Seneca, De Ira 01: 07; 01-04

Seneca, De Ira 01: 07; 01-04

Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 07; 01-04
[VII] [1] Numquid, quamvis non sit naturalis ira, adsumenda est, quia utilis saepe fuit [VII][1] Sebbene lira non abbia fondamento naturale, forse non si deve mettere in pratica, poichè spesso è stata utile
Extollit animos et incitat, nec quicquam sine illa magnificum in bello fortitudo gerit, nisi hinc flamma subdita est et hic stimulus peragitavit misitque in pericula audaces Solleva e stimola gli animi, e senza di quella, il coraggio in guerra non compie nulla di grandioso, se non viene qui il fuoco e se questo stimolo non pungola e lancia nei pericoli gli audaci
Optimum itaque quidam putant temperare iram, non tollere, eoque detracto quod exundat ad salutarem modum cogere, id vero retinere sine quo languebit actio et vis ac vigor animi resoluetur Pertanto alcuni ritengono che la cosa migliore sia controllare lira, non sopprimerla, ridurre leccesso, portarla alla misura salutare, conservare anzi (quella passione) senza la quale lazione sarà fiacca e la forza e il vigore dellanimo si dissolveranno

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Seneca, De Ira 01: 09; 01-04

Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 09; 01-04

[2] Primum facilius est excludere perniciosa quam regere et non admittere quam admissa moderari; nam cum se in possessione posuerunt, potentiora rectore sunt nec recidi se minuive patiuntur [2] Innanzi tutto è più facile escludere ciò che è dannoso anzichè conrollarlo e non farlo entrare anzichèmoderarlo una volta entrato ; infatti quando diventano padroni, sono più forti del loro governatore, nè tollerano di essere troncati o ridotti
[3] Deinde ratio ipsa, cui freni traduntur, tam diu potens est quam diu diducta est ab adfectibus; si miscuit se illis et inquinavit, non potest continere quos summovere potuisset [3] Poi la ragione stessa, cui vengono affidate le redini, è potente tanto a lungo fino a che si libera dalle passioni ; se si mescola e si inquina con esse, non può trattenere quelle che avrebbe potuto respingere

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Seneca, De Ira 01: 08; 01-07
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Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 08; 01-07

Commota enim semel et excussa mens ei servit quo inpellitur Infatti la mente, una volta scossa e spodestata, è schiava della passione che la spinge
[4] Quarundam rerum initia in nostra potestate sunt, ulteriora nos ui sua rapiunt nec regressum relinquunt [4] Certi eventi, allinizio, sono in nostro potere, oltre, ci trascinano con la loro forza e non ci lasciano la possibilità di tornare indietro

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Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 11; 01-08

Ut in praeceps datis corporibus nullum sui arbitrium est nec resistere morarive deiecta potuerunt, sed consilium omne et paenitentiam inrevocabilis praecipitatio abscidit et non licet eo non pervenire quo non ire licuisset, ita animus, si in iram amorem aliosque se proiecit adfectus, non permittitur reprimere impetum; rapiat illum oportet et ad imum agat pondus suum et vitiorum natura proclivis Come i corpi che cadono nel vuoto non hanno alcun controllo di sè e non possono, una volta lasciati cadere, fermarsi o indugiare, ma una caduta che non consente ritorno tronca ogni proposito e impedisce il ravvedimento e non è possibile non arrivare a quella meta dove sarebbe stato possibile non andare, così, lanimo, se si abbandona allira, allamore e ad altre passioni, non ha la facoltà di arrestare lo slancio ; è normale che lo trascini e lo porti al fondo il suo peso e la natura disposta a cedere ai vizi

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