La traumatica conclusione dell'eresia amarniana lo aveva elevato al seggio regale insieme alla moglie Ankhesenpaaton alla tenera età di nove anni e per i seguenti nove anni di regno fu guidato dal "padre divino" Ay, vera eminenza grigia di quella dedicata fase di transizione. Tutankhamon nel quarto anno di regno emanò un editto di restaurazione volto al ripristino degli antichi culti e alla riapertura dei Templi chiusi al tempo di Akhenaton; fu in questa occasione che mutò il proprio nome in Tutankhamon immagine vivente di Amon.
Oro, pietre dure, paste di vetro, alto 102 cm. Sopra la coppia regale si trova un disco solare radiante, ogni raggio termina con una mano che porge ai sovrani la vita.
L'intera composizione risente fortemente dello stile amarniano. Le figure sono flessuose, i tratti del viso sono marcati e i crani risultano allungati. La stessa ispirazione della scena ricorda da vicino le immagini familiari di Akhenaton e Nefertiti. Questo celebre trono cerimoniale è uno dei più rinomati esempi della maestria artigianale egiziana.
Lo schienale in particolare attira l'attenzione per la sua ricchissima decorazione per la dimensione intima in cui viene ritratta la coppia regnante. Sul raffinato fondo d'oro emergono le figure di Tutankhamon e Ankhesenamon rese attraverso il delicato uso del bassorilievo, dell'intaglio e dell'intarsio. Gli abiti del re e della regina sono realizzati in argento mentre gli intarsi sono stati realizzati in pasta vitrea rossa per le parti del corpo scoperte e in faience blu per le acconciature e i copricapi