Ab urbe condita: traduzione

Ab urbe condita: traduzione

Romanum imperium, quo neque ab exordio ullum fere minus neque incrementis toto orbe amplius humana potest memoria recordari,

a Romulo exordium habet, qui Reae Silvae, Vestalis virginis, filius, et, quantum putatus est, Martis, cum Remo fratre uno partu editus est

Is cum inter pastores latrocinaretur, decem et octo annos natus urbem exiguam in Palatino monte constituit, undecimo Kalendas Maias, Olympiadis sextae anno tertio, ann trecentesimo nonagesimo quarto post Troaie excidium.

La Fondazione di Roma. L'Impero Romano, di cui memoria d'uomo non può ricordarne un altro nè (del tutto) più piccolo all'inizio nè più grande per accrescimenti in tutto il mondo, ha il suo esordio da Romolo, che figlio di Rea Silvia, vergine vestale, e, per quanto si credette, (figlio) di Marte, fu dato alla luce con un solo parto insieme col in fratello Remo. Egli, esercitando il brigantaggio tra i pastori, all'età di diocotto anni fondò una piccola città sul colle Palatino, nell'undicesimo giorno prima delle calende di Maggio (21 aprile), nel terzo anno della sesta Olimpiade (753 o 754 a.C.), nell'anno trecentonovantaquatresimo dopo la distruzione di Troia.

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 16-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 01-15

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 21-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10