OE Iam nocte Titan dubius expulsa redit et nube maestum squalida exoritur iubar, lumenque fiamma triste luctifica gerens prospiciet avida peste solatas domos, stragemque quam nox fecit ostendet dies | Edipo Ora, scacciata la notte, esitante ritorna Titano, mesta dietro una nube torbida sorge la sua luce e recando un triste chiarore con una fiamma portatrice di lutto vedrà davanti a sé le case desolate da un'avida peste, il giorno mostrerà la strage che la notte ha compiuto |
[5] Quisquamne regno gaudet | [5] Forse qualcuno si rallegra di avere un regno |
O fallax bonum, quantum malorum fronte quam blanda tegis | O bene fallace, quante sventure copri con una fronte lusinghiera |
Ut alta ventos semper excipiunt iuga rupemque saxis vasta dirimentem freta quamvis quieti verberat fiuctus maris, [10] imperia sic excelsa Fortunae obiacent | Come sempre gli alti gioghi raccolgono i venti e il flutto d'un mare quanto si vuole quieto sferza la rupe che con le sue rocce separa le vaste ondate, [10] così i regni più alti soggiacciono alla Fortuna |
Quam bene parentis sceptra Polybi fugeram | Come ero ben risoluto a fuggire lo scettro di mio Padre Polibo Esule ma libero da preoccupazioni, senza potere ma intrepido, (ne chiamo a testimoni il cielo e gli dèi) ho trovato sul mio cammino, con mia sorpresa, un regno |
Curis solutus exul, intrepidus, vacans (caelum deosque testor) in regnum incidi; infanda timeo: ne mea genitor manu [15] perimatur; hoc me Delphicae laurus monelli, aliudque nobis maius indicunt scelus | Temo eventi indicibili: che mio padre muoia per mia mano;[15] di questo mi avverte il lauro Delfico, e mi annuncia un altro, e più grave, delitto |
Est maius aliquod patre mactato nefas | Vi è un'infamia maggiore che uccidere il proprio padre |
Pro misera pietas (eloqui fatum pudet), thalamos parentis Phoebus et diros toros [20] nato minatur impia incestos face; hic me paternis expulit regnis timor | Mi vergogno di proferire il vaticinio: Febo minaccia al figlio il talamo del padre e un maledetto giaciglio, [20] reso impuro da empie nozze; questo è il timore che mi ha fatto fuggire dal regnò paterno |
Non ego penates profugus excessi meos: parum ipse fidens mihimet in tuto tua, natura, posui iura | Non ho abbandonato i miei Penati come un fuggitivo: non fidando abbastanza in me stesso ho messo al sicuro i tuoi diritti i, o natura |
Cum magna horreas, [25] | Quando hai orrore di terribili eventi, temi |