Virgilio, Eneide: Libro 10 - L’IRA DI ENEA CONTRO TURNO, pag 2

Virgilio, Eneide: Libro 10 - L’IRA DI ENEA CONTRO TURNO

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 10 - L’IRA DI ENEA CONTRO TURNO
hoc patris Anchisae manes, hoc sentit Iulus Questo gli dei del padre Anchise, questo pensa Iulo
' sic fatus galeam laeva tenet atque reflexa cervice orantis capulo tenus applicat ensem Così parlando con la sinistra tiene l'elmo e rovesciato il collo del supplice, affonda la spada fino all'elsa
nec procul Haemonides, Phoebi Triviaeque sacerdos, infula cui sacra redimibat tempora vitta, totus conlucens veste atque insignibus albis Non lontano, Emonide, sacerdote di Febo e di Trivia, e l'infula gli cingeva le tempie con sacra benda, brillando tutto con la veste ele bianche insegne

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quem congressus agit campo, lapsumque superstans immolat ingentique umbra tegit, arma Serestus lecta refert umeris tibi, rex Gradive, tropaeum Scontratosi lo coglie sul campo, e stando sopra al caduto lo immola e lo coprì con l'enorme ombra, Seresto riporta le armi scelte perte, ore Gradivo, come trofeo
Instaurant acies Volcani stirpe creatus Caeculus et veniens Marsorum montibus Umbro Riorganizzano le schiere Ceculo, nato dalla stirpe di Vulcano ed Umbrone che viene dai monti dei Marsi

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Dardanides contra furit: Anxuris ense sinistram et totum clipei ferro deiecerat orbem; dixerat ille aliquid magnum vimque adfore verbo crediderat, caeloque animum fortasse ferebat canitiemque sibi et longos promiserat annos; Tarquitus exsultans contra fulgentibus armis, silvicolae Fauno Dryope quem nympha crearat, obvius ardenti sese obtulit Il Dardanire furoreggia contro: con la spada aveva staccato la sinistra di Anxure e col ferro tutto il cerchio dello scudo; Quello aveva pronunciato qualche cosa di garnde e aveva creduto che ci fosse potenza nella formula, e forse innalzava il coraggio al cielo e si era ripromesso vecchiaia e lunghi anni; Tarquito che saltava contro con armi splendenti, e l'aveva generato la ninfa Driope a Fauno abitatore delle selve, si offrì davanti a lui ardente
ille reducta loricam clipeique ingens onus impedit hasta, tum caput orantis nequiquam et multa parantis dicere deturbat terrae, truncumque tepentem provolvens super haec inimico pectore fatur: 'istic nunc, metuende, iace Egli vibrata l'astablocca la corazza ed il gran peso dello scudo, poi abbatte a terra la testa di chi invano pregava e si preparava a dire molto, e rovesciando il troco tirpido sopra ciò esclama con anino ostile: qui adesso, o terribile, giaci

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non te optima mater condet humi patrioque onerabit membra sepulcro: alitibus linquere feris, aut gurgite mersum unda feret piscesque impasti vulnera lambent L'ottima madre non ti seppellirà in terra e onorerà le membre con sepolcro patrio: sarai lasciato agli uccelli rapaci, o un'onda ti trascinerà sommerso ed i pesci affamati leccheranno le ferite
' protinus Antaeum et Lucam, prima agmina Turni, persequitur, fortemque Numam fulvumque Camertem, magnanimo Volcente satum, ditissimus agri qui fuit Ausonidum et tacitis regnavit Amyclis Subito insegue Anteo e Luca, prime schiere di Turno, il forte Numa ed il rosso Camerte, figlio del magnanimo Volcente, che fu il più ricco di terreno degli Ausonidi e regnò sulla tacita Amicla

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Aegaeon qualis, centum cui bracchia dicunt centenasque manus, quinquaginta oribus ignem pectoribusque arsisse, Iovis cum fulmina contra tot paribus streperet clipeis, tot stringeret ensis: sic toto Aeneas desaevit in aequore victor ut semel intepuit mucro Quale Egeone, che dicono avesse cento braccia e cento mani, e ardesse fuoco per cinquanta bocche e petti, quando tuonò contro i fulmini di Giove con altrettanti scudi, brandendo altrettante spade: così Enea infierì su tutto il campo da vincitore, appena intiepidì la punta

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