Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 01 - 14, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 01 - 14

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 01 - 14
postea et per funes incessere, lecticis etiam ferentes quaterni singulos puerperas imitantes, plenisque homine tricliniis accubitum iere per lectos ita libratis vestigiis, ne quis potantium attingeretur Poi avanzarono anche sulle funi, portando anche delle lettighe in quattro mentre i singoli imitavano le puerpere, e raggiunsero il posto nei triclinii affollati di gente muovendosi attraverso i letti con le zampe in modo, che nessuno dei commensali fosse sfiorato
[6]certum est unum tardioris ingeni in accipiendis quae tradebantur, saepius castigatum verberibus, eadem illa meditantem noctu repertum [6] E' certo che uno più lento d'intuito nel recepire le cose che venivano insegnate, punito più spesso con bastonate, fu trovato che provava di notte quelle cose
mirum et adversis quidem funibus subire, sed maxime regredi, utique pronis Anche incredibile il camminare poi su funi tese, ma soprattutto tornare indietro, e comunque proni

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 42-115

Mucianus III consul auctor est aliquem ex iis et litterarum ductus Graecarum didicisse solitumque perscribere eius linguae verbis: "Ipse ego haec scripsi et spolia Celtica dicavi," itemque se vidente Puteolis, cum advecti e nave egredi cogerentur, territos spatio pontis procul a continente porrecti, ut sese longinquitatis aestimatione fallerent, aversos retrorsus isse Muciano console tre volte testimonia che qualcuno fra questi aveva imparato anche il tracciato dell'alfabeto greco ed era solito scrivere con le parole della sua lingua: "Io stesso ho scritto queste cose e ho dedicato le spoglie celtiche", e ugualmente presente lui a Pozzuoli, mentre arrivati erano spinti a scendere da una nave, che spaventati dalla lunghezza di un ponte gettato da lontano dalla terraferma, per ingannare se stessi sulla misura della lunghezza, procedettero rivolti al contrario
[7]Praedam ipsi in se expetendam sciunt solam esse in armis suis, quae Iuba cornua appellat, Herodotus tanto antiquior et consuetudo melius dentes [7] Essi stessi sanno che la preda che bisogna cercare in loro è solo nelle loro armi, che Giuba chiama corna, Erodoto tanto più antico e la tradizione più adeguatamente zanne

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 17 - 33
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 17 - 33

quam ob rem deciduos casu aliquo vel senecta defodiunt Perciò sotterrano quelle cadute per un qualche accidente o per vecchiaia
hoc solum ebur est; cetero et in his quoque, qua corpus intexit, vilitas ossea Questo solo è avorio; per il resto e anche in queste, ossi di poco valore con cui si ricopre il corpo

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 241-265

quamquam nuper ossa etiam in laminas secari coepere paenuria: etenim rara amplitudo iam dentium praeterquam ex India reperitur; cetera in nostro orbe cessere luxuriae Sebbene recentemente per la mancanza anche le ossa cominciarono ad essere tagliate in lamine: infatti ormai la rara grandezza delle zanne si trova soltanto in India; nella nostra zona sparirono i rimanenti oggetti di lusso
[8]dentium candore intellegitur iuventa [8] La giovinezza si riconosce dal candore delle zanne

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 193 - 201

circa hos beluis summa cura: alterius mucroni parcunt, ne sit proeliis hebes, alterius operario usu fodiunt radices, inpellunt moles; circumventique a venantibus primos constituunt quibus sint minimi, ne tanti proelium putetur, postea fessi inpactos arbori frangunt praedaque se redimunt Somma cura verso queste da parte degli animali: di una conservano il puntale, affinché non sia spuntato nelle battaglie, dell'altra per uso lavorativo dissotterrano le radici, spingono massi; e circondati dai cacciatori schierano per primi quelli a cui sono più piccole, affinché non sia considerata tanto la battaglia, dopo stanchi sbattono verso l'albero quelle spezzate e si riscattano con la preda

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