Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 26-30, pag 4

Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 26-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 26-30
Nam vobis Vellei minus notum est, quem ad modum quidque dicatur; vestra enim solum legitis vestra amatis, ceteros causa incognita condemnatis Quanto a voi - e mi rivolgo a Velleio - siete poco informati sul modo in cui vanno dibattuti i vari problemi;leggete solo le opere ispirate ai vostri principi e solo quelle apprezzate: tutti gli altri li condannate senza minimamente preoccuparvi di sentire le loro ragioni
Velut a te ipso hesterno die dictumst anum fatidicam Pronoean a Stoicis induci, id est Providentiam Sei stato proprio tu, ieri, ad affermare che è opera degli stoici la rappresentazione di una vecchia profetessa, della Pronoia o provvidenza che dir si voglia
Quod eo errore dixisti, quia existumas ab is providentiam fingi quasi quandam deam singularem, quae mundum omnem gubernet et regat ; sed id praecise dicitur Hai detto ciò con questo errore poiché pensi che essi abbiano concepito la provvidenza come una dea personale cui spetti di reggere e governare il mondo; in realtà è detto in modo abbreviato

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 01; 51-55

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 01; 51-55

[74]Ut, si quis dicat Atheniensium rem publicam consilio regi, desit illud "Arii pagi", sic, cum dicimus providentia mundum administrari, deesse arbitrato "deorum", plene autem et perfecte sic dici existumato, providentia deorum mundum administrari, ita salem istum, quo caret vestra natio, in inridendis nobis nolitote consumere, et mercule si me audiatis ne experiamini quidem; non decet non datum est non potestis [74] Come quando si dice che lo stato ateniese è retto dal consiglio manca la determinazione " dell'Areopago",analogamente quando affermiamo che il mondo è retto dalla provvidenza devi ritenere che manchi la determinazione "degli dèi " e pensare che l'espressione piena e compiuta sia: "il mondo è amministrato dalla provvidenza degli dèi", perciò non state dunque a sprecare, nello sforzo di deriderci, questo spirito che, tra l'altro, manca alla vostra scuola; se, per ercole, mi deste ascolto non lo tentereste nemmeno: non vi si addice, non ne avete il diritto, non lo potete fare
Nec vero hoc in te unum convenit moribus domesticis ac nostrorum hominum urbanitate limatum, sed cum in reliquos vestros tum in eum maxime, qui ista peperit, hominem sine arte sine litteris, insultantem in omnes, sine acumine ullo sine auctoritate sine lepore E nel dir questo non mi riferisco soltanto a te che le consuetudini di casa nostra ed il garbo del nostro popolo hanno ingentilito, ma a tutti i seguaci della vostra scuola e soprattutto al suo iniziatore, un uomo privo di tecnica e di cultura, in lotta con tutti e sfornito di ogni acume, di ogni autorità, di ogni garbo

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 61-67

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 61-67

XXX [75] Dico igitur providentia deorum mundum et omnes mundi partes et initio constitutas esse et omni tempore administrari XXX [75] Affermo dunque che il mondo nel suo insieme ed in tutte le sue parti fu inizialmente organizzato e continua ad essere guidato dall'azione provvidenziale degli dèi
Eamque disputationem tris in partes nostri fere dividunt, quarum prima pars est, quae ducitur ab ea ratione, quae docet esse deos; quo concesso confitendum est eorum consilio mundum administrari Nella trattazione della problematica relativa a questo argomento i seguaci della nostra scuola distinguono tre momenti : il primo consiste nella dimostrazione che gli dèi esistono, una verità che, una volta provata, ci costringe ad ammettere che è la volontà divina a governare il mondo

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 21-25

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 21-25

Secunda est autem quae docet omnes res subiectas esse naturae sentienti ab eaque omnia pulcherrume geri; quo constituto sequitur ab animantibus principiis eam esse generatam Nel secondo si passa a dimostrare che ogni fenomeno è sottoposto ad un essere sensibile da cui dipende ogni perfezione, donde la conseguenza che esso sia determinato da principi viventi
Tertius est locus, qui ducitur ex admiratione rerum caelestium atque terrestrium Il terzo momento è fondato sul senso di stupore con cui contempliamo i fenomeni celesti e terrestri

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 06-10

[76] Primum igitur aut negandum est esse deos, quod et Democritus simulacra et Epicurus imagines inducens quodam pacto negat, aut qui deos esse concedant, is fatendum est eos aliquid agere idque praeclarum; nihil est autem praeclarius mundi administratione; deorum igitur consilio administratur [76] Circa il primo punto gli atteggiamenti possibili sono due: o si nega l'esistenza degli dèi come, sotto un certo aspetto, fa Democrito parlandoci di simulacri ed Epicuro di immagini, oppure si riconosce, con coloro che ne ammettono l'esistenza, che gli dèi esercitano una loro azione e lo fanno nel modo migliore; e poiché non è possibile un'attività più elevata del governo del mondo, se ne deduce che esso è guidato dalla volontà divina

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