Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 01- 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 01- 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 01- 05
Quae ab condita urbe Roma ad captam eandem Romani sub regibus primum, consulibus deinde ac dictatoribus decemuirisque ac tribunis consularibus gessere, foris bella, domi seditiones, quinque libris exposui, res cum uetustate nimia obscuras uelut quae magno ex interuallo loci uix cernuntur, tum quid rarae per eadem tempora litterae fuere, una custodia fidelis memoriae rerum gestarum, et quod, etiam si quae in commentariis pontificum aliisque publicis priuatisque erant monumentis, incensa urbe pleraeque interiere

Clariora deinceps certioraque ab secunda origine uelut ab stirpibus laetius feraciusque renatae urbis gesta domi militiaeque exponentur
Ho esposto in cinque libri le gesta che i Romani hanno compiuto, dai tempi della fondazione della loro città fino alla sua presa, prima sotto i re e poi sotto consoli e dittatori, decemviri e tribuni consolari, nonché le guerre esterne e gli scontri interni; si tratta di vicende poco chiare non soltanto per il fatto di essere successe in tempi antichissimi (e quindi simili a quegli oggetti che si riescono a malapena a distinguere per la grande distanza a cui si trovano), ma anche perché in quei tempi era raro e limitato l'uso della scrittura, il solo sistema affidabile per conservare il ricordo degli eventi passati, e anche perché, pur trovandosene accenni nei registri dei pontefici e in altri tipi di documenti pubblici e privati, la maggior parte dei dati esistenti andò distrutta nell'incendio di Roma

Da questo punto in avanti, verranno esposti avvenimenti più chiari e certi relativi alla storia civile e militare di Roma, che, dal momento in cui nacque per la seconda volta, fu come se fosse risorta più fiorente e rigogliosa dalle sue antiche radici
Ceterum primo quo adminiculo erecta erat eodem innixa M Furio principe stetit, neque eum abdicare se dictatura nisi anno circumacto passi sunt

Comitia in insequentem annum tribunos habere quorum in magistratu capta urbs esset, non placuit; res ad interregnum rediit

Cum ciuitas in opere ac labore assiduo reficiendae urbis teneretur, interim Q Fabio, simul primum magistratu abiit, ab Cn Marcio tribuno plebis dicta dies est, quod legatus in Gallos, ad quos missus erat orator, contra ius gentium pugnasset; cui iudicio eum mors, adeo opportuna ut uoluntariam magna pars crederet, subtraxit

Interregnum initum: P Cornelius Scipio interrex et post eum M Furius Camillus [iterum]
Ora Roma si resse in un primo tempo su quello stesso supporto che le aveva permesso di rialzare la testa, e cioè su Marco Furio, il suo cittadino più in vista, cui la gente non permise di abdicare dalla dittatura se non allo scadere dell'anno

Il fatto che presiedessero le elezioni per l'anno successivo quei tribuni sotto la cui magistratura la città era stata presa non sembrò cosa molto saggia: si tornò così all'interregno

Mentre la cittadinanza era occupata nelle incessanti e faticose opere di ricostruzione della città, Quinto Fabio, non appena uscito di carica, venne citato in giudizio dal tribuno della plebe Gneo Marcio con l'accusa di aver violato il diritto delle genti per aver combattuto contro i Galli ai quali era stato inviato in qualità di ambasciatore; la morte gli fece evitare però il processo e fu così tempestiva da far pensare alla maggior parte della gente che si fosse trattato di suicidio

L'interregno cominciò: interrè fu Publio Cornelio Scipione e dopo di lui Marco Furio Camillo
Is tribunos militum consulari potestate creat L Valerium Publicolam iterum L Verginium P Cornelium A Manlium L Aemilium L Postumium

Hi ex interregno cum extemplo magistratum inissent, nulla de re prius quam de religionibus senatum consuluere

In primis foedera ac leges -- erant autem eae duodecim tabulae et quaedam regiae leges, conquiri, quae comparerent, iusserunt; alia ex eis edita etiam in uolgus: quae autem ad sacra pertinebant a pontificibus maxime ut religione obstrictos haberent multitudinis animos suppressa
Questi nominò tribuni militari con potere consolare Lucio Valerio Publicola (per la seconda volta), Lucio Verginio, Publio Cornelio, Aulo Manlio, Lucio Emilio e Lucio Postumio

Entrati in carica immediatamente dopo l'interregno, essi diedero la precedenza assoluta alla discussione in senato delle questioni di natura religiosa

Uno dei primi provvedimenti presi fu quello di ordinare la raccolta dei trattati e delle leggi (quelle, cioè, delle dodici tavole e alcune leggi di età monarchica) ancora reperibili; alcune di esse vennero rese accessibili anche al pubblico: quelle che però riguardavano la sfera cultuale furono tenute segrete dai pontefici, più che altro per soggiogare l'animo della massa con i vincoli religiosi

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 01 - 04

Tum de diebus religiosis agitari coeptum, diemque aD XV Kal Sextiles, duplici clade insignem, quo die ad Cremeram Fabii caesi, quo deinde ad Alliam cum exitio urbis foede pugnatum, a posteriore clade Alliensem appellarunt, + insignemque rei nullius publice priuatimque agendae + fecerunt

Quidam, quod postridie Idus Quintiles non litasset Sulpicius tribunus militum neque inuenta pace deum post diem tertium obiectus hosti exercitus Romanus esset, etiam postridie Idus rebus diuinis supersederi iussum, inde, ut postridie Kalendas quoque ac Nonas eadem religio esset, traditum putant

Nec diu licuit quietis consilia erigendae ex tam graui casu rei publicae secum agitare
Poi si iniziò a discutere dei giorni nefasti; il 18 luglio, giorno famigerato per una duplice sciagura, ossia il massacro dei Fabi presso il Cremera e il disastro militare dell'Allia con la conseguente distruzione di Roma, da quest'ultima disfatta venne chiamato Alliense e distinto dagli altri come non adatto allo svolgimento di ogni tipo di attività pubblica e privata

Ma siccome il giorno successivo alle Idi di giugno il tribuno militare Sulpicio non aveva offerto adeguati sacrifici e tre giorni dopo l'esercito romano era stato opposto al nemico senza aver ottenuto l' approvazione divina, alcuni ritengono che per questo motivo venne imposto di tralasciare i riti religiosi anche il giorno successivo alle Idi; di lì si ritiene che divenne patrimonio tradizionale osservare lo stesso divieto anche nei giorni successivi alle Calende e alle None

Ma ai Romani non venne concesso di riflettere a lungo con serenità sui progetti di ricostruzione del paese dopo un disastro tanto grave
Hinc Volsci, ueteres hostes, ad exstinguendum nomen Romanum arma ceperant: hinc Etruriae principum ex omnibus populis coniurationem de bello ad fanum Voltumnae factam mercatores adferebant

Nouus quoque terror accesserat defectione Latinorum Hernicorumque, qui post pugnam ad lacum Regillum factam per annos prope centum nunquam ambigua fide in amicitia populi Romani fuerant

Itaque cum tanti undique terrores circumstarent appareretque omnibus non odio solum apud hostes sed contemptu etiam inter socios nomen Romanum laborare, placuit eiusdem auspiciis defendi rem publicam cuius reciperata esset dictatoremque dici M Furium Camillum
Da una parte i Volsci, nemici di vecchia data, avevano infatti preso le armi determinati a cancellare dalla faccia della terra il nome di Roma; dall'altra, stando a quanto riferivano certi mercanti, i capi di tutti i popoli dell'Etruria si erano riuniti presso il santuario di Voltumna e avevano stretto un patto di guerra

Un nuovo motivo di allarme venne poi aggiunto dalla defezione di Latini ed Ernici, che per quasi cent'anni, cioè dai tempi della battaglia combattuta presso il lago Regillo, avevano mantenuto sempre una leale amicizia con il popolo romano

Così, visto il gran numero di minacce provenienti da ogni dove, ed essendo chiaro a tutti che ormai il nome di Roma non era soltanto oggetto di odio da parte dei nemici, ma anche di disprezzo da parte degli alleati, si decise di difendere il paese sotto gli auspici dello stesso personaggio che ne aveva propiziato la riconquista, e di nominare perciò dittatore Marco Furio Camillo

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 51-61

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 51-61

Is dictator C Seruilium Ahalam magistrum equitum dixit; iustitioque indicto dilectum iuniorum habuit ita ut seniores quoque, quibus aliquid roboris superesset, in uerba sua iuratos centuriaret

Exercitum conscriptum armatumque trifariam diuisit: partem unam in agro Veiente Etruriae opposuit, alteram ante urbem castra locare iussit; tribuni militum his A Manlius, illis quia aduersus Etruscos mittebantur L Aemilius praepositus

Tertiam partem ipse ad Volscos duxit nec procul a Lanuuio -- ad Mecium is locus dicitur -- castra oppugnare est adortus
Questi, nella sua veste di dittatore, scelse come proprio maestro di cavalleria Gaio Servilio Aala e, dopo aver proclamato la sospensione dell'attività giudiziaria, organizzò una leva militare di giovani, facendo in modo però di distribuire in centurie, dopo un giuramento di obbedienza, anche i veterani dotati di un certo vigore fisico

Dopo aver così arruolato ed armato l'esercito, lo suddivise in tre parti; la prima, la stanziò nel territorio di Veio col cómpito di fronteggiare gli Etruschi; alla seconda diede ordine di accamparsi di fronte a Roma, e ne affidò il comando al tribuno militare Aulo Manlio, mentre pose a capo delle truppe inviate contro gli Etruschi Lucio Emilio

La terza parte dell'esercitò la guidò lui in persona contro i Volsci e poco distante da Lanuvio - in un punto che si chiama Mecio - ne attaccò l'accampamento
Quibus ab contemptu, quod prope omnem deletam a Gallis Romanam iuuentutem crederent, ad bellum profectis tantum Camillus auditus imperator terroris intulerat ut uallo se ipsi, uallum congestis arboribus saepirent, ne qua intrare ad munimenta hostis posset

Quod ubi animaduertit Camillus, ignem in obiectam saepem coici iussit; et forte erat uis magna uenti uersa in hostem; itaque non aperuit solum incendio uiam sed flammis in castra tendentibus uapore etiam ac fumo crepituque uiridis materiae flagrantis ita consternauit hostes, ut minor moles superantibus uallum militibus munitum in castra Volscorum Romanis fuerit quam transcendentibus saepem incendio absumptam fuerat
I Volsci, che si erano buttati nella guerra spinti dal disprezzo e dalla convinzione che quasi tutta la gioventù romana fosse stata distrutta dai Galli, non appena seppero che il comandante era Camillo, si spaventarono a tal punto da proteggere se stessi con una palizzata e la palizzata con una barriera di tronchi d'albero, in maniera che il nemico non potesse penetrare da nessuna parte all'interno dei loro dispositivi di difesa

Quando Camillo se ne rese conto, ordinò ai suoi uomini di dar fuoco allo sbarramento di tronchi; si era levato, per caso, un forte vento in direzione dei nemici, ed esso non solo aprì la strada all'incendio, ma spingendo verso le tende le fiamme miste al vapore, al fumo e al crepitio del legno verde che bruciava spaventò a tal punto i nemici che i soldati romani trovarono minore difficoltà nel superare la trincea fortificata dei Volsci di quanta non ne avessero avuta nell'attraversare la barriera divorata dal fuoco

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 32; 01 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 32; 01 - 20

Fusis hostibus caesisque cum castra impetu cepisset dictator, praedam militi dedit, quo minus speratam minime largitore duce, eo militi gratiorem

Persecutus deinde fugientes cum omnem Volscum agrum depopulatus esset, ad deditionem Volscos septuagesimo demum anno subegit

Victor ex Volscis in Aequos transiit et ipsos bellum molientes; exercitum eorum ad Bolas oppressit, nec castra modo sed urbem etiam adgressus impetu primo cepit

Cum in ea parte in qua caput rei Romanae Camillus erat ea fortuna esset, aliam in partem terror ingens ingruerat

Etruria prope omnis armata Sutrium, socios populi Romani, obsidebat

Quorum legati opem rebus adfectis orantes cum senatum adissent, decretum tulere ut dictator primo quoque tempore auxilium Sutrinis ferret
Sbaragliati e fatti a pezzi i nemici, dopo aver assaltato vittoriosamente l'accampamento, il dittatore concesse il bottino ai soldati, cosa che risultò tanto più gradita alle truppe quanto meno attesa giunse, vista la scarsa abitudine del comandante a tali largizioni

Quindi, dopo aver dato la caccia ai fuggitivi devastando nel contempo l'intera campagna volsca, Camillo costrinse finalmente i Volsci alla resa dopo settant'anni di guerra

Vittorioso sui Volsci, Camillo si rivolse contro gli Equi che erano ugualmente impegnati in preparativi di guerra; piombò a sorpresa sul loro esercito nei pressi di Bola e al primo assalto ne catturò non solo l'accampamento ma anche la città

Mentre le cose andavano più che bene in quel settore dove c'era Camillo, pilastro dello Stato romano, un altro settore era minacciato da un grosso pericolo

Quasi l'intera Etruria in armi assediava Sutri, città alleata del popolo romano

Ambasciatori di Sutri si erano presentati di fronte al senato con la richiesta d'aiuto in un momento tanto critico, e si era decretato che il dittatore intervenisse al più presto in loro soccorso
Cuius spei moram cum pati fortuna obsessorum non potuisset confectaque paucitas oppidanorum opere, uigiliis, uolneribus, quae semper eosdem urgebant, per pactionem urbe hostibus tradita inermis cum singulis emissa uestimentis miserabili agmine penates relinqueret, eo forte tempore Camillus cum exercitu Romano interuenit

Cui cum se maesta turba ad pedes prouoluisset principumque orationem necessitate ultima expressam fletus mulierum ac puerorum qui exsilii comites trahebantur excepisset, parcere lamentis Sutrinos iussit: Etruscis se luctum lacrimasque ferre

Sarcinas inde deponi Sutrinosque ibi considere modico praesidio relicto, arma secum militem ferre iubet
Ma gli assediati versavano in tali condizioni da non poter attendere che questa speranza si realizzasse e i pochi difensori erano ormai esausti per la fatica, per i turni di guardia e per le ferite che toccavano sempre agli stessi uomini; così, patteggiata la resa, avevano consegnato la città ai nemici, e stavano abbandonando disarmati le loro case in una colonna straziante ciascuno con il solo vestito che indossava; proprio in quel momento, per puro caso arrivò Camillo con l'esercito romano

Quella triste massa di profughi gli si gettò ai piedi e i personaggi più influenti della città gli rivolsero parole di supplica dettate dall'amara necessità e accompagnate dal pianto delle donne e dei bambini che essi si trascinavano dietro come compagni del proprio esilio, Camillo ordinò ai Sutrini di smettere di lamentarsi, dicendo che erano gli Etruschi quelli a cui egli era venuto a portare lacrime e lutti

Ordinò ai suoi di deporre i bagagli, ai Sutrini di fermarsi lì, sotto la protezione di un modesto presidio, alle proprie truppe di portare con sé le sole armi

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 04. 09-14

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04. 09-14

Ita expedito exercitu profectus ad Sutrium, id quod rebatur, soluta omnia rebus, ut fit, secundis inuenit, nullam stationem ante moenia, patentes portas, uictorem uagum praedam ex hostium tectis egerentem

Iterum igitur eodem die Sutrium capitur; uictores Etrusci passim trucidantur ab nouo hoste, neque se conglobandi coeundique in unum aut arma capiundi datur spatium

Cum pro se quisque tenderent ad portas, si qua forte se in agros eicere possent, clausas -- id enim primum dictator imperauerat -- portas inueniunt
Così, con l'esercito libero da impacci, partì alla volta di Sutri dove trovò ciò che aveva supposto e cioè tutto incustodito, come di solito accade dopo un successo: nessun uomo di guardia davanti alle mura, le porte aperte, e i vincitori dispersi alla caccia di bottino nelle case

Pertanto Sutri venne presa per la seconda volta nel corso di quello stesso giorno; gli Etruschi vincitori vennero trucidati qua e là dal nuovo nemico, senza che venisse loro dato il tempo di inquadrarsi e di raccogliere le forze o di prendere le armi

Quando tentarono, ciascuno per conto proprio, di raggiungere le porte per vedere se mai riuscissero a fuggire per i campi, le trovarono sbarrate (era stato quello il primo ordine di Camillo)

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 35; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 35; 21 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 21 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 38-42

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 38-42

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 09 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 09 - 10

Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 31-35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 31-35