Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07
[5][1] Contra haec illa dicuntur

De speculis duae opiniones sunt: alii enim in illis simulacra cerni putant, id est corporum nostrorum figuras a nostris corporibus emissas ac separatas; alii non aiunt imagines in speculo sed ipsa aspici corpora retorta oculorum acie et in se rursus reflexa

Nunc nihil ad rem pertinet, quomodo videamus quodcumque videmus; [2] sed, quae modo imago, similis reddi debet e speculo

Quid autem est tam dissimile quam sol et arcus, in quo neque figura solis neque color neque magnitudo apparet

Arcus longe amplior est longeque ea parte, qua fulget, rubicundior quam sol, ceteris vero coloribus diversus

[3] Deinde cum velis speculum inesse aeri, des oportet mihi eandem levitatem corporis, eandem aequalitatem, eandem nitorem
[5] [1] Contro queste argomentazioni si sollevano queste obiezioni

Sugli specchi ci sono due teorie: alcuni, infatti, pensano che in essi si vedano dei simulacri, cioè le forme dei nostri corpi emanate dai nostri corpi e staccate da essi; altri sostengono che nello specchio si vedano non delle immagini, ma i corpi stessi, dato che i raggi visivi sono rimandati indietro e ritornano verso se stessi

Ora non ha assolutamente importanza come noi vediamo e qualunque cosa noi vediamo: [2]ma, visto che è unimmagine, quella riflessa dallo specchio deve essere simile alloggetto

Ma che cosa cè di più diverso che il sole e larcobaleno, nel quale non appare né la figura né il colore, né la grandezza del sole

Larcobaleno è molto più grande del sole e, nella parte in cui risplende, molto più rosso del sole, e diverso per tutti gli altri colori

[3] Inoltre, se vuoi che laria si comporti come uno specchio, bisogna che tu mi dimostri che essa possiede la stessa levigatezza, la stessa uniformità e lucentezza
Atqui nullae nubes habent similitudinem speculi: per medias saepe transimus nec in illis nos cernimus; qui montium summa conscendunt, despectant nubem nec tamen imaginem in illa suam aspiciunt

[4] "Singula stillicidia singula specula sunt"

Concedo; sed illud nego, ex stillicidiis constare nubem

Habet enim quaedam, ex quibus fieri stillicidia possint, non ipsa; ne aquam quidem habent nubes sed materiam futurae aquae

[5] Concedamus tibi et guttas innumerabiles nubibus inesse et illas faciem reddere: non tamen unam omnes reddunt, sed singulae singulas

Deinde inter se specula coniunge: in unam imaginem non coibunt, sed unumquodque in se similitudinem visae rei claudet
Eppure, nessuna nube assomiglia a uno specchio: spesso passiamo in mezzo alle nubi e non ci vediamo riflessi in esse; coloro che salgono sulle vette dei monti vedono dallalto le nubi, e tuttavia non vedono in esse la propria immagine

[4] Ciascuna gocciolina costituisce uno specchio

Lo ammetto; ma nego che una nube sia costituita da goccioline

Essa, infatti, contiene qualcosa da cui possono formarsi le gocce, ma non le gocce vere e proprie; e una nube non contiene neppure acqua, ma materia che diventerà acqua

[5] Ammettiamo pure che nelle nubi ci siano innumerevoli gocce e che esse riflettano unimmagine: tuttavia, esse non riflettono ununica immagine, ma ciascuna una diversa

Poi unisci fra loro gli specchi: non si ridurranno in ununica immagine, ma ciascuna racchiuderà in sé unimmagine simile alloggetto
Sunt quaedam specula ex multis minutisque composita, quibus si unum ostenderis hominem, populus apparet unaquaque particula faciem suam exprimente; haec cum sint coniuncta et simul collocata, nihilominus seducunt imagines suas et ex uno quidem turbam efficiunt, ceterum cateruam illam non confundunt sed diremptam in facies singulas distrahunt: arcus auteur uno circumscriptus est ductu, una totius est facies

[6] Quid ergo

, inquit

Non et aqua rupta fistula sparsa et remo excussa habere quiddam simile his, quos videmus in arcu, coloribus solet

Verum est, sed non ex hac causa, ex qua tu videri vis, quia unaquaeque stilla recipiat imaginem solis

Citius enim cadunt stillae, quam ut concipere imagines possint: standum est, ut id, quod imitantur, excipiant

Quid ergo fit
Ci sono certi specchi formati da innumerevoli piccoli specchi, i quali, se mostrerai a essi una sola persona, faranno apparire una folla, poiché ciascuna particella dello specchio mostra la propria immagine particolare; anche se questi specchietti sono uniti e posti luno accanto allaltro, ciò nondimeno tengono separate le loro immagini e trasformano un uomo solo in una folla, e daltra parte non mescolano quella moltitudine, ma tenendola distinta, la distribuiscono in immagini singole: larcobaleno, invece, è delimitato da ununica linea, nel suo insieme presenta una sola figura

[6] E allora

si dice

Non è vero che anche lacqua uscita da un tubo rotto e agitata da un remo di solito ha un colore simile a questi che vediamo nellarcobaleno

vero, ma non per la ragione dalla quale tu vuoi far sembrare, cioè perché ciascuna goccia accoglie limmagine del sole

Le gocce, infatti, cadono troppo velocemente per poter formare tali immagini: dovrebbero stare ferme, per conservare limmagine di ciò che riproducono

E allora che cosa succede

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 01-05

Colorem, non imaginem ducunt

Alioquin, ut ait Nero Caesar disertissime, "colla Cytheriacae splendent agitata columbae" et variis coloribus pavonum cervix, quotiens aliquo deflectitur, nitet: numquid ergo dicemus specula eiusmodi plumas, quarum omnis inclinatio in colores novos transit

[7] Non minus nubes diversam naturam speculis habent quam aves, quas rettuli, et chamaeleontes, et reliqua animalia, quorum color aut ex ipsis mutatur, cum ira vel cupidine incensa cutem suam variant umore suffuso, aut positione lucis, quam prout rectam vel obliquam receperunt, ita colorantur

[8] Quid enim simile speculis habent nubes, cum illa non perluceant, hae transmittant lucem, illa densa et coacta, hae rarae sint; illa eiusdem materiae tota, hae e diversis temere compositae et ob hoc discordes nec diu cohaesurae
Esse fissano il colore, non limmagine

Altrimenti, come dice con molta eloquenza Nerone Cesare, i colli delle colombe di Venere brillano a ogni movimento e la nuca dei pavoni risplende di vari colori, ogni volta che si piega: forse per questo potremo chiamare specchi piume di questo genere, alle quali ogni diversa inclinazione fa assumere nuovi colori

[7] Le nubi hanno una natura diversa dagli specchi, così come gli uccelli che ho menzionato, e i camaleonti e gli altri animali, il cui colore cambia spontaneamente, quando accesi dallira o dal desiderio cambiano il colore della pelle per un umore diffuso o per la posizione della luce, a seconda che provenga di lato o di fronte

[8] Infatti, che coshanno di simile agli specchi le nubi, dato che quelli non sono trasparenti, queste lasciano passare la luce; quelli sono densi e compatti, queste rarefatte; quelli sono fatti di una sola materia, queste sono composte di sostanze diverse riunite accidentalmente e destinate a non restare insieme a lungo
Praeterea videmus ortu solis partem quandam caeli rubere, videmus nubes aliquando ignei coloris: quid ergo prohibet, quomodo hunc unum colorem accipiunt solis occursu, sic multos ab illis trahi, quamvis non habeant speculi potentiam

[9] Modo, inquit, inter argumenta ponebas semper arcum contra solem excitari, quia ne a speculo quidem imago redderetur nisi adverso

Hoc, inquit, commune nobis est: nam quemadmodum opponendum est speculo id, cuius in se imaginem transferat, sic, ut nubes infici possint, ita sol ad hoc apte ponendus est; non enim idem facit, undecumque effulsit, et ad hoc opus est radiorum idoneus ictus

[10] Haec dicuntur ab his, qui videri volunt nubem colorari
Inoltre, vediamo che, al sorgere del sole, una parte del cielo rosseggiare, vediamo talvolta le nubi del colore del fuoco: che cosa impedisce, dunque, che come esse assumono questunico colore incontrando il sole, così ne prendano molti altri, pur non avendo le proprietà di uno specchio

[9] Or ora fra le prove a favore della tua tesi portavi il fatto che larcobaleno si forma sempre di fronte al sole, poiché anche uno specchio non restituirebbe unimmagine delloggetto se questo non si trovasse di fronte

Anche noi possiamo servirci di questa prova: infatti, come bisogna mettere di fronte allo specchio loggetto di cui esso deve ridare limmagine, così, perché le nubi possano colorarsi, bisogna che il sole sia messo in una posizione adatta a questo scopo; infatti, leffetto prodotto non è il medesimo da qualunque parte risplenda, ma per tale fine cè bisogno che i raggi colpiscano le nubi in modo adeguato

[10] Questo è ciò che dicono quelli che sostengono che la nube sia colorata

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 21-25

Posidoniu et hi, qui speculari ratione talem effici iudicant visum, hoc respondent: "Si ullus esset in arcu color, permaneret et viseretur eo manifestius, quo propius: nunc imago arcus, ex longinquo clara, interit, cum ex vicino ventum est

" [11] Huic contradictioni non consentio, cum ipsam sententiam probem

Quare

Dicam: quia coloratur quidem nubes, sed ita, ut color eius non undique appareat (nam ne ipsa quidem undique apparet; nubem enim nemo, qui in ipsa est, videt): quid ergo mirum, si color eius non videtur ab eo, a quo ipsa non visitur

Atqui ipsa, quamvis non videatur, est: ergo et color

Ita non est argumentum falsi coloris, quod apparere accedentibus desinit

Idem enim in ipsis evenit nubibus, nec ideo falsae sunt, quia non videntur
Posidonio e coloro che ritengono che il fenomeno dellarcobaleno si verifichi per le leggi della riflessione, rispondono così: Se nellarcobaleno ci fosse qualche colore, vi rimarrebbe sempre e sarebbe visibile tanto più distintamente quanto più ci si avvicina: ora limmagine dellarcobaleno, che da lontano è chiara, sparisce quando si è arrivati vicino

[11] Non sono daccordo con questa replica

Perché

Lo dirò: perché la nube è sì colorata, ma in modo che il colore non sia visibile dappertutto (infatti, anchessa non è visibile dappertutto; chi si trova dentro di essa non la può vedere): che cosa cè, dunque, di strano se il suo colore non è visibile a chi non vede la nube stessa

Eppure, benché non sia visibile, essa esiste: dunque, anche il colore esiste

Perciò, non è una prova che il colore non esista il fatto che esso scompaia alla vista quando ci si avvicina

La stessa cosa accade alle nubi stesse, che non sono immaginarie perché non sono viste
[12] "Praeterea, cum dicitur tibi nubem sole suffectam, non dicitur tibi colorem illum inustum esse velut duro corpori et stabili ac manenti, sed ut fluido et vago et nihil amplius quam brevem speciem recipienti

Sunt etiam quidam colores, qui ex intervallo vim suam ostendunt: purpuram Tyriam, quo melior est saturiorque, eo altius oportet teneas, ut fulgorem suum intendat

Non tamen ideo non habet colorem illa, quia, quem optimum habet, non quomodocumque explicatur ostendit

" [13] In eadem sententia sum qua Posidonius, ut arcum iudicem fieri nube formata in modum concavi speculi et rotundi, cui forma sit partis e pila secta

Hoc probari, nisi geometrae adiuverint, non potest, qui argumentis nihil dubii relinquentibus docent solis illam esse effigiem non similem
[12] Inoltre, quando ti si dice che la nube è colorata dai raggi del sole, non ti si dice che quel colore sia impresso indelebilmente come in un corpo duro, stabile e resistente, ma come in un corpo fluido, instabile e che non accoglie nulla più di unimmagine passeggera

Ci sono anche certi colori che mostrano la loro vivacità a distanza: la porpora di Tiro, quanto migliore è la qualità e quanto più è impregnata di tintura, tanto più ti conviene tenerla in alto perché mostri tutto il suo splendore

Ma non è che essa non abbia colore perché non mostra il suo colore migliore in qualunque modo venga distesa

[13] Io sono della stessa opinione di Posidonio, ritengo che larcobaleno si formi da una nube che ha assunto laspetto di uno specchio concavo e rotondo, con la forma di una calotta di sfera

Questo non si può dimostrare se non con laiuto dei geometri, i quali, con argomentazioni che non lasciano spazio ad alcun dubbio, insegnano che larcobaleno è unimmagine del sole, ma unimmagine infedele

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Neque enim ommia ad verum specula respondent

[14] Sunt, quae videre extimescas (tantam deformitatem corrupta facie visentium reddunt, servata similitudine in peius); sunt, quae cum videris, placere tibi vires tuae possint (in tantum lacerti crescunt et totius corporis super humanam magnitudinem habitus augetur); sunt, quae dextras facies ostendant, sunt, quae sinistras, sunt, quae detorqueant et vertant: quid ergo mirum est eiusmodi speculum in nube quoque fieri, quo solis species vitiosa reddatur

[6][1] Inter cetera argumenta et hoc erit, quod numquam maior arcus dimidio circulo apparet et quod eo minor est, quo altior sol





[2] Quare tamen, si imago solis est arcus, longe ipso sole maior apparet
Infatti, non tutti gli specchi danno unimmagine corrispondente al vero

[14]Ce ne sono alcuni che ti spaventeresti a guardare (tanta è la deformazione con cui riflettono limmagine, conservando la somiglianza, ma in peggio); ce ne sono altri che, quando ti specchi, possono renderti fiero delle tue forze (fino a tal punto fanno crescere il corpo, dandogli proporzioni sovrumane); ce ne sono alcuni che mostrano solo il lato destro del volto, altri solo quello sinistro, altri ancora che distorcono e capovolgono: che cosa cè, dunque, di strano che anche in una nube si formi uno specchio di questo genere, che rifletta limmagine del sole alterandola

[6] [1] Fra le altre prove ci sarà anche questa: larcobaleno non appare mai più grande di un semicerchio, ed è tanto più piccolo quanto più alto è il sole





[2] Perché, tuttavia, se larcobaleno è unimmagine del sole, appare molto più grande del sole stesso
Quia est alicuius speculi natura talis, ut maiora multo, quae vidit, ostendat et in portentuosam magnitudinem augeat formas, alicuius invicem talis, ut minuat

[3] Illud mihi dic, quare in orbem eat facies, nisi orbi redditur

Dices enim fortasse, unde sit illi color varius: unde talis figura sit, non dices, nisi aliquod exemplar, ad quod formetur, ostenderis

Nullum autem quam solis est, a quo cum tu quoque fatearis illi colorem dari, sequitur, ut et detur forma

Denique inter me teque convenit colores illos, quibus caeli regio depingitur, a sole esse; illud unum inter nos non convenit: tu dicis illum colorem esse, ego videri; qui sive est, sive videtur, a sole est

Tu non expedies, quare color ille subito desinat, cum omnes fulgores paulatim discutiantur
Perché la natura di alcuni specchi è tale da far apparire molto più grandi gli oggetti riflessi e da ingrandire le figure a dimensioni mostruose; la natura di altri, invece, è tale da rimpicciolire le immagini

[3] Dimmi allora: perché la forma dellarcobaleno è circolare, se esso non riproduce un oggetto sferico

Forse mi dirai donde gli derivi la varietà di colori, ma non mi dirai donde gli venga tale figura, se non mi mostrerai qualche esemplare su cui si modelli

Ma non ce nè altri allinfuori del sole, dal quale anche tu ammetti che larcobaleno riceve il colore; ne consegue che dal sole gli venga anche la forma

Insomma, concordiamo che quei colori dei quali si dipinge una regione del cielo provengono dal sole; non siamo daccordo su questo soltanto: tu dici che quel colore è reale, io che è unapparenza; ma, reale o apparente, proviene dal sole

Tu non spiegherai perché quel colore svanisca allimprovviso, mentre tutte le luci si spengono gradatamente

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[4] Pro me est et repentina eius facies et repentinus interitus: proprium enim hoc speculi est, in quo non per partes struitur quod apparet, sed statim totum fit; aeque cito omnis imago aboletur in illo quam ponitur

Nihil enim aliud ad ista efficienda vel removenda opus est quam ostendi et abduci

Non est ergo propria in ista nube substantia, nec corpus est sed mendacium et sine re similitudo

Vis scire hoc ita esse

Desinet arcus, si obtexeris solem

Oppone, inquam, soli alteram nubem: huius varietas interibit

[6] At maior aliquanto est arcus quam sol

Dixi modo fieri specula, quae multiplicent omne corpus, quod imitantur
[4] A mio favore sta la sua apparizione repentina e la sua sparizione repentina: questa, infatti, è una proprietà dello specchio, in cui ciò che appare non si costruisce un pezzo per volta, ma è subito completo; in esso ogni immagine svanisce con la stessa velocità con cui compare

Infatti, per formare o per eliminare le immagini, non cè bisogno di nientaltro che di mostrare o di allontanare loggetto

Dunque, in questa nube non cè una sostanza specifica, non cè un corpo, ma unillusione, unapparenza senza consistenza

Vuoi sapere che è proprio così

Se nasconderai il sole, larcobaleno scomparirà

Metti davanti al sole, dico, unaltra nube: la varietà di colori di questa sparirà

[5] Ma larcobaleno è notevolmente più grande del sole

Ho detto poco fa che si fanno degli specchi che ingrandiscono ogni corpo che riflettono

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