hoc patris Anchisae manes, hoc sentit Iulus | Questo gli dei del padre Anchise, questo pensa Iulo |
' sic fatus galeam laeva tenet atque reflexa cervice orantis capulo tenus applicat ensem | Così parlando con la sinistra tiene l'elmo e rovesciato il collo del supplice, affonda la spada fino all'elsa |
nec procul Haemonides, Phoebi Triviaeque sacerdos, infula cui sacra redimibat tempora vitta, totus conlucens veste atque insignibus albis | Non lontano, Emonide, sacerdote di Febo e di Trivia, e l'infula gli cingeva le tempie con sacra benda, brillando tutto con la veste ele bianche insegne |
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Virgilio, Eneide: Libro 09 - L’URLO DELLA MADRE DI EURIALO
Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 09 - L’URLO DELLA MADRE DI EURIALO
quem congressus agit campo, lapsumque superstans immolat ingentique umbra tegit, arma Serestus lecta refert umeris tibi, rex Gradive, tropaeum | Scontratosi lo coglie sul campo, e stando sopra al caduto lo immola e lo coprì con l'enorme ombra, Seresto riporta le armi scelte perte, ore Gradivo, come trofeo |
Instaurant acies Volcani stirpe creatus Caeculus et veniens Marsorum montibus Umbro | Riorganizzano le schiere Ceculo, nato dalla stirpe di Vulcano ed Umbrone che viene dai monti dei Marsi |
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Virgilio, Eneide: Libro 07 - GLI ORACOLI DI FAUNO
Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 07 - GLI ORACOLI DI FAUNO
Dardanides contra furit: Anxuris ense sinistram et totum clipei ferro deiecerat orbem; dixerat ille aliquid magnum vimque adfore verbo crediderat, caeloque animum fortasse ferebat canitiemque sibi et longos promiserat annos; Tarquitus exsultans contra fulgentibus armis, silvicolae Fauno Dryope quem nympha crearat, obvius ardenti sese obtulit | Il Dardanire furoreggia contro: con la spada aveva staccato la sinistra di Anxure e col ferro tutto il cerchio dello scudo; Quello aveva pronunciato qualche cosa di garnde e aveva creduto che ci fosse potenza nella formula, e forse innalzava il coraggio al cielo e si era ripromesso vecchiaia e lunghi anni; Tarquito che saltava contro con armi splendenti, e l'aveva generato la ninfa Driope a Fauno abitatore delle selve, si offrì davanti a lui ardente |
ille reducta loricam clipeique ingens onus impedit hasta, tum caput orantis nequiquam et multa parantis dicere deturbat terrae, truncumque tepentem provolvens super haec inimico pectore fatur: 'istic nunc, metuende, iace | Egli vibrata l'astablocca la corazza ed il gran peso dello scudo, poi abbatte a terra la testa di chi invano pregava e si preparava a dire molto, e rovesciando il troco tirpido sopra ciò esclama con anino ostile: qui adesso, o terribile, giaci |
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non te optima mater condet humi patrioque onerabit membra sepulcro: alitibus linquere feris, aut gurgite mersum unda feret piscesque impasti vulnera lambent | L'ottima madre non ti seppellirà in terra e onorerà le membre con sepolcro patrio: sarai lasciato agli uccelli rapaci, o un'onda ti trascinerà sommerso ed i pesci affamati leccheranno le ferite |
' protinus Antaeum et Lucam, prima agmina Turni, persequitur, fortemque Numam fulvumque Camertem, magnanimo Volcente satum, ditissimus agri qui fuit Ausonidum et tacitis regnavit Amyclis | Subito insegue Anteo e Luca, prime schiere di Turno, il forte Numa ed il rosso Camerte, figlio del magnanimo Volcente, che fu il più ricco di terreno degli Ausonidi e regnò sulla tacita Amicla |
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Aegaeon qualis, centum cui bracchia dicunt centenasque manus, quinquaginta oribus ignem pectoribusque arsisse, Iovis cum fulmina contra tot paribus streperet clipeis, tot stringeret ensis: sic toto Aeneas desaevit in aequore victor ut semel intepuit mucro | Quale Egeone, che dicono avesse cento braccia e cento mani, e ardesse fuoco per cinquanta bocche e petti, quando tuonò contro i fulmini di Giove con altrettanti scudi, brandendo altrettante spade: così Enea infierì su tutto il campo da vincitore, appena intiepidì la punta |