Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 19 - 20

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 19 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 19 - 20
[19] Hasdrubal iam ante quam dimicaret pecunia rapta elephantisque praemissis, quam plurimos poterat de fuga excipiens praeter Tagum flumen ad Pyrenaeum tendit [19] Asdrubale, che già prima di combattere aveva portato via subito il denaro e portati avanti gli elefanti, prese il più possibile di quanto rimaneva del suo esercito in fuga e, seguendo landamento il del Tago, si avviò verso i Pirenei
Scipio castris hostium potitus cum praeter libera capita omnem praedam militibus concessisset, in recensendis captiuis decem milia peditum, duo milia equitum invenit Scipione, invaso l'accampamento nemico, avendo concesso ai suoi soldati di saccheggiare ogni cosa infuori degli uomini liberi, nel fare il conto dei prigionieri, trovò diecimila fanti e duemila cavalieri
Ex his Hispanos sine pretio omnes domum dimisit, Afros vendere quaestorem iussit Fra questi rispedì a casa gli Spagnoli senza chiedere il valore del riscatto, mentre ordinò al questore di porre in vendita gli Africani

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 23 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 23 - 24

Circumfusa inde multitudo Hispanorum et ante deditorum et pridie captorum regem eum ingenti consensu appellauit Indi la folla degli Spagnoli, di quelli che si erano in precedenza arresi e di quelli che erano stati fatti prigionieri il giorno prima, si affollò intorno a Scipione e tra il consenso globale lo nominò re
Tum Scipio silentio per praeconem facto sibi maximum nomen imperatoris esse dixit quo se milites sui appellassent: regium nomen alibi magnum, Romae intolerabile esse Allora Scipione, avendo l'araldo dato la pace, disse che per lui la nomina più illustre era quella di imperator, col quale l'avevano lodato i suoi soldati, mentre l'appellativo di re, altrove tenuto in sublime dignità, non era accettato a Roma

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 01 - 04

Regalem animum in se esse, si id in hominis ingenio amplissimum ducerent, taciti iudicarent: vocis usurpatione abstinerent Se voi credete, disse che io abbia anima regale e che ciò sia il più alto segno di nobiltà innato nellindole uomana, nella vostra mente in silenzio chiamatemi re, rinunciando all'uso del nome
Sensere etiam barbari magnitudinem animi, cuius miraculo nominis alii mortales stuperent id ex tam alto fastigio aspernantis Persino i barbari capirono la grandezza d'animo di chi da così alta onorabilità poteva disdegnare un nome, il cui carisma colma di stima ogni uomo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 01 - 02

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 01 - 02

Dona inde regulis principibusque Hispanorum diuisa, et ex magna copia captorum equorum trecentos quos uellet eligere Indibilem iussit Furono poi dati doni ai piccoli re e principi spagnoli; fu anche ordinato a Indibile di scegliere come voleva trecento cavalli fra i tanti che erano stati catturati
Cum Afros venderet iussu imperatoris quaestor, puerum adultum inter eos forma insigni cum audisset regii generis esse, ad Scipionem misit Il questore, mentre per comando del generale proseguiva alla vendita degli Africani, seppe che un bellissimo giovinetto, che si trovava tra loro, era dorigine regia; lo inviò per questo a Scipione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 36 - 40

Quem cum percontaretur Scipio quis et cuias et cur id aetatis in castris fuisset, Numidam esse ait, Massiuam populares vocare: orbum a patre relictum apud maternum auum Galam, regem Numidarum, eductum, cum auunculo Masinissa, qui nuper cum equitatu subsidio Carthaginiensibus venisset, in Hispaniam traiecisse; prohibitum propter aetatem a Masinissa nunquam ante proelium inisse: eo die quo pugnatum cum Romanis esset inscio avunculo clam armis equoque sumpto in aciem exisse; ibi prolapso equo effusum in praeceps captum ab Romanis esse Scipione gli chiese chi fosse e da qual paese venisse, domandandogli per quale motivo così piccolo si trovasse al campo: il giovinetto disse di essere numida e di essere chiamato Massiva dai suoi concittadini: orfano di padre era stato istruito dal nonno materno Gala, re dei Numidi ed era passato poi in Spagna con lo zio Massinissa, che con la cavalleria era da poco aiutato i Cartaginesi; non aveva mai aderito ad una battaglia perché Massinissa glielo aveva vietato per la sua tenera età; in quel giorno, tuttavia, in cui si era combattuto contro i Romani, egli, segretamente, all'insaputa dello zio, aveva preso cavallo ed armi e si era diretto sul campo di battaglia; qui, cadutogli il cavallo, era precipitato a terra ed era stato preso dai Romani

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Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 36 - 40

Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 01 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 33; 01 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 21-30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 26; 21-30