Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 01-14

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 01-14

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 01-14
[1] Dictae erant naturae omnium rerum inter caelum ac terram nascentium, restabantque quae ex ipsa tellure fodiuntur, si non herbarum ac fruticum tactata remedia auferrent traversos ex ipsis animalibus, quae sanantur, reperta maiore medicina [1] Sono state dette le caratteristiche di tutte le cose che nascono fra cielo e terra, e restavano quelle che sono estratte dalla terra stessa, se i rimedi esaminati delle erbe e degli arbusti non inducessero digressioni verso quelle cose, ricavate con un rimedio più efficace dagli animali stessi, che vengono guariti
quid ergo Cosa dunque
dixerimus herbas et florum imagines ac pleraque inventu rara ac difficilia, iidem tacebimus, quid in ipso homine prosit homini, ceteraque genera remediorum inter nos viventia, cum praesertim nisi carenti doloribus morbisque vita ipsa poena fiat Avremo citato erbe e aspetti dei fiori e la maggior parte rara e difficile a trovarsi, noi stessi taceremo, cosa nell'uomo stesso giovi all'uomo, e gli altri generi di rimedi che vivono fra di noi, quando specialmente la vita stessa diventa una sofferenza se non per chi è privo di dolori e di mali

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 140-168
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 140-168

[2] minime vero, omnemque insumemus operam, licet fastidii periculum urgeat, quando ita decretum est, minorem gratiae quam utilitatium vitae respectum habere [2] Certamente no, assumeremo tutto il compito, sebbene incomba il pericolo della noia, poiché si è deciso di avere minore considerazione del successo che dei vantaggi della vita
quin immo externa quoque et barbaros etiam ritus indagabimus Anzi indagheremo anche realtà straniere ed anche i costumi barbari

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 27, Paragrafi 93-101
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 27, Paragrafi 93-101

fides tantum auctores appellet, quamquam et ipsi consensu prope iudicii ista eligere laboravimus potiusque curae rerum quam copiae institimus La verità considererà solo gli autori, sebbene anche noi stessi ci siamo sforzati di scegliere queste cose pressocchè per consenso di giudizio e abbiamo badato più all'esattezza delle cose che all'abbondanza
[3] illud admonuisse perquam necessarium est, dictas iam a nobis naturas animalium et quae cuiusque essent inventa, neque enim minus profuere medicinas reperiendo quam prosunt praebendo, nunc quae in ipsis auxilientur indicari, neque illic in totum omissa; itaque haec esse quidem alia, illis tamen conexa [3] Questo è assolutamente necessario aver premesso, che dette già da noi le caratteristiche degli animali e quelle che di ciascuno erano scoperte, infatti non giovarono meno con lo scoprire le medicine di quanto giovano col somministrarle, che ora siano indicate negli stessi quelle cose che aiutano, né lasciate completamente là; pertanto che queste siano quindi altre cose, tuttavia connesse a quelle

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 51-56

[4] Incipiemus autem ab homine ipsum sibi exquirente, inmensa statim difficultate obvia [4] Cominceremo quindi dall'uomo che ricerca se stesso, subito con evidente immensa difficoltà
sanguinem quoque gladiatorum bibunt, ut viventibus poculis, comitiales (morbi), quod spectare facientes in eadem harena feras quoque horror est Gli epilettici bevono anche il sangue dei gladiatori, come da tazze viventi, è un orrore vedere anche le bestie che fanno questo nell'arena stessa

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 124-129

at, Hercule, illi ex homine ipso sorbere efficacissimum putant calidum spirantemque et vivam ipsam animam ex osculo vulnu, cum plagis omnino ne ferarum quidem admoveri ora mos sit humanus Ma, o Ercole, quelli ritengono molto efficace berlo caldo dall'uomo stesso e mentre sgorga anche la stessa anima viva dall'apertura della ferita, pur essendo consuetudine umana che le bocche non siano accostate nemmeno alle ferite delle belve

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12

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