Virgilio, Eneide: Libro 04 - DIDONE E LA CARA SORELLA ANNA

Virgilio, Eneide: Libro 04 - DIDONE E LA CARA SORELLA ANNA

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 04 - DIDONE E LA CARA SORELLA ANNA
At regina gravi iamdudum saucia cura vulnus alit venis et caeco carpitur igni Ma la regina ormai ferita da grave affanno alimenta nelle vene la ferita ed è rosa da cieco fuoco
multa viri virtus animo multusque recursat gentis honos; haerent infixi pectore vultus verbaque nec placidam membris dat cura quietem Ricorre nel cuore il forte eroismo dell'eroe ed il forteonore della stirpe; s'attaccan fisse alla mente le fattezze e le parole nè l'affanno dà alle membra placida quiete
postera Phoebea lustrabat lampade terras umentemque Aurora polo dimoverat umbram, cum sic unanimam adloquitur male sana sororem: 'Anna soror, quae me suspensam insomnia terrent L'aurora seguente colla lampada febea illuminava le terre e dal cielo aveva cacciato l'umida ombra, quando impazzita così parrla alla sorella amatissima: Anna, sorella, che incubi mi atterriscono ansiosa

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Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 07 - ALLETTO E’ INVIATA SULLA TERRA

quis novus hic nostris successit sedibus hospes, quem sese ore ferens, quam forti pectore et armis Che ospite strano, questo, (che) è giunto alla nostra casa, presentandosì come d'aspetto, di così forte petto e di armi
credo equidem, nec vana fides, genus esse deorum Lo credo davvero, non è vana certezza che è stirpe di dei

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degeneres animos timor arguit La paura rivela i cuori vili
heu, quibus ille iactatus fatis Ah, da quali fati egli è sbattuto

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quae bella exhausta canebat Che guerre compiute raccontava
si mihi non animo fixum immotumque sederet ne cui me vinclo vellem sociare iugali, postquam primus amor deceptam morte fefellit; si non pertaesum thalami taedaeque fuisset, huic uni forsan potui succumbere culpae Se non mi stesse fisso ed immobile in cuore di non volermi unire a nessuno col vincolo cinuigale, dopo che il primo amore mi lasciò tradita con la morte; se non avessi disgusto per il rito di nozze, forse avrei potuto cedere a quest'unica colpa

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Anna fatebor enim miseri post fata Sychaei coniugis et sparsos fraterna caede penatis solus hic inflexit sensus animumque labantem impulit Anna, lo confesserò, dopo i destini del povero marito Sicheo ed i penati dispersi dalla strage del fratello solo costui piegò i sentimenti e scosse il cuore che vacilla

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