Latino: dall'autore Cicerone, opera De Inventione parte Libro 01; 31-40
#cicero
[31] Recte habita in causa partitio inlustrem et perspicuam totam efficit orationem Partes eius sunt duae, quarum utraque magno opere ad aperiendam causam et constituendam pertinet controversiam Una pars est, quae, quid cum adversariis conveniat et quid in controversia relinquatur, ostendit; ex qua certum quiddam destinatur auditori, in quo animum debeat habere occupatum Altera est, in qua rerum earum, de quibus erimus dicturi, breviter expositio ponitur distributa; ex qua conficitur, ut certas animo res teneat auditor, quibus dictis intellegat fore peroratum Nunc utroque genere partitionis quemadmodum conveniat uti, breviter dicendum videtur Quae partitio, quid conveniat aut quid non conveniat, ostendit, haec debet illud, quod convenit, inclinare ad suae causae commodum, hoc modo: "Interfectam matrem esse a filio convenit mihi cum adversariis" |
[31] In una causa un partizione ben eseguita comporta un discorso brillante e chiaro Le sue parti sono due, e entrambe contribuiscono a impostare la causa e a fissarne il punto controverso La prima parte è quella che chiarisce il punto daccordo con gli avversari, e quello invece che è causa di controversia: una parte precisa di questa è diretta al giudice, e ha il fine di attirarne lattenzione Laltra parte è una breve esposizione, ben distinta, di quei punti dei quali dovremo parlare; con questo si ottiene che il giudice possegga quegli elementi, esposti i quali capirà che si è arrivati alla conclusione Ora, sembra necessario dover spiegare brevemente in che modo si deve utilizzare luno e latro tipo di partizione La partizione che mostra il punto daccordo e quello di disaccordo, deve fare in modo che il punto daccordo diventi vantaggioso per la propria tesi, in questo modo: Sono daccordo con gli avversari che la madre è stata uccisa dal figlio |
Item contra: "Interfectum esse a Clytaemestra Agamemnonem convenit" Nam hic uterque et id posuit, quod conveniebat, et tamen suae causae commodo consuluit Deinde, quid controversiae sit, ponendum est in iudicationis expositione; quae quemadmodum inveniretur, ante dictum est [32] Quae partitio rerum distributam continet expositionem, haec habere debet: brevitatem, absolutionem, paucitatem Brevitas est, cum nisi necessarium nullum assumitur verbum Haec in hoc genere idcirco est utilis, quod rebus ipsis et partibus causae, non verbis neque extraneis ornamentis animus auditoris tenendus est |
Allo stesso modo laltro affermerà: Concordo con il fatto che Agamennone fu ucciso da Clitennestra Così, infatti, ambedue hanno convenuto in un punto comune; e tuttavia ognuno ha favorito la propria causa Poi, nella formulazione degli elementi di giudizio, va trovato il punto controverso; ma come sia possibile individuarlo è già stato spiegato prima [32] La partizione che possiede lesposizione analitica dei punti deve avere tali requisiti: concisione, compiutezza, sobrietà Abbiamo concisione, quando non si utilizza una parola di più del necessario La sua utilità, in questa parte, sta nel fatto che, lattenzione del giudice è ottenibile con lesposizione dei fatti e degli elementi della causa, non mediante parole e ridondanze non pertinenti |
Absolutio est, per quam omnia, quae incidunt in causam, genera, de quibus dicendum est, amplectimur in partitione, ne aut aliquod genus utile relinquatur aut sero extra partitionem, id quod vitiosissimum ac turpissimum est, inferatur Paucitas in partitione servatur, si genera ipsa rerum ponuntur neque permixtim cum partibus implicantur Nam genus est, quod plures partes amplectitur, ut animal Pars est quae subest generi, ut equus Sed saepe eadem res alii genus, alii pars est Nam homo animalis pars est, Thebani aut Troiani genus Haec ideo diligentius inducitur discriptio, ut aperta [intellecta] generum et partium ratione paucitas generum in partitione servari possit |
La compiutezza si ha quando, nella partizione, prendiamo in considerazione tutti i punti che devono essere trattati, e che si presentano nella causa, in modo che non venga trascurato nessun elemento utile o non venga inserito troppo tardi, dopo averlo tralasciato nella partizione, cosa che può essere molto biasimata e dare fastidio Nella partizione ci si attiene alla sobrietà, se si trattano i generi dei fatti senza intrecciarli in modo confuso con la specie Infatti il genere è quello che prende in considerazione più specie, come lessere animato La specie al contrario fa parte del genere, come un cavallo Ma sovente accade che una stessa cosa, rispetto ad uno sia genere, rispetto ad un altro, specie Infatti, uomo è specie di essere animato, ma è genere rispetto al Tebano o al Troiano Quindi questa divisione è introdotta molto accuratamente a questo punto, in modo che, chiarito [ inteso] il criterio di genere e di specie, possiamo rispettare, nella partizione, il criterio della sobrietà dei generi |
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Cicerone, De Inventione: Libro 01; 61-70
Latino: dall'autore Cicerone, opera De Inventione parte Libro 01; 61-70
Nam qui ita partitur: "Ostendam propter cupiditatem et audaciam et avaritiam adversariorum omnia incommoda ad rem publicam pervenisse", is non intellexit in partitione exposito genere partem se generis admiscuisse Nam genus est omnium nimirum libidinum cupiditas, eius autem generis sine dubio pars est avaritia [33] Hoc igitur vitandum est, ne, cuius genus posueris, eius sicuti aliquam diversam ac dissimilem partem ponas in eadem partitione Quodsi quod in genus plures incident partes, id cum in prima causae partitione erit simpliciter expositum, distribuetur tempore [eo] commodissime, cum ad ipsum ventum erit explicandum in causae dictione post partitionem |
Infatti colui che applica una partizione di tale genere: Dimostrerò che lo Stato ha subito ogni danno per la cupidigia, laudacia e lavarizia degli avversari, questo non ha compreso di aver confuso, nella partizione, la specie dun genere con il genere stesso Infatti la cupidigia è il genere di tutti i desideri smodati, mentre lavarizia è, senza dubbio, una specie di tale genere [33] E da evitare quindi che del genere che arai indicato, di quello che si ponga, nella stessa partizione, una qualunque sua specie, come se fosse una parte diversa e che non fosse in alcun modo simile con il genere E se in un genere confluiranno più specie, anche se, nella prima partizione della causa, sarà stato solo indicato il genere, potrai tuttavia dividerlo in modo molto opportuno nelle sue specie, quando arriverai a trattarlo nel corpo della causa dopo la partizione |
Atque illud quoque pertinet ad paucitatem, ne aut plura, quam satis est, demonstraturos nos dicamus, hoc modo: "Ostendam adversarios, quod arguamus, et potuisse facere et voluisse et fecisse"; nam fecisse satis est ostendere; aut, cum in causa partitio nulla sit, [et] cum simplex quiddam agatur, tamen utamur distributione, id quod perraro potest accidere Ac sunt alia quoque praecepta partitionum, quae ad hunc usum oratorium non tanto opere pertineant, quae versantur in philosophia, ex quibus haec ipsa transtulimus, quae convenire viderentur, quorum nihil in ceteris artibus inveniebamus |
Per trattare solo dellessenziale, è importante anche che non promettiamo di voler dimostrare più di quanto si deva, affermando, per esempio: Dimostrerò che gli avversari hanno potuto, voluto e fatto questo di cui i accusiamo; sarebbe sufficiente dimostrare che lhanno eseguito; e così anche, se una causa, data la sua semplicità, non ha partizione, non dobbiamo dividerla in parti; ma questo può succedere molto di rado Esistono anche altre norme riguardanti le partizioni, che però non sono così importanti per la pratica oratoria di cui ci occupiamo, quanto piuttosto per la filosofia: tra di essi ne ho scelti alcuni che mi sembravano utili, e che daltra parte non si trovavano negli altri trattati di retorica |
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Cicerone, De Inventione: Libro 02; 31-40
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Atque his de partitione praeceptis in omni dictione meminisse oportebit, ut et prima quaeque pars, ut exposita est in partitione, sic ordine transigatur et omnibus explicatis peroratum sit [hoc modo], ut ne quid posterius praeter conclusionem inferatur Partitur apud Terentium breviter et commode senex in Andria, quae cognoscere libertum velit: "Eo pacto et gnati vitam et consilium meum Cognosces et quid facere in hac re te velim" Itaque quemadmodum in partitione proposuit, ita narrat, primum nati vitam: "Nam is postquam excessit ex ephebis"; deinde suum consilium: "Et nunc id operam do" Deinde quid Sosiam velit facere, id quod postremum posuit in partitione, postremum dicit: "Nunc tuum est officium" |
Sarà necessario tenere a mente questi precetti riguardanti la partizione per tutto lo svolgimento dellorazione, in modo che, allinizio di ogni parte, venga rispettato lordine stabilito nella partizione e, dopo aver trattato tutte le altre parti, si arrivi infine senza aggiungere altro tranne che la conclusione NellAndria di Terenzio, il vecchio esegue in modo opportuno una breve partizione di ciò che desidererebbe che il suo liberto conoscesse: In questo modo conoscerai la vita di mio figlio e il mio progetto, e ciò che desidero che tu esegua in questa storia E così come aveva segnalato nella partizione, prima narra la vita del figlio: Dopo che era uscito dalla minore età; poi dichiara le sue intenzioni: E ora mi do da fare E, soltanto alla fine, come ha fissato per ultimo nella partizione, afferma ciò che vorrebbe che Sosia facesse: Ora il tuo compito è |
Quemadmodum igitur hic et ad primam quamque partem primum accessit et omnibus absolutis finem dicendi fecit, sic nobis placet et ad singulas partes accedere et omnibus absolutis perorare Nunc de confirmatione deinceps, ita ut ordo ipse postulat, praecipiendum videtur [34] Confirmatio est, per quam argumentando nostrae causae fidem et auctoritatem et firmamentum adiungit oratio Huius partis certa sunt praecepta, quae in singula causarum genera dividentur Verumtamen non incommodum videtur quandam silvam atque materiam universam ante permixtim et confuse exponere omnium argumentationum, post autem tradere, quemadmodum unum quodque causae genus hinc omnibus argumentandi rationibus tractis confirmari oporteat |
Come quindi egli ha trattato inizialmente ciò che aveva stabilito come prima cosa, e ha concluso dopo aver esposto tutti i punti che si era prefissato, così io stimo esatto che debbano essere trattati, uno ad uno, tutti i punti, e si debba concludere dopo aver compiuto tutto ciò Adesso ritengo giusto dover passare alla trattazione della confermazione, come pretende lordine predisposto [34] La confermazione è la parte del discorso che aggiunge in modo credibile, autorità e sostegno alla nostra causa attraverso le argomentazioni Riguardo a questa parte esistono certe norme che verranno distribuite in relazione ai singoli generi di case Tuttavia non appare fuori luogo esporre innanzitutto, in modo disordinato e ala rinfusa, il complesso e vasto materiale di tutte le argomentazioni, e in seguito indicare in che modo sia necessario procedere alla confermazione in ogni genere di causa, prendendo da qui ogni forma di argomentazione |
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Omnes res argumentando confirmantur aut ex eo, quod personis, aut ex eo, quod negotiis est adtributum Ac personis has res adtributas putamus: nomen, naturam, victum, fortunam, habitum, affectionem, studia, consilia, facta, casus, orationes Nomen est, quod uni cuique personae datur, quo suo quaeque proprio et certo vocabulo appellatur Naturam ipsam definire difficile est; partes autem eius enumerare eas, quarum indigemus ad hanc praeceptionem, facilius est [35] Eae autem partim divino, partim mortali in genere versantur Mortalium autem pars in hominum, pars in bestiarum genere numerantur Atque hominum genus et in sexu consideratur, virile an muliebre sit, et in natione, patria, cognatione, aetate |
Ogni affermazione può essere convalidata adducendo le prove tratte o da quello che si riferisce alle persone o da quello che si riferisce ai fatti Credo che si riferiscano alle persone questi elementi: il nome, la natura, il genere di vita, la condizione, le abitudini, lemotività, le tendenze, i progetti, le azioni, le vicende e i discorsi Il nome è ciò che è attribuito a ogni persona, attraverso il quale ognuna di esse è indicata con un suo termine proprio e determinato La natura in sé è difficile da definire; è più facile elencarne le parti di cui abbiamo bisogno per dare una precettistica [35] Di esse, alcune fanno parte della sfera divina, altre in quella mortale La sfera mortale in parte concerne il genere umano, in parte quello degli animali Del genere umano sono presi in considerazione il sesso, se uno è maschio o femmina), la razza, la patria, la parentela, letà |
Natione, Graius an barbarus; patria, Atheniensis an Lacedaemonius; cognatione, quibus maioribus, quibus consanguineis; aetate, puer an adulescens, natu grandior an senex Praeterea commoda et incommoda considerantur ab natura data animo aut corpori, hoc modo: valens an inbecillus, longus an brevis, formonsus an deformis, velox an tardus sit, acutus an hebetior, memor an obliviosus, comis [officiosus] an infacetus, pudens, patiens an contra; et omnino quae a natura dantur animo et corpori considerabuntur [et haec in natura consideranda] Nam quae industria comparantur, ad habitum pertinent, de quo posterius est dicendum |
La razza, se Greco o barbaro; la patria: se Ateniese o Spartano; la parentela, chi siano gli antenati e quali i consanguinei; letà, se fanciullo o adolescente, se adulto o vecchio Si considerano inoltre i vantaggi e gli svantaggi dati dalla natura allanima o al corpo, in questo modo: se uno sia forte o debole, alto o basso, bello o brutto, veloce o lento, intelligente o un po lento di mente, di buona o cattiva memoria, gentile o sgarbato, pudico, paziente o il contrario: devono quindi essere considerate le qualità morali e fisiche che provengono dalla natura: [anche queste sono da riferirsi alla natura] Ciò che si ottiene mediante lesercizio, infatti, riguarda le abitudini; ma di questo parleremo in seguito |
Invictu considerare oportet, apud quem et quo more et cuius arbitratu sit educatus, quos habuerit artium liberalium magistros, quos vivendi praeceptores, quibus amicis utatur, quo in negotio, quaestu, artificio sit occupatus, quo modo rem familiarem administret, qua consuetudine domestica sit In fortuna quaeritur, servus sit an liber, pecuniosus an tenuis, privatus an cum potestate: si cum potestate, iure an iniuria; felix, clarus an contra; quales liberos habeat Ac si de non vivo quaeretur, etiam quali morte sit affectus, erit considerandum [36] Habitum autem [hunc] appellamus animi aut corporis constantem et absolutam aliqua in re perfectionem, ut virtutis aut artis alicuius perceptionem aut quamvis scientiam et item corporis aliquam commoditatem non natura datam, sed studio et industria partam |
Per ciò che concerne il genere di vita, è necessario prendere in considerazione presso chi sia stato educato, in che modo e sotto quale guida, quali maestri abbia avuto nelle arti liberali, quali insegnanti di vita, quali sono gli amici che frequenta, in quale attività, mestiere, professione sia occupato, come amministri il patrimonio, quale sia il suo comportamento abituale Per ciò che concerne la condizione, ci si domanda se sia schiavo o libero, ricco o povero, cittadino privato o ricopra una carica pubblica: in questo caso, se labbiamo avuta in modo giusto o illegale; se sia fortunato, famoso o il contrario, e chi siano i suoi figli E se lindagine riguarderà qualcuno che ormai è morto, dovremo considerare anche in che modo sia morto [36] Appelliamo abitudini la costante e assoluta perfezione morale e fisica in un certo campo, come il possesso duna virtù o dunarte, o di una qualsiasi conoscenza scientifica, e allo stesso modo una salute perfetta, donata non dalla natura, ma ottenuta mediante la diligenza e gli esercizi |