur, si modo ea facere et persequi volent, quae a te, Crasse, praecepta sunt; qui mihi prope iam nimis duras leges imponere visus es huic aetati, sed tamen ad id, quod cupiunt, adipiscendum prope necessarias | [256] Tanto quanto poi alle rimanenti dottrine, cioè la storia, il diritto pubblico, la scienza dellantichità, la conoscenza di casi analoghi del passato, posso ammettere che siano utili; io però ricorrerò, quando ne avrò bisogno, al mio amico Congo, ottimo uomo e ferratissimo in queste scienze, enon mi opporrò che i nostri oratori, seguendo il tuo consiglio, leggano di tutto, ascoltino ogni genere di discorsi, si formino attraverso buoni studi una elevata cultura;ma, per Ercole, mi pare che ad essi rimanga ben poco tempo, per eseguire quelle esercitazioni, che tu, o Crasso, hai loro raccomandato; a mio avviso tu hai imposto a questi giovani delle norme di studio troppo severe, e tuttavia quasi necessarie per il raggiungimento del loro scopo |
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25
[257] Nam et subitae ad propositas causas exercitationes et accuratae ac meditatae commentationes ac stilus ille tuus, quem tu vere dixisti perfectorem dicendi esse ac magistrum, multi sudoris est; et illa orationis suae cum scriptis alienis comparatio et de alieno scripto subita vel laudandi vel vituperandi vel comprobandi vel refellendi causa disputatio non mediocris contentionis est vel ad memoriam vel ad imitandum | [257] Infatti queste esercitazioni estemporanee su temi determinati, questo lavoro pre paratorio fatto con cura e riflessione e questo scrivere i discorsi, che a tuo giudizio, è il migliore mezzo per raggiungere la grande eloquenza, sono enormemente faticosi;e oltre a ciò, quel confrontare il proprio discorso con gli scritti altrui, quel discutere allimprovviso su uno scritto altrui, o per lodarlo o per biasimarlo o per approvarlo o per confutarlo, richiedono uno sforzo non piccolo, sia alla nostra memoria, sia alla nostra attitudine ad imitare |