Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 21 - 25, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 21 - 25

Orgiagontis reguli uxor forma eximia custodiebatur inter plures captivos; cui custodiae centurio praeerat et libidinis et avaritiae militaris

Is primo animum temptauit; quem cum abhorrentem a voluntario videret stupro, corpori, quod servum fortuna erat, vim fecit

Deinde ad leniendam indignitatem iniuriae spem reditus ad suos mulieri facit, et ne eam quidem, ut amans, gratuitam

Certo auri pondere pactus, ne quem suorum conscium haberet, ipsi permittit, ut, quem vellet, unum ex captivis nuntium ad suos mitteret

Locum prope flumen constituit, quo duo ne plus necessarii captivae cum auro venirent nocte insequenti ad eam accipiendam

Forte ipsius mulieris seruus inter captivos eiusdem custodiae erat

Hunc nuntium primis tenebris extra stationes centurio educit
La moglie di un principe, Orgiagonte, donna di straordinaria bellezza, era sorvegliata in mezzo a diversi prigionieri: a capo della guardia era un centurione incontinente e rapace come sono i soldati

Questi dapprima studiò i sentimenti di lei, e trovandoli alieni dal consentire a un adulterio, fece violenza al suo corpo, che la sorte gli aveva dato in potere

Poi per attenuare la indegnità delloltraggio, prospetta alla donna la possibilità di un ritorno fra i suoi, e neppure questa senza esigere un compenso, come avrebbe fatto un innamorato

Dopo aver fissato un certo peso di oro, per non avere complice uno dei suoi uomini, concede a lei stessa di mandare ai propri familiari come incaricato uno dei prigionieri, chi volesse

Fissò vicino al fiume il luogo dove non più di due parenti della prigioniera dovevano venire con loro la notte seguente a riceverla in consegna

Per lappunto fra i compagni di prigionia cera un servo della donna

Fu lui linviato che il centurione accompagnò al crepuscolo fuori dei posti di guardia
Nocte insequenti et duo necessarii mulieris ad constitutum locum et centurio cum captiva venit

Ubi cum aurum ostenderent, quod summam talenti Atticitanti enim pepigeratexpleret, mulier lingua sua, stringerent ferrum et centurionem pensantem aurum occiderent, imperavit

Iugulati praecisum caput ipsa involutum veste ferens ad virum Orgiagontem, qui ab Olympo domum refugerat, pervenit; quem priusquam complecteretur, caput centurionis ante pedes eius abiecit, mirantique, cuiusnam id caput hominis aut quod id facinus haudquaquam muliebre esset, et iniuriam corporis et ultionem violatae per vim pudicitiae confessa viro est, aliaque, ut traditur, sanctitate et gravitate vitae huius matronalis facinoris decus ad ultimum conservavit
La notte seguente vennero al luogo fissato i due parenti della donna da una parte e il centurione con la prigioniera dallaltra

E là, mentre quelli mostravano loro, che raggiungeva il peso complessivo di un talento attico (tanto era il prezzo del riscatto fissato) la donna nella sua lingua ordinò loro che mentre il centurione pesava loro impngnassero la spada e luccidessero

Recando la testa mozzata dellucciso avvolta nella sua stessa veste arrivò presso il marito Orgiagonte, che daflOlimpo si era messo in salvo a casa sua: ma prima di abbracciarlo gli gettò dinanzi ai piedi il capo del centurione, e, mentre il marito non sapeva spiegarsi di chi fosse quella testa, né che significasse quel gesto così poco femminile, gli confessò loffesa fatta al suo corpo e la vendetta dellonore violato con la forza; e con la severità e santità di costumi, dimostrata, come si racconta, anche altre volte conservò sino alla fine la gloria del suo gesto degno di una matrona
[25] Ancyram in stativa oratores Tectosagum ad consulem venerunt petentes, ne ante [ab Ancyra] castra moveret, quam collocutus cum suis regibus esset: nullas condiciones pacis iis non bello fore potiores

Tempus in posterum diem constituitur locusque, qui medius maxime inter castra Gallorum et Ancyram est visus

Quo cum consul ad tempus cum praesidio quingentorum equitum venisset nec ullo Gallorum ibi viso regressus in castra esset, oratores idem redeunt, excusantes religione obiecta venire reges non posse; principes gentis, per quos aeque res transigi posset, venturos

Consul se quoque Attalum missurum dixit

Ad hoc colloquium utrimque ventum est
[25] Ad Ancira si presentarono al console nei quartieri ambasciatori dei Tettosagi per chiedere che non levasse il campo di là prima di aver parlato coi loro capi: non cerano condizioni di pace che non potessero essere per loro preferibili a una guerra

Si fissò, per il giorno dopo, lora e il luogo dove parve che fosse più o meno a metà strada fra gli alloggiamenti dei Galli e Ancira

Il console, venuto allora fissata con una scorta di cinquecento cavalieri, non vedendo là nessuno dei Galli se ne tornò negli accampamenti, quando arrivarono gli stessi ambasciatori a giustificare, mettendo avanti un motivo religioso, se i loro re non potevano comparire: sarebbero venuti i maggiorenti della tribù, per opera dei quali si potevano egualmente concludere le trattative

Il console disse che anchegli avrebbe mandato Attalo

A questo colloquio si presentarono ambo le parti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 15 - 30

Trecentos equites Attalus praesidii causa cum adduxisset, iactatae sunt pacis condiciones; finis rei quia absentibus ducibus imponi non poterat, convenit, uti consul regesque eo loco postero die congrederentur

Frustratio Gallorum eo spectabat, primum ut tererent tempus, donec res suas, quibus periclitari nolebant, cum coniugibus et liberis trans Halyn flumen traicerent, deinde quod ipsi consuli, parum cauto adversus colloquii fraudem, insidiabantur

Mille ad eam rem ex omni numero audaciae expertae delegerunt equites; et successisset fraudi, ni pro iure gentium, cuius violandi consilium initum erat, stetisset fortuna
Venuto Attalo con una scorta di trecento cavalieri, le condizioni di pace furono soltanto discusse, e, poiché le trattative non potevano essere definite in assenza dei capi si decise di comune accordo che il console e i re si incontrassero in quel luogo il giorno dopo

Lostruzionismo dei Galli mirava a questo: primo, volevano far passare del tempo finché riuscissero a trasportare di là dal fiume Halys, con le mogli e i figli, le altre cose loro che non volevano mettere a repentaglio; secondo, preparare un agguato direttamente contro il console, che non stava abbastanza in guardia contro le insidie di un colloquio

Scelsero allo scopo, fra tutti i loro contingenti, mille uomini di provata audacia; e il tranello avrebbe avuto successo, se la sorte nonsi fosse messa dalla parte del diritto delle genti, che quelli erano intesi a violare
Pabulatores lignatoresque Romani in eam partem, in qua colloquium futurum erat, ducti sunt, tutius id futurum tribunis ratis, quia consulis praesidium et ipsum pro statione habituri erant hosti oppositum; suam tamen alteram stationem propius castra sescentorum equitum posuerunt

Consul, adfirmante Attalo venturos reges et transigi rem posse, profectus e castris, cum eodem quo antea praesidio equitum quinque milia fere processisset nec multum a constituto loco abesset, repente concitatis equis cum impetu hostili videt Gallos venientis
Soldati romani addetti a raccoglier foraggio e far legna furono mandati dalla parte dove doveva aver luogo il colloquio, giudicando i tribuni che quello sarebbe un elemento di maggior sicurezza, perché avrebbero avuto così una scorta del console e questa in funzione di postazione avanzata contro il nemico: a ogni modo posero più vicino agli accampamenti un secondo posto di guardia di seicento cavalieri, espressamente per loro

Il console, alle assicurazioni di Attalo che i re sarebbero venuti e si potevano concludere le trattative, parti dagli accampamenti e, spintosi avanti quasi cinque miglia con la stessa scorta di cavalleria della prima volta, non era molto lontano dal luogo convenuto, quando improvvisamente vede i Galli venire coi cavalli a passo di carica, con limpeto di chi muove a combattere

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 21 - 33

Constituit agmen, et expedire tela animosque equitibus iussis primo constanter initium pugnae excepit nec cessit; dein, cum praegravaret multitudo, cedere sensim nihil confusis turmarum ordinibus coepit; postremo, cum iam plus in mora periculi quam in ordinibus conseruandis praesidii esset, omnes passim in fugam effusi sunt

Tum vero instare dissipatis Galli et caedere; magnaque pars oppressa foret, ni statio pabulatorum, sescenti equites occurrissent

Ii procul clamore pavido suorum audito cum tela equosque expedissent, integri profligatam pugnam acceperunt

Itaque versa extemplo fortuna est, versus a victis in victores terror
Fermò la colonna, e, dato ordine alla cavalleria di tener pronti i dardi e desto il loro spirito combattivo, prima sostenne lurto iniziale saldo al suo posto, senza indietreggiare, poi, prevalendo il peso della massa, cominciò a poco a poco a perder terreno senza scomporre per nulla le formazioni degli squadroni; alla fine, visto che cera ormai più pericolo nellindugiare che sicurezza nel mantenere lo schieramento, tutti si gettarono in fuga disordinata

Allora i Galli si dettero a incalzare i dispersi e ad ucciderli; e gran parte di essi sarebbe stata sopraffatta, se non fossero accorsi i seicento cavalieri, posti a scorta dei foraggieri

Essi, udite da lontano le grida di spavento dei compagni, messi allordine armi e cavalli, con forze fresche accettarono la battaglia decisa in partenza

Così la sorte mutò dun tratto, e il terrore passò dai vinti ai vincitori
Et primo impetu fusi Galli sunt, et ex agris concurrebant pabulatores, et undique obvius hostis Gallis erat, ut ne fugam quidem tutam aut facilem haberent, quia recentibus equis Romani fessos sequebantur

Pauci ergo effugerunt; captus est nemo maior multo pars per fidem violati colloquii poenas morte luerunt

Romani ardentibus ira animis postero die omnibus copiis ad hostem perveniunt
Non solo al primo attacco i Galli furono messi in fuga, ma frattanto dalla campagna correvano a raccolta i foraggieri: da ogni parte i Galli si vedevano nemici venire incontro sicché non avevano neppure una via di scampo sicura o almeno facile, perché, ormai stanchi, erano inseguiti dai Romani con cavalli riposati

Pochi dunque scamparono; nessuno fu catturato, la grande maggioranza pagò con la morte il fatto di aver rotto a tradimento le trattative

I Romani, con lanimo infiammato dira, il giorno dopo arrivano in forze in vicinanza del nemico

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