Tacito, Annales: Libro 16, 01-35, pag 5

Tacito, Annales: Libro 16, 01-35

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 16, 01-35
cliens hic Sorani et tunc emptus ad opprimendum amicum auctoritatem Stoicae sectae praeferebat, habitu et ore ad exprimendam imaginem honesti exercitus, ceterum animo perfidiosus, subdolus, avaritiam ac libidinem occultans; quae postquam pecunia reclusa sunt, dedit exemplum praecavendi, quo modo fraudibus involutos aut flagitiis commaculatos, sic specie bonarum artium falsos et amicitiae fallacis

(33) Idem tamen dies et honestum exemplum tulit Cassii Asclepiodoti, qui magnitudine opum praecipuus inter Bithynos, quo obsequio florentem Soranum celebraverat, labantem non deseruit, exutusque omnibus fortunis et in exilium actus, aequitate deum erga bona malaque documenta
Costui, cliente di Sorano e, in quelle circostanze, fattosi comperare per la rovina di un amico, s'ammantava del prestigio d'essere filosofo stoico, ben addestrato a recitare, nel portamento e nelle parole, la parte della persona onesta, ma nel profondo perfido, subdolo e capace di celare un'avidità senza fondo; e, dopo che il denaro ebbe fatto affiorare questa avidità, ci ha offerto un esempio di come occorra guardarsi tanto da chi è impigliato nelle frodi e insozzato da infamie, quanto da chi, sotto falsa apparenza di pregevoli principi, è disposto a tradire gli amici

33 Quello stesso giorno offrì tuttavia anche il nobile esempio di Cassio Asclepiodoto, il quale, noto fra i Bitini per le sue enormi ricchezze, come s'era mostrato sempre devoto a Sorano al tempo della sua potenza, non lo abbandonò nel pericolo, sicché, privato di tutti i suoi beni, venne cacciato in esilio: prova dell'eguale indifferenza degli dèi tanto alle buone che alle cattive azioni
Thraseae Soranoque et Serviliae datur mortis arbitrium; Helvidius et Paconius Italia depelluntur; Montanus patri concessus est, praedicto ne in re publica haberetur

accusatoribus Eprio et Cossutiano quinquagies sestertium singulis, Ostorio duodecies et quaestoria insignia tribuuntur

(34) Tum ad Thraseam in hortis agentem quaestor consulis missus vesperascente iam die

inlustrium virorum feminarumque coetus frequentis egerat, maxime intentus Demetrio Cynicae institutionis doctori, cum quo, ut coniectare erat intentione vultus et auditis, si qua clarius proloquebantur, de natura animae et dissociatione spiritus corporisque inquirebat, donec advenit Domitius Caecilianus ex intimis amicis et ei quid senatus censuisset exposuit
A Trasea, a Sorano e a Servilia fu concesso di scegliersi il tipo di morte; Elvidio e Paconio vengono banditi dall'Italia; Montano, per l'intervento del padre, fu assolto, coll'ingiunzione di non occuparsi di politica

Agli accusatori Eprio e Cossuziano furono attribuiti cinque milioni di sesterzi a testa e un milione e duecentomila a Ostorio più le insegne di questore

34 Trasea stava in giardino quando gli fu mandato il questore del console, che ormai era sera

S'intratteneva con un folto gruppo di uomini e donne illustri, particolarmente intento ad ascoltare Demetrio, maestro della scuola cinica, col quale, per quello che si poteva arguire dall'espressione tesa del volto e da frasi udite, se il tono della voce si faceva più chiaro, discuteva sulla natura dell'anima e sulla separazione dello spirito dal corpo; giunse allora Domizio Ceciliano, uno degli intimi, che riferì la decisione del senato
igitur flentis queritantisque qui aderant facessere propere Thrasea neu pericula sua miscere cum sorte damnati hortatur, Arriamque temptantem mariti suprema et exemplum Arriae matris sequi monet retinere vitam filiaeque communi subsidium unicum non adimere

(35) Tum progressus in porticum illic a quaestore reperitur, laetitiae propior, quia Helvidium generum suum Italia tantum arceri cognoverat

accepto dehinc senatus consulto Helvidium et Demetrium in cubiculum inducit; porrectisque utriusque brachii venis, postquam cruorem effudit, humum super spargens, propius vocato quaestore 'libamus' inquit 'Iovi liberatori specta, invenis; et omen quidem dii prohibeant, ceterum in ea tempora natus es quibus firmare animum expediat constantibus exemplis'
Trasea invita allora i presenti, in preda a lacrime e lamenti, ad allontanarsi in fretta e a non legarsi, coi rischi che già correvano, al destino di un condannato; cerca di convincere poi Arria, che intendeva seguire la sorte del marito, secondo l'esempio della madre Arria, a rimanere in vita e a non togliere l'unico sostegno della figlia comune

35 S'avvia poi lungo il portico, dove incontra il questore, e ha sul volto un'espressione più simile alla gioia, perché aveva saputo che il genero Elvidio era stato soltanto allontanato dall'Italia

Riceve comunicazione della sentenza del senato e poi fa entrare nella sua stanza Elvidio e Demetrio; e, dopo aver porto le vene dell'uno e dell'altro braccio, quando il sangue sprizzò fuori, spargendosi sul terreno, fatto avvicinare il questore: Libiamo disse a Giove Liberatore; guarda, o giovane, e gli dèi tengano lontano da te l'infausto presagio; ma sei nato in tempi in cui occorre temprare l'animo con esempi di fermezza

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