Il fanciullo tenta di liberarsi dalla stretta, ma la forza del desiderio della naiade è invincibile. Attorno a loro, un amorino con la torcia accesa trattiene Ermafrodito nelle braccia della Ninfa, un secondo spezza l'arco e un terzo si strappa i capelli turbato dall'impeto della lotta. Come ci racconta con dolente partecipazione il poeta Ovidio nelle Metamorfosi, a cui si ispira il pittore Francesco Albani, uno dei più importanti rappresentanti del classicismo bolognese del Seicento, un istante dopo Salmacide invocherà gli Dei di non separarla più dalla sua preda e i corpi dei due protagonisti si fonderanno per sempre in un solo essere dalla duplice natura