Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 11-15

Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 11-15
XI [29] Natura est igitur, quae contineat mundum omnem eumque tueatur, et ea quidem non sine sensu atque ratione ; omnem enim naturam necesse est, quae non solitaria sit neque simplex sed cum alio iuncta atque conexa, habere aliquem in se principatum, ut in homine mentem, in belua quiddam simile mentis, unde oriantur rerum adpetitus XI [29] Esiste dunque un elemento naturale che abbraccia in sé tutto l'universo e ne preserva l'esistenza, un elemento dotato di sensibilità e di ragione; è che ogni ente naturale che non sia un'unica ed indifferenziata natura, ma risulti costituito dall'unione di più elementi connessi fra loro, deve recare in sé un principio che nell'uomo è la ragione e nell'animale qualcosa simile alla ragione e da cui scaturiscono le inclinazioni naturali
In arborum autem et earum rerum, quae gignuntur e terra, radicibus inesse principatus putatur Quanto agli alberi ed agli altri esseri che sorgono dalla terra si ritiene che tale principio abbia sede nelle loro radici
Principatum autem id dico, quod Graeci egemonikon vocant, quo nihil in quoque genere nec potest nec debet esse praestantius Per principio direttivo intendo quello che i Greci chiamano egemonikon, un principio di cui non vi può essere nulla di più eccellente, qualunque sia la categoria di oggetti cui ci si riferisca

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 06-10
Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 06-10

Ita necesse est illud etiam, in quo sit totius naturae principatus, esse omnium optumum omniumque rerum potestate dominatuque dignissimum Ne consegue che l'elemento in cui ha sede il principio direttivo di tutta la realtà naturale deve necessariamente eccellere su tutti gli altri ed essere il più degno di dominare e guidare la totalità degli esseri
[30] Videmus autem in partibus mundi (nihil est enim in omni mundo, quod non pars universi sit) inesse sensum atque rationem [30] D'altra parte constatiamo che nelle varie parti dei mondo (non v'è nulla nel mondo che non sia parte dei tutto) c'è sensibilità e ragione

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 31-35
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 31-35

in ea parte igitur, in qua mundi inest principatus, haec inesse necessest, et acriora quidem atque maiora Orbene, tali facoltà non potranno non essere presenti, ed in grado ed intensità maggiore,laddove ha sede il principio direttivo dell'universo
Quocirca sapientem esse mundum necesse est, naturamque eam, quae res omnes complexa teneat, perfectione rationis excellere, eoque deum esse mundum omnemque vim mundi natura divina contineri Il mondo dovrà dunque essere dotato di sapienza e quell'elemento che abbraccia in sé tutti gli esseri dovrà eccellere per la perfezione della sua facoltà razionale e in conseguenza di ciò il mondo dovrà essere un dio e l'intera sua massa ed energia identificarsi con la sostanza e potenza divina

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 61-67

[31] Atque etiam mundi ille fervor purior perlucidior mobiliorque multo ob easque causas aptior ad sensus commovendos quam hic noster calor, quo haec, quae nota nobis sunt, retinentur et vigent [31] Analogamente anche quell'ardore che permea l'universo dovrà essere molto più puro, molto più luminoso, molto più mobile e per ciò stesso molto più atto ad agire sui sensi di questo nostro calore in virtù del quale si conservano nel pieno della loro forza vitale gli esseri a noi noti
Absurdum igitur est dicere, cum homines bestiaeque hoc calore teneantur et propterea moveantur ac sentiant, mundum esse sine sensu, qui integro et libero et puro eodemque acerrimo et mobilissimo ardore teneatur, praesertim cum is ardor qui est mundi non agitatus ab alio neque externo pulsu sed per se ipse ac sua sponte moveatur Se dunque gli uomini e gli animali sono posseduti da codesto calore e per causa sua si muovono e sentono, è assurdo ritenere che il mondo sia privo di sensi specie se si considera che quell'ardore incontaminato,libero, puro e perciò stesso estremamente penetrante e mobile di cui il mondo è permeato e cui il mondo stesso appartiene non riceve impulsi da forze estranee operanti dal di fuori ma si muove spontaneamente e per impulso suo proprio

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Nam quid potest esse mundo valentius, quod pellat atque moveat calorem eum, quo ille teneatur Infatti quale forza vi può essere superiore a quella dei mondo, capace di imprimere un movimento a quel calore di cui esso è permeato

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