[1]Ad reliqua transeamus animalia et primum terrestria | [1] Passiamo agli altri animali e dapprima ai terrestri |
Maximum est elephans proximumque humanis sensibus, quippe intellectus illis sermonis patrii et imperiorum obedientia, officiorum quae didicere memoria, amoris et gloriae voluptas, immo vero, quae etiam in homine rara, probitas, prudentia, aequitas, religio quoque siderum solisque ac lunae veneratio | L'elefante (l'animale) più grande e il più vicino alle facoltà umane, certo per loro la comprensione della lingua del paese e l'obbedienza dei comandi, la memoria dei compiti che hanno appreso, desiderio di amore e di lode, anzi, quelle doti rare anche nell'uomo, onestà, prudenza, equilibrio, addirittura rispetto delle stelle e del sole e venerazione della luna |
[2]auctores sunt in Mauretaniae saltibus ad quendam amnem, cui nomen est Amilo, nitescente luna nova greges eorum descendere ibique se purificantes sollemniter aqua circumspergi atque ita salutato sidere in silvas reverti vitulorum fatigatos prae se ferentes | [2] Ci sono testimonianze che nei pascoli della Mauritania, quando splende la luna nuova, i loro branchi scendono presso un certo fiume, il cui nome è Amilo e qui purificandosi solennemente si aspergono con l'acqua e salutato così l'astro tornare nei boschi spingendo davanti a sé i piccoli affaticati |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 42-115
[3]alienae quoque religionis intellectu creduntur maria transituri non ante naves conscendere quam invitati rectoris iureiurando de reditu, visique sunt fessi aegritudine, quando et illas moles infestant morbi, herbas supini in caelum iacientes, veluti tellure precibus allegata | [3] Quando stanno per oltrepassare i mari sono ritenuti non imbarcarsi per scrupolo dell'altrui religione prima del giuramento del conduttore circa il ritorno, e se sembrarono stanchi per un'infermità, dal momento che le malattie assalgono anche quelle moli, gettando supini l'erba verso il cielo, come se la terra fosse incaricata delle preghiere |
nam, quod ad docilitatem attinet, regem adorant, genua submittunt, coronas porrigunt | Poi, per quanto riguarda la docilità, rispettano il re, s'inginocchiano, porgono corone |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 187-216
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 187-216
Indis arant minores, quos appellant nothos | Fra gli Indi arano i più piccoli, che chiamano ibridi |
[4]Romae iuncti primum subiere currum Pompei Magni Africano triumpho, quod prius India victa triumphante Libero patre memoratur | [4] A Roma aggiogati tirarono per la prima volta il carro nel trionfo africano di Pompeo Magno, il che è ricordato ancor prima nel trionfo del padre Libero dopo che era stata conquistata l'India |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 193 - 201
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 193 - 201
Procilius negat potuisse Pompei triumpho iunctos egredi porta | Procilio nega che aggiogati potessero passare dalla porta nel trionfo di Pompeo |
Germanici Caesaris munere gladiatorio quosdam etiam inconditos meatus edidere saltantium modo | Che durante i giochi gladiatori di Cesare Germanico alcuni intrapresero goffi i percorsi al modo di chi saltella |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 66-69
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 66-69
[5]vulgare erat per auras arma iacere, non auferentibus ventis, atque inter se gladiatorios congressus edere aut lascivienti pyrriche conludere | [5] Era comune gettare le armi in aria, poiché i venti non le deviavano, e scontratisi fra loro avanzare come gladiatori o danzare in una pirrica sfrenata |