Cicerone, De Domo sua: 96 - 100

Cicerone, De Domo sua: 96 - 100

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 96 - 100

[96] Dicendum igitur est id, quod non dicerem nisi coactus, --nihil enim umquam de me dixi sublatius adsciscendae laudis causa potius quam criminis depellendi,--dico igitur, et quam possum maxima voce dico: cum omnium perditorum et coniuratorum incitata vis, duce tribuno plebis, consulibus auctoribus, adflicto senatu, perterritis equitibus Romanis, suspensa ac sollicita tota civitate, non tam in me impetum faceret quam per me in omnis bonos, me vidisse, si vicissem, tenuis rei publicae reliquias, si victus essem, nullas futuras [96] Devo dunque dire ciò che non direi se non costretto,- -infatti non ho mai parlato di me con orgoglio, per acquisire lode, ma piuttosto per difendermi dalla colpa, - - dico dunque, e con la voce più alta possibile: poichè la violenza esagitata,sia dei disonesti sia dei congiurati, con a capo il tribuno della plebe, con il consenso dei consoli, con il tormento del senato, con il terrore dei cavalieri romani, essendo tutta la cittadinanza col fiato sospeso e turbata, non soltano sviluppò il suo assalto contro di me, ma attraverso di me, contro tutti gli uomini onesti, mi sembrò che, se avessi vinto, sarebbero rimasti solo tenui residui della repubblica, e se fossi stato vinto non sarebbe rimasto nulla
Quod cum iudicassem, deflevi coniugis miserae discidium, liberorum carissimorum solitudinem, fratris absentis amantissimi atque optimi casum, subitas fundatissimae familiae ruinas; sed his omnibus rebus vitam anteposui meorum civium, remque publicam concidere unius discessu quam omnium interitu occidere malui Avendo pensato ciò, piansi per il distacco dalla mia povera moglie, per la solitudine degli amatissimi figli, per la situazione del mio carissimo e affettuoso fratello assente, per limprovvisa rovina di una famiglia così ben fondata; ma a tutti questi affetti anteposi la vita dei miei concittadini, e preferii che la repubblica soccombesse con la partenza di un solo cittadino piuttosto che fosse perduta con la fine di tutti
Speravi, id quod accidit, me iacentem posse vivis viris fortibus excitari; si una cum bonis interissem, nullo modo posse recreari Sperai quello che è accaduto, cioè che io, che ero prostrato, potessi essere risollevato da uomini attivi e forti, se fossi morto, insieme a tuti i buoni, in alcun modo si sarebbe potuta risollevare la repubblica

Maybe you might be interested

Cicerone, De Domo sua: 131 - 147
Cicerone, De Domo sua: 131 - 147

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 131 - 147

[97] Accepi, pontifices, magnum atque incredibilem dolorem: non nego, neque istam mihi adscisco sapientiam quam non nulli in me requirebant, qui me animo nimis fracto esse atque adflicto loquebantur [97] O pontefici, ho ricevuto un grande e incredibile dolore:non lo nego, e non mi attribuisco quella sapienza che cercavano in me alcuni che dicevano che il mio animo era troppo esacerbato e afflitto
An ego poteram, cum a tot rerum tanta varietate divellerer, quas idcirco praetereo quod ne nunc quidem sine fletu commemorare possum, infitiari me esse hominem et communem naturae sensum repudiare Ma potevo io, essendo lacerato da tanta diversità di eventi, che tralascio, perchè neanche ora posso ricordare senza commozione, negare di essere un uomo e rifiutare il sentimento naturale

Maybe you might be interested

Cicerone, De Domo sua: 31 - 35
Cicerone, De Domo sua: 31 - 35

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 31 - 35

Tum vero neque illud meum factum laudabile nec beneficium ullum a me in rem publicam profectum dicerem, si quidem ea rei publicae causa reliquissem quibus aequo animo carerem, eamque animi duritiam, sicut corporis, quod cum uritur non sentit, stuporem potius quam virtutem putarem Ma in verità nè direi che quel mio sentimento sia stato lodevole, nè che ho fatto alcun beneficio alla repubblica, se in vero avessi permesso, a causa della repubblica, quelle cose di cui, per il mio animo tranquillo, sono privo, e riterrei la durezza di sentimento più una stupidità che una virtù, come quella di un corpo che non sente nulla quando brucia
[98] Suscipere tantos animi dolores, atque ea quae capta urbe accidunt victis stante urbe unum perpeti, et iam se videre distrahi a complexu suorum, disturbari tecta, diripi fortunas, patriae denique causa patriam ipsam amittere, spoliari populi Romani beneficiis amplissimis, praecipitari ex altissimo dignitatis gradu, videre praetextatos inimicos nondum morte complorata arbitria petentis funeris: haec omnia subire conservandorum civium causa, atque id cum dolenter absis non tam sapiens quam ii qui nihil curant, sed tam amans tuorum ac tui quam communis humanitas postulat, ea laus praeclara atque divina est [98]Sopportare tanti dolori dellanimo, e tollerare, con la città che ancora resiste quelle cose che capitano ai vinti quando la città è presa, e vedersi ormai separato dallabbraccio dei propri cari, la casa devastata, il patrimonio depredato, infine perdere la stessa patria a causa dellamore per la patria, essere spogliato dei grandissimi onori del popolo romano, precipitare dal più alto grado di carica, vedere che i nemici dissoluti, non essendo ancora compianta la morte, chiedono le spese dei funerali : tutte queste cose per salvare i concittadini, e ciò, mentre, con dolore, sei lontano, non tanto esperto, come coloro che non si preoccupano di niente, ma amorevole verso i tuoi e te stesso tanto quanto richiede il comune senso di umanità, questa sì è una azione gloriosa molto nobile e divina

Maybe you might be interested

Cicerone, De Domo sua: 01 - 05
Cicerone, De Domo sua: 01 - 05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 01 - 05

Nam qui ea quae numquam cara ac iucunda duxit animo aequo rei publicae causa deserit, nullam benivolentiam insignem in rem publicam declarat; qui autem ea relinquit rei publicae causa a quibus cum summo dolore divellitur, ei cara patria est, cuius salutem caritati anteponit suorum Infatti colui che lascia, a causa della repubblica, quelle cose che non ha mai ritenuto care e piacevoli,non denota alcuna notevole benevolenza verso la repubblica, invece colui che, a causa della repubblica, lascia quelle cose da cui viene strappato con enorme dolore, a lui sì che è cara la patria, la cui salvezza antepone allamore dei suoi
[99] Qua re dirumpatur licet ista furia atque , audiet haec ex me, quoniam lacessivit: bis servavi , qui consul togatus armatos vicerim, privatus consulibus armatis cesserim [99]Per la qual cosa scoppi pure questa furia pestifera, ascolti da me queste cose poichè mi ha provocato: due volte ho salvato la repubblica, quando, da console togato, vinsi uomini armati, e quando, da privato cittadino, mi piegai ai consoli armati
Vtriusque temporis fructum tuli maximum: superioris, quod ex senatus auctoritate et senatum et omnis bonos meae salutis causa mutata veste vidi, posterioris, quod et senatus et populus Romanus et omnes mortales et privatim et publice iudicarunt sine meo reditu rem publicam salvam esse non posse Ho raccolto il massimo vantaggio in tutte e due le occasioni: la primavolta, poichè, con lautorità del senato, ho visto il senato e tutti gli uomini onesti vestiti a lutto a causa della mia salvezza, la seconda, poichè il senato e il popolo romano e tutti gli uomini, sia privatamente che pubblicamente, ritennero che se io non fossi ritornato la repubblica non si sarebbe potuta salvare
Tags: #cicero
Cicerone, In Verrem: 02; 04-106-110

Cicerone, In Verrem: 02; 21-25

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Cicerone, In Verrem: 01; 01-05

Cicerone, In Verrem: 02; 04-01-02

Cicerone, In Verrem: 02; 04-96-100