Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 21 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 21 - 25
[21] Galli [et] ab duobus lateribus satis fidentes invia esse, ab ea parte, quae in meridiem vergeret, ut armis clauderent viam, quattuor milia fere armatorum ad tumulum imminentem viae minus mille passuum a castris occupandum mittunt, eo se rati veluti castello iter impedituros

Quod ubi Romani viderunt, expediunt sese ad pugnam

Ante signa modico intervallo velites eunt et ab Attalo Cretenses sagittarii et funditores et Tralli Thraeces; signa peditum ut per arduum, leni gradu ducuntur, ita prae se habentium scuta, ut missilia tantum vitarent, pede collato non viderentur pugnaturi

Missilibus ex intervallo loci proelium commissum est, primo par, Gallos loco adiuvante, Romanos varietate et copia telorum; procedente certamine nihil iam aequi erat
[21] I Galli, avendo abbastanza fiducia che da due lati non ci fosse via daccesso, per chiudere con le armi il passo dalla parte che guarda a mezzogiorno, mandano quasi quattromila armati a occupare una collina che dominava la strada a meno di un miglio dallaccampamento, pensando, da quella specie di fortezza, di ostacolare la marcia dei nemici

Quando i Romani se ne accorsero, si prepararono alla battaglia

Avanti alle insegne a poca distanza vanno i veliti e gli arcieri cretesi mandati da Attalo, i frombolieri, sia Tralli che Traci; i reparti della fanteria vengon fatti avanzare a passo ridotto, come voleva lardito pendio, con gli scudi davanti a sé, in modo soltanto da scansare i proiettili, senza aver laria di voler combattere a corpo a corpo

Iniziarono il combattimento a distanza con le armi da getto, prima con esito pari, favoriti i Galli dal vantaggio della posizione, i Romani dalla varietà e dalla quantità della armi doffesa; ma, man mano che proseguiva il combattimento, lequilibrio veniva meno
Scuta longa ceterum ad amplitudinem corporum parum lata, et ea ipsa plana, male tegebant Gallos

Nec tela iam alia habebant praeter gladios, quorum, cum manum hostis non consereret, nullus usus erat

Saxis nec modicis, ut quae non praeparassent, sed quod cuique temere trepidanti ad manum venisset, ut insueti, nec arte nec uiribus adiuvantes ictum, utebantur

Sagittis glande iaculis incauti [et] ab omni parte configebantur nec, quid agerent, ira et pavore occaecatis animis cernebant, et erant deprensi genere pugnae, in quod minime apti sunt

Nam quemadmodum comminus, ubi in vicem pati et inferre vulnera licet, accendit ira animos eorum, ita, ubi ex occulto et procul levibus telis vulnerantur, nec, quo ruant caeco impetu, habent, velut ferae transfixae in suos temere incurrunt
Gli scudi lunghi ma troppo stretti per la loro corporatura e poco larghi mal proteggevano i Galli

E ormai non avevano più armi, tranne le spade che non potevano servire perché il nemico non combatteva da vicino

Ricorrevano a pietre di misura disadatta, dato che non le avevano preparate avanti, ma usavan quelle che a ciascuno nella fretta affannosa veni Ivano sotto mano, e, inesperti comerano, le usavano senza aggiustare il tiro nè con abilità nè con forza

Si lasciavano ferire alla sprovvista con saette, ghiande, giavellotti; e ciechi di furore e di paura non si rendevano conto di ciò che facessero; e poi si trovavano colti di sorpresa da un genere di combattimento al quale non sono per nulla adatti

Infatti come da vicino, quando a vicenda si possono ricevere e dare ferite il furore accende lo spirito combattivo, così, quando i soldati sono feriti con anni leggiere da un luogo lontano e invisibile e non sanno dove avventare quel tiro alla cieca, si lanciano allimpazzata sui compagni come belve, ferite
Detegebat vulnera eorum, quod nudi pugnant, et sunt fusa et candida corpora, ut quae numquam nisi in pugna nudentur; ita et plus sanguinis ex multa carne fundebatur, et foediores patebant plagae, et candor corporum magis sanguine atro maculabatur

Sed non tam patentibus plagis moventur; interdum insecta cute, ubi latior quam altior plaga est, etiam gloriosius se pugnare putant; iidem, cum aculeus sagittae aut glandis abditae introrsus tenui vulnere in speciem urit, et scrutantis, qua evellant, telum non sequitur, tum in rabiem et pudorem tam parvae perimentis versi pestis prosternunt corpora humi, sicut tum passim procumbebant; alii ruentes in hostem undique configebantur et, cum comminus venerant, gladiis a velitibus trucidabantur
Scopriva le loro ferite il fatto che combattono nudi; e il loro corpo è floscio e bianco perché non si scopre altro che in battaglia; così da un lato da quella carne sgorgava più sangue, e le ferite saprivano più raccapriccianti, e il bianco della pelle era macchiato con maggior contrasto dal colore scuro del sangue

Ma essi non simpressionano per le piaghe così aperte; a volte credono di combattere anche più gloriosamente con la cute incisa, quando la ferita è più larga che profonda: ma poi, quando la punta della saetta o della ghianda che è nascosta dentro li fa soffrire visibilmente nonostante la ferita leggera, e, mentre essi cercano il modo di strapparsela, la freccia non vien via, allora si stendono a terra abbandonandosi alla rabbia e alla vergogna di essere eliminati da un malanno banale;così anche allora si gettarono a terra qua e là; alcuni nel lanciarsi contro i nemici erano crivellati di ferite da ogni parte, e, quando venivano a portata di mano, erano uccisi a colpi di spada dai veliti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 21 - 33

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 21 - 33

Hic miles tripedalem parmam habet et in dextera hastas, quibus eminus utitur; gladio Hispaniensi est cinctus; quodsi pede collato pugnandum est, translatis in laevam hastis stringit gladium

Pauci iam supererant Gallorum, qui, postquam ab leui armatura superatos se viderunt et instare legionum signa, effusa fuga castra repetunt pavoris et tumultus iam plena, ut ubi feminae puerique et alia imbellis turba permixta esset

Romanos victores deserti fuga hostium acceperunt tumuli
Questi sono soldati che hanno uno scudo lungo tre piedi e nella destra dei giavellotti che usano combattendo da lontano; sono cinti di una spada ispanica e se devono combattere a corpo a corpo passano i giavellotti nella sinistra e impugnano la spada

Ormai pochi Galli erano superstiti; e, quando si videro vinti dallarma leggera e si trovarono addosso i reparti dei legionari, in fuga precipitosa riguadagnarono gli accampamenti già invasi dal tenore e dal disordine; si pensi che vi crano mischiate donne e fanciulli e laltra massa degli inabili alle anni

Le colline abbandonate dalla fuga del nemico ospitarono i Romani vittoriosi
[22] Sub idem tempus L Manlius et C Helvius, cum, quoad viam colles obliqui dederunt, escendissent, postquam ad invia ventum est, flexere iter in partem montis, quae una habebat iter, et sequi consulis agmen modico uterque intervallo velut ex composito coeperunt, quod primo optimum factu fuisset, in id necessitate ipsa compulsi; subsidia enim in talibus iniquitatibus locorum maximo saepe usui fuerunt, ut primis forte deturbatis secundi et tegant pulsos et integri pugnam excipiant [22] Quasi contemporaneamente, L Manlio e C Elvio, dopo essere saliti finché il pendio delle colline consentì il passaggio, arrivati in un tratto impraticabile, piegarono cammino verso lunica parte del monte che aveva una strada, come se seguissero un piano convenuto, si misero dietro alla donna del console, entrambi a giusta distanza, inducendosi solo per necessità a quella che sarebbe stata unottima misura prenderla in partenza; ché spesso in simili difficoltà del terreno sono di grandissimo vantaggio le truppe di rincalzo, in modo che, se per caso i primi sono cacciati dalle posizioni, secondi possono servire di copertura a quelli respinti, e freschi di forze sostituirli nel combattimento

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 36 - 40

Consul, postquam ad tumulos ab levi armatura captos prima signa legionum pervenerunt, respirare et conquiescere paulisper militem iubet; simul strata per tumulos corpora Gallorum ostentat, et, cum levis armatura proelium tale ediderit, quid ab legionibus, quid ab iustis armis, quid ab animis fortissimorum militum expectari

Castra illis capienda esse, in quae compulsus ab levi armatura hostis trepidet

Praecedere tamen iubet levem armaturam, quae, cum staret agmen, colligendis per tumulos telis, ut missilia sufficerent, haud segne id ipsum tempus consumpserat

Iam castris appropinquabant; et Galli, ne parum se munimenta sua tegerent, armati pro vallo constiterant
Il console, quando la testa delle legioni arriva sulle alture occupate dallarma leggera, dice ai soldati di prender respiro e di riposarsi un poco; intanto mostra loro i cadaveri dei Galli sparsi per le colline: se larma leggera aveva potuto dare combattendo un tale saggio, che cosa non si poteva aspettare dalle legioni, dalle armi regolari, dal coraggio dei soldati più forti

A loro toccava occupare gli accampamenti, nei quali il nemico era stato ricacciato in preda allo smarrimento dai reparti leggeri

Comunque fa muovere in testa larma leggera, che, raccogliendo le armi da getto per la collina per aver copia di proiettili, mentre la colonna stava ferma, non aveva lasciato passare nellozio neppure quel momento

Già si avvicinavano allaccampamento; e i Galli temendo che le loro fortificazioni non li proteggessero abbastanza, si erano fermati in armi davanti alla linea difensiva
Obruti deinde omni genere telorum, cum, quo plures atque densiores erant, eo minus vani quicquam intercideret teli, intra vallum momento temporis compelluntur stationibus tantum firmis ad ipsos aditus portarum relictis

In multitudinem compulsam in castra vis ingens missilium telorum coniciebatur, et vulnerari multos clamor permixtus mulierum atque puerorum ploratibus significabat

In eos, qui portas stationibus suis clauserant, legionum antesignani pila coniecerunt

Iis vero non vulnerabantur, sed transverberatis scutis plerique inter se conserti haerebant; nec diutius impetum Romanorum sustinuerunt

[23] Patentibus iam portis, priusquam irrumperent victores, fuga e castris Gallorum in omnis partes facta est
Allora, sotto ogni specie di proiettili, perché più erano loro e più fitti, meno ne cadevano a vuoto, in breve volger di tempo sono ricacciati entro le fortificazioni e lasciano saldi soltanto i corpi di guardia davanti alle porte di accesso

Sulla massa respinta negli accampamenti pioveva una tempesta di armi da getto, e che molti restassero feriti lo facevano capire le grida miste al pianto delle donne e dei fanciulli

Su quelli che avevano sbarrato le porte coi posti di guardia, riversarono i legionari di testa i loro giavellotti

Questi però non li ferivano, ma molti, con gli scudi trapassati dai dardi, restavano impigliati gli uni con gli altri; e non poterono reggere più a lungo allattacco dei Romani

[23] Quando le porte erano ormai aperte, prima che i vincitori vi facessero irruzione, fu un fuggi fuggi dei Galli dagli accampamenti in tutte le direzioni

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Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 07 - 08

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 07 - 08

Ruunt caeci per vias, per invia; nulla praecipitia saxa, nullae rupes obstant; nihil praeter hostem metuunt; itaque plerique, praecipites per uastam altitudinem prolapsi, aut debilitati exanimantur

Consul captis castris direptione praedaque abstinet militem; sequi pro se quemque et instare et perculsis pavorem addere iubet

Supervenit et alterum cum L Manlio agmen; nec eos castra intrare sinit; protinus ad persequendos hostis mittit, et ipse paulo post tradita captivorum custodia tribunis militum sequitur, debellatum ratus, si in illo pavore quam plurimi caesi forent aut capti

Egresso consule C Helvius cum tertio agmine advenit, nec continere suos ab direptione castrorum valuit, praedaque eorum, iniquissima sorte, qui pugnae non interfuerant, facta est
Alla cieca si buttano per strade e per luoghi senza strade; nè burroni né rupi li fermano; non cè che il nemico di cui abbiano paura; e così molti trovano la morte o cadendo a precipizio nel vuoto o per sfinimento

Il console, preso laccampamento, trattiene i soldati dal saccheggio e dal bottino, e ordina che ognuno, per quanto può, si metta alle calcagna dei nemici e aggiunga al loro abbattimento paura

Sopraggiunge anche laltra colonna con L Manlio; ma il console non li lascia entrare nellaccampamento; senzaltro li manda allinseguimento del nemico, e anchegli, affidata ai tribuni militari la sorveglianza dei prigionieri, li segue poco dopo considerando conclusa la guerra se con tutto quel panico si riusciva a fare il maggior numero di morti o di prigionieri

Uscito il console, arrivò C Elvio con la terza colonna, e non fu buono a trattenere i suoi dal saccheggio dellaccampamento: così, per una ingiustizia della sorte, la preda fu proprio di quelli che non avevano preso parte al combattimento
Equites diu ignari et pugnae et victoriae suorum steterunt; deinde et ipsi, quantum equis subire poterant, sparsos fuga Gallos circa radices montis consectati cecidere aut cepere

Numerus interfectorum haud facile iniri potuit, quia late per omnis amfractus montium fugaque et caedes fuit, et magna pars rupibus inuiis in profundae altitudinis convalles delapsa est, pars in silvis vepribusque occisa

Claudius, qui bis pugnatum in Olympo monte scribit, ad quadraginta milia hominum auctor est caesa, Valerius Antias, qui magis immodicus in numero augendo esse solet, non plus decem milia

Numerus captivorum haud dubie milia quadraginta explevit, quia omnis generis aetatisque turbam secum traxerant demigrantium magis quam in bellum euntium modo
I cavalieri per qualche tempo rimasero fermi senza saper nulla della battaglia e della vittoria dei compagni; poi anchessi facendosi sotto quanto potevano coi cavalli, datisi allinseguimento uccisero o catturarono i Galli dispersi in fuga attorno alle falde del monte

Il numero degli uccisi non si poté facilmente calcolare, perché la fuga e le uccisioni si estesero per tutti gli anfratti della montagna, e una gran parte cadde da dirupi impraticabili in valloni di grande profondità, mentre unaltra parte fu uccisa nel folto delle boscaglie

Claudio, il quale scrive che due volte si combatté sullOlimpo, dà come uccisi circa quarantamila uomini; mentre Valerio Anziate, che di solito ha meno limiti nellesagerare le cifre, non più di diecinula

Il numero dei prigionieri senza dubbio raggiunse i quarantamila, perché i Galli avevano condotto seco una folla di ogni età e condizione, come si trattasse piuttosto di una migrazione che di andare a una guerra

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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 15 - 30

Consul armis hostium [in] uno concrematis cumulo ceteram praedam conferre omnis iussit, et aut vendidit, quod eius in publicum redigendum erat, aut cum cura, ut quam aequissima esset, per milites divisit

Laudati quoque pro contione omnes sunt, donatique pro merito quisque, ante omnis Attalus summo ceterorum adsensu; nam singularis eius iuvenis cum virtus et industria in omnibus laboribus periculisque tum modestia etiam fuerat

[24] Supererat bellum integrum cum Tectosagis

Ad eos profectus consul tertiis castris Ancyram, nobilem in illis locis urbem, pervenit, unde hostes paulo plus decem milia aberant

Ubi cum stativa essent, facinus memorabile a captiva factum est
Il console, bruciate in un solo falò 5 le armi dei nemici, ordinò a tutti di mettere in comune il resto della preda, e o la vendé, per la parte da conferire allerario, o la distribuì fra i soldati facendo attenzione chefosse divisa in maniera il più possibile eguale

Tutti furono anche lodati pubblicamente, ed ebbero doni ognuno secondo il suo merito, prima di tutti Attalo, con pieno consenso degli altri; perché eccezionale era stato come il valore e la tenacia di questo giovane in tutte le fatiche e i cimenti, così pure la sua disciplina

[24] Rimaneva da iniziare la guerra coi Tettosagi

Partito alla volta di questi il console arrivò in tre tappe a Ancira , importante città di quella regione, da cui i nemici distavano poco più di dieci miglia

Mentre erano là acquartierati, fu compiuto da una prigioniera un gesto degno di essere ricordato

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