Caino uccide Abele - Tintoretto

Caino uccide Abele - Tintoretto

il momento scelto "il dramma in atto", consente di esprimere al meglio gli intenti manieristici di pathos, in un'immagine che costituisce una sintesi di straordinaria potenza

L'ambientazione è risolta con essenzialità: in scena ci sono la vegetazione cuba e un ripiano di mattoni, segno del lavoro dell'uomo; un tronco in primo piano crea due settori visivi di diversa ampiezza. Netta la contrapposizione fra i fratelli, la vittima e il carnefice, l'amato e il respiro da Dio, e ribadita dal contrapposto compositivo. 

  1. con un braccio Abele cerca un equilibrio poggiandosi su di un sasso
  2. con un braccio Caino lo afferra alla gola
  3. Abele tiene la mano implorante
  4. Caino con la mano impugna il bastone scheggiato dai colpi
  5. le gambe di Abete, sono senza appoggio nell'aria
  6. le gambe di Caino sono ben piantate a terra
  7. il corpo del carnefice affonda dell'ombra
  8. il corpo della vittima emerge  in piena luce
Caino infierisce sferrando l'ennesimo colpo: già la ferita è aperta sul capo del fratello; il sangue fuoriesce. Il volto di Adele è precluso allo spettatore dalla posa di spalle. La fiasca appesa al tronco in primo piano chiude il cerchio semantico: lo spettatore coevo di Tintoretto immaginava al suo interno il vino prodotto da Noè, ovvero il sangue eucaristico dell'Agnello di Cristo. 

Il settore visivo a destra, al di là del tronco, mostra un momento successivo della storia: maledetto da Dio, Caino si allontana col bastone da pellegrino in spalla, per sempre ramingo, verso una piana vuota: il mondo ancora disabitato, dove egli costruirà la prima città e dove crescerà, in numero e in malvagità, la sua discendenza 

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